Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

giovedì 29 dicembre 2016

I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato:Le torture.


Ah! signore eccellentissimo, voi fra mezzo agli agi di una corte opulenta che vi circonda, armoniche le vostre orecchie ai suoni dei canti e delle danze, fresca la vostra mente ai bei progetti dell’animo vostro, perché io il so Eccellenza, voi siete buono, non sentite il rantolo degli agonizzanti, lo scricchiolare delle ossa in corpi viventi, il crepitare del fuoco sulle nude carni... voi non sapete cosa importa la tortura! (esaltandosi) Forza umana non vale a sofferirne il tormento... la ragione si perde Eccellenza... si perde in un caos di spasimi e di dolori... si vola in uno spazio interminabile di idee astratte... l’unica forma è lo strazio, la sola speranza, la reità... (piange). E mio marito soffrì tutto questo e si mostrò forte per ben due tentativi... ma al terzo confessò Eccellenza... sì confessò... eppure era innocente.
 
Maria la cieca, moglie di Andrea Valenti
 
I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato di Benedetto Naselli.
Pagine 124 - Prezzo di copertina € 13,00
Copertina di Niccolò Pizzorno nella integralità del disegno.
 

I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato:


Voi non dite bene, ed io potrei provarvi il contrario... potrei provarvi, che la creatura di Dio ha una coscienza, ed a furia di maltrattamenti non debbe essere ridotta alla condizione del bruto...; potrei provarvi, che fra mille inquisiti con tutta la molteplicità delle vostre forme, con tutti i vostri algozzini e i vostri tormenti appena potete trovare dieci soltanto rei davvero....; potrei provarvi, che le leggi dovrebbero tendere piuttosto a prevenire il delitto, anziché a punirlo...; potrei provarvi infine, che questo è oramai secolo di ragione, è secolo da non sagrificare la verità all’arbitrio intollerante anco delle leggi se volete...; ma... ma... per ora parliamo piuttosto di riparare quanto si può ai misfatti che pare crescano rigogliosi d’infamia giorno per giorno. L’omicidio del barone di Pietraperzia mi accora assai... oramai abbiamo tre reati di questo genere nella classe aristocratica, e ciò non va nelle mie misure.
Il principe
 
I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato di Benedetto Naselli nella riproduzione della versione originale pubblicata nel 1864
Copertina di Niccolò Pizzorno

Prezzo di copertina € 13,50 - Pagine 124

mercoledì 21 dicembre 2016

I Beati Paoli di Benedetto Naselli come testo di riferimento per gli studiosi del "fenomeno"

Al dramma teatrale I Beati Paoli di Benedetto Naselli fanno riferimento diversi studiosi della misteriosa setta palermitana.
A partire dal grande Giuseppe Pitrè, nelle sue Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani ed Lauriel 1875, in una nota del racconto I Beati Paoli cita quanto segue: "Il fondo di questa narrazione concorda con quello che ne scrisse Emanuele di Villabianca, Opuscolo sui Beati Paoli; Vincenzo Linares, Racconti Popolari: I Beati Paoli, e testè Giuseppe Bruno Arcaro, Sopra una pagina di storia municipaleI Beati Paoli è il titolo e l'argomento d'un dramma di Benedetto Naselli e de' Beati Paoli fa cenno il 566° de' Canti popolari siciliani del Salomone-Marino".
 
Benedetto Naselli: I beati Paoli. - Dramma teatrale in cinque atti.

I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato: dramma teatrale in cinque atti di Benedetto Naselli.

 
La sera del 21 dicembre 1863, esattamente 153 anni fa, veniva rappresentato a Palermo, nel Real Teatro Santa Cecilia il dramma teatrale: I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato di Benedetto Naselli.
L'autore, che aveva scritto il dramma in carcere:"Questo lavoro fu meditato e scritto durante i lunghissimi e tristissimi giorni della mia prigionia. Ho svisata in menoma parte la storia, solo quando convenienze di nomi o di luoghi non permettevano dire la verità, del resto tradita mai, perché tratta da cronache e da libri, che a mercè della squisitezza del toscano signor Ottavio Veanuri, direttore di quel locale, mi pervenivano", non è molto ottimista circa l'esito della rappresentazione e il giudizio del pubblico "lo presentai al pubblico sulle scene; ma con cuore chiuso, come suol dirsi, senza coscienza sicura, anzi colla fiducia che dovea destare nell’uditorio la stessa noia ed agonia del carcere" è sorpreso del successo avuto "Il pubblico però fu più indulgente di me, ed anco il giornalismo più del pubblico, il primo chiamandomi all’onore del proscenio, il secondo dando un esame critico molto giudizioso e per me lusinghiero assai" e decide di pubblicarlo nel suo "Teatro siciliano" l'anno successivo, nel 1864.
Tale opera è ripubblicata oggi, a 153 anni di distanza e nella sua integralità, da I Buoni Cugini editori.
 
Benedetto Naselli: I Beati Paoli o la famiglia del giustiziato.
Prezzo di copertina € 13,50
 

venerdì 16 dicembre 2016

Benedetto Naselli: Al lettore

Al lettore
 
 
Questo lavoro fu meditato e scritto durante i lunghissimi e tristissimi giorni della mia prigionia. Ho svisata in menoma parte la storia, solo quando convenienze di nomi o di luoghi non permettevano dire la verità, del resto tradita mai, perché tratta da cronache e da libri, che a mercè della squisitezza del toscano signor Ottavio Veanuri, direttore di quel locale, mi pervenivano. Colgo questa occasione, ricordando nome a me sì caro ed anco a quanti più eletti del paese son capitali lì dentro, per testimoniare la mia gratitudine e la mia più sentita amicizia.
Tornando al mio lavoro, perdoni il lettore, questa mia giusta digressione, lo presentai al pubblico sulle scene; ma con cuore chiuso, come suol dirsi, senza coscienza sicura, anzi colla fiducia che dovea destare nell’uditorio la stessa noia ed agonia del carcere.
Il pubblico però fu più indulgente di me, ed anco il giornalismo più del pubblico, il primo chiamandomi all’onore del proscenio, il secondo dando un esame critico molto giudizioso e per me lusinghiero assai.
Ecco perché lo pubblico il primo nel mio Teatro, speranzoso, che se il lettore troverà dei difetti, mi sarà indulgente per il lavoro, ma la idea che ho svolto, temi tutti nazionali, ai quali sin dal 1852 mi affacciai io pel primo; e se il caro nome della Sicilia, fastoso e sublime risuona dondunque nella storia, nelle scienze, nelle lettere, non si vedrà a mala parte, che un suo povero figlio ne facci anco onorato ricordo su pei teatri, che fan bella parte dell’istruzione popolare.
 
L’Autore.
 
Benedetto Naselli: I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato.
Pagine 124 - Prezzo € 13,50
 
 
 

I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato di Benedetto Naselli. Dramma in cinque atti.

Rappresentato in Palermo la sera del 21 dicembre 1863 nel Real Teatro Santa Cecilia.
Il volume è la riproduzione integrale dell'opera pubblicata a Palermo anno 1864 - Officio Tipografico Clamis e Roberti - Via Maqueda 395.
I Beati Paoli trovano nell'omonimo capolavoro di Luigi Natoli la sublimazione letteraria in un romanzo di carattere storico popolare che tuttora rappresenta l'eccellenza nel suo genere. Prima del grande narratore palermitano, della setta segreta dei Beati Paoli scrissero storici, letterati e anche poeti. Fra i testi di riferimento per gli studiosi del "fenomeno" vi è I Beati Paoli o la famiglia del giustiziato, dramma in cinque atti dell'avvocato Benedetto Naselli rappresentato per la prima volta la sera del 21 dicembre 1863 a Palermo, nel Real Teatro di Santa Cecilia. L'opera, sempre citata e del tutto introvabile, rivive oggi in questa fedele edizione per la collana "Gli introvabili".
Andrea Valenti è accusato dell'omicidio del pittore Vito. Tutto il popolo lo crede innocente. I suoi ultimi momenti prima di salire al patibolo sono esaltanti e angosciosi, e dice tali cose che la sola innocenza può far dire, tra gli spasmi e le aberrazioni di un supplizio. Maria, la sua giovane moglie, è povera, cieca ed ha due piccoli figli da mantenere. Le hanno ucciso il marito, unica fonte di sostentamento della famiglia, e non solo, glielo hanno pure infamato incolpandolo di un delitto che non ha commesso. Ora vuole essere riabilitata e chiede giustizia per sè, i suoi figli e il giovane marito morto. Chiede a tutti ma La giustizia è cieca ed ha i piedi di piombo...
L'Editore.
Pagine 124 - Prezzo di copertina € 13,50
Il secondo volume della collana "Gli introvabili" - I Beati Paoli o la famiglia del giustiziato - rivive dopo 153 anni dalla prima rappresentazione in Palermo, avvenuta la sera del 21 dicembre 1863 nel Real Teatro Santa Cecilia.
Il presente volume è la riproduzione dell'opera pubblicata a Palermo nel 1864  Officio tipografico Clamis e Roberti - Via Maqueda 395.
Copertina di Niccolò Pizzorno - Pagine 124
prezzo di copertina € 13,50.

mercoledì 16 novembre 2016

Alexandre Dumas: Pasquale Bruno, protettore dei deboli... giustiziere con i prepotenti...


Allorchè un peso esorbitante veniva imposto da un ricco signore a qualche povero colono, allorchè un matrimonio era sul punto di guastarsi per la cupidigia di una famiglia, allorchè una sentenza iniqua colpiva un innocente, al primo avviso che ne avea, prendea Bruno il fucile, scatenava i suoi quattro cani corsi, sua sola compagnia, inforcava un cavallo del Val di Noto, mezzo arabo e mezzo montanaro, come lui, usciva dalla piccola fortezza di C............, dove avea fissata la sua residenza, andava a trovare il signore, il padre o il giudice, e il peso vedeasi diminuito, il matrimonio conchiuso, il prigioniero il libertà. Sarà facile a comprendere che tutti coloro a’ quali prestato avea il suo aiuto gli pagavano la loro felicità in affezione a tutte prove, e che qualunque intrapresa diretta contro di lui andava sempre a vuoto, grazie alla vigilanza riconoscente de’ paesani, che lo avvertivano con segni convenuti dei pericoli che lo minacciavano.
Alcuni strani racconti cominciavano già a circolare per le bocche di tutti, avvegnachè più sono semplici gli animi, e più sono inclinati a credere il maraviglioso. Narravasi che, in una notte tempestosa in cui tremò l’isola intera, Pasquale Bruno avea fermato patto con una strega, e che, in cambio dell’anima sua, ottenuto avea di essere invisibile, di potersi trasferire in un attimo da una punta dell’isola all’altra, e di non poter essere ferito, né dal piombo, né dal ferro, né dal fuoco. Il patto, diceasi, dovea durare tre anni, e che Bruno lo avea sottoscritto per compiere una vendetta alla quale bastava questo tempo, per quanto sembrasse ristretto. Pasquale dal canto suo, lungi dal distruggere questi sospetti, comprendea come gli erano favorevoli, ed anzi si studiava perché prendessero maggiore consistenza. Le sue infinite relazioni gli aveano dato spesso mezzi di far credere alla sua invisibilità, facendogli conoscere circostanza che ognuno pensava dover egli affatto ignorare. La rapidità del suo cavallo, coll’aiuto del quale, nel mattino, egli trovavasi a distanze incredibili da’ luoghi ov’erasi fatto vedere la sera, facea prova della sua facoltà di portarsi dovunque in atomi di tempo; finalmente una circostanza di cui erasi egli giovato con la destrezza di un uomo non ordinario, non facea dubitare ch’egli non fosse invulnerabile. Eccola....
 
 
 
Alexandre Dumas: Pasquale Bruno - Romanzo storico siciliano. 
Pagine 129 - Prezzo di copertina € 13,50

Alexandre Dumas spiega il perchè della notorietà di Pasquale Bruno, famoso bandito siciliano.


Tutta la Sicilia, da Messina a Palermo, da Cefalù a Capo-Passero, era piena della fama del bandito Pasquale Bruno. Ne’ paesi come la Spagna e l’Italia, dove un particolare ordinamento sociale tende sempre a respingere al basso ciò ch’è nato nel basso, e dove l’anima manca di ali per sollevare il corpo, un’indole elevata è una disgrazia nella oscurità della nascita; perché, siccome essa tende sempre ad uscire del cerchio politico ed intellettuale dove la sorte l’ha chiusa, siccome essa cammina incessantemente verso uno scopo da cui la disgiungono mille ostacoli, siccome vede ognora la luce che non può raggiungere, così, cominciando a sperare, finisce per maledire. Allora essa si fa ribelle contro la società, in cui Dio pose due diverse condizioni, l’una di felicità, l’altra di patimenti; reagisce contro questa parzialità della Provvidenza, e si stabilisce di autorità propria il difensore del debole e il nemico del forte; ecco perché il bandito spagnuolo ed italiano è sì poetico insieme e sì popolare; già quasi sempre fu quale dolore che lo spinse fuori via; ed egli consacra il suo pugnale e il suo schioppo a restituire l’equilibrio della natura viziato dalle umane istituzioni.
Non farà dunque maraviglia che non questi antecedenti di vita domestica, col suo carattere azzardoso, colla sua destrezza e forza straordinaria, Pasquale Bruno sia divenuto sì presto quel singolare personaggio ch’egli esser volle. Per così dire, si fece il giudice della giustizia; per tutta Sicilia, e particolarmente a Bavuso e paesi vicini, non commetteasi un atto arbitrario che potesse sfuggire al suo tribunale, e siccome quasi sempre le sue sentenze colpivano i forti, avea per sé tutti i deboli.
Alexandre Dumas - Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano.
Prezzo di copertina € 13,50 - Pagine 129.
Copertina di Niccolò Pizzorno.

Alexandre Dumas: il principe di Butera, Ercole Branciforti. Tratto da: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano.


Il principe di Butera, era uno di quegli uomini di cui par morto il seme nelle nostre epoche moderne; era un avanzo del vecchio baronaggio siciliano; azzardoso e cavalleresco, come quei normanni che aveano ricostituito il paese. Chiamavasi Ercole, e parea fatto sul modello del suo antico patrono. Stramazzava al suolo un cavallo restio con un pugno, rompeva sul proprio ginocchio una barra di ferro doppia mezzo pollice, e torceva una piastra. Un avvenimento, in cui avea dato pruova di gran sangue freddo, lo avea reso l’idolo del popolo palermitano: nel 1770, avea mancato il pane in città, e n’era conseguita una sommossa: il vicerè avea ricorso all’ultima ratio, il cannone minacciava la strada di Toledo, il popolo moveasi contro il cannone e l’artigliere, colla miccia accesa in mano, stava per far fuoco contro il popolo, quando il principe di Butera, andò a sedersi sulla bocca del cannone, come avrebbe fatto su di una sedia, e di là tenne un discorso sì ragionevole e persuasivo, che il popolo si ritirò all’istante, e l’artigliere, la miccia e il cannone tornarono vergini all’arsenale. Ma non era per questo motivo solamente ch’egli era sì popolare.
Ogni mattina si recava a passeggiare sulla terrazza che dominava il Foro Borbonico, e, siccome al far del giorno le porte del suo palazzo erano aperte a tutti, vi trovava sempre numerosa compagnia di poveri; portava egli ordinariamente per questa passeggiata una grande sottoveste di Dante, le cui tasche immense doveano ogni giorno dal suo cameriere essere riempite di carlini e mezzi carlini, che sparivano fino all’ultimo, prima che avesse fatto ritorno, e questo con un modo di fare e di dire, ch’era proprio di lui solo, facendo mostra sempre di voler uccidere quelli a cui facea la elemosina. Così, quando il principe passava per le strade, si scoprivano tutte le teste, come quando il signor di Beaufort passava per le piazze; ma più potente del signor francese, poteva il siciliano, se lo avesse voluto, darsi una maggiore influenza; egli però scelse meglio limitarsi a quella beneficenza verso i suoi concittadini, di che erangli stati dalla fortuna conceduti mezzi sì larghi.
 
Alexandre Dumas: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano con premessa storica di Luigi Natoli: Storie di banditi.
Pagine 129 - Prezzo di copertina € 13,50
 
 

venerdì 28 ottobre 2016

Alexandre Dumas: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano. Con saggio storico introduttivo "Storie di banditi" di Luigi Natoli.


- Pasquale Bruno, sareste voi il figlio di Antonio Bruno, la cui testa è una gabbia di ferro al castello di Bavuso?
- Io sono suo figlio! E so ancora che, quando vi facevano passeggiare bambina pel villaggio, le vostre cameriere e i vostri servi, additandovi quella testa, vi dicevano ch'era quella di mio padre, il quale avea tentato di assassinare il vostro; ma non vi dicevano che vostro padre avea disonorato il mio!
 
Alexandre Dumas: Pasquale Bruno - romanzo storico siciliano con saggio storico introduttivo di Luigi Natoli "Storie di Banditi".
Pagine 129 - Prezzo di copertina € 13,50
 

Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano di Alexandre Dumas

 
Pasquale Bruno è un uomo che ha versato il sangue di un altro uomo, ma non è un furbo scroccone: è un bandito sì, ma non un borsaiolo.
 

giovedì 27 ottobre 2016

Alexandre Dumas: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano. Con saggio storico introduttivo "Storie di banditi" di Luigi Natoli.

Per la prima volta i due illustri autori vengono uniti in un volume da Pasquale Bruno. La storia del famoso bandito siciliano raccontata da Alexandre Dumas, anticipata dal saggio storico introduttivo "Storie di banditi" di Luigi Natoli.
 
C'era una differenza fra i banditi e gli scorridori: questi erano ladroni, che assalivano i viandanti, quelli erano fuori bando per qualche vendetta: questi era raro che avessero un lampo di generosità, quelli erano d'ordinario generosi e cavallereschi, la condizione di perseguitati della giustizia li faceva malfattori: ma il coraggio di cui davano prova, li circondava di poesia. Essi rampollavano per origine degli antichi cavalieri erranti, o dei nobili, che non erano altro che ladroni, o dei condottieri di compagnie di ventura. Una vendetta contro i baroni li faceva banditi: la poesia popolare, fedele specchio dei sentimenti plebei, s'impadroniva di loro e magnificando il loro gesto, sfogava il suo odio contro i baroni.
Il periodo più famoso pel banditismo o brigantaggio fu quello che si svolse fra il secolo XVIII e XIX. Vi sono dei banditi che diedero origine a poemetti, come Saltaleviti, Spirazza, Testalonga: uno diede origine a un romanzo di A. Dumas: Pasquale Bruno. - Luigi Natoli
Giornale di Sicilia - 14 gennaio 1930
 
 
Era un giovine di venticinque o ventisei anni, che sembrava appartenere alla classe del popolo: portava un cappello calabrese legato da una striscia di velluto che ricadeva ondeggiante sulla sua spalla, un abito di velluto con bottoni d’argento, un calzone della stessa roba con ornamenti compagni, stretto alla vita da una di quelle cinture di seta rossa con ricami e frange verdi, che si fabbricano a Messina ad imitazione di simili lavori del levante; finalmente burzacchini e scarpe di pelle erano il compimento dell’abito montanaro, non privo di eleganza, e che parea scelto a bella posta a dar risalto alle belle proporzioni del corpo di colui che lo indossava. Quanto al suo aspetto, era di una beltà selvaggia, i suoi contorni fortemente risentiti, annunciavano l’uomo del mezzogiorno, avea gli occhi arditi e fieri, barba e capelli neri, naso aquilino, e denti bianchi e compatti. - Alexandre Dumas
 
Edizione integrale della prima versione italiana pubblicata dallo Stabilimento Poligrafico Empedocle - Palermo 1841
 
Prezzo di copertina € 13,50 - Pagine 129

giovedì 13 ottobre 2016

Monica Bartolini: Persistenti tracce di antichi dolori. Presentazione a Bracciano.

 
Presentazione:
Persistenti tracce di antichi dolori di Monica Bartolini.
Venerdì 28 ottobre 2016 alle ore 17:30
Caffè Grand'Italia
Via Principe di Napoli 9 - Bracciano
 
Seconda tappa del giro d'Italia della nuova creatura letteraria della Rossachescrivegialli. La relatrice Elisabetta Mastrocola, la lettrice Rossana Rondinella e l'Autrice, condurranno i lettori braccianesi alla scoperta dei DOLORI di popoli ANTICHI, seguendo il filo di preziose, PERSISTENTI TRACCE da loro lasciate. Un amaro viaggio nel passato remoto che Chef Marco Di Pietro renderà più dolce con la degustazione di alcune sue creazioni, al termine della conferenza.
 

martedì 11 ottobre 2016

Stefano Caso: Il male relativo.

Da letteraturahorror.it...
[...] Ma l’opera nata dalla brillante penna di Stefano Caso è soprattutto un romanzo che diverte, e che allo stesso tempo stimola più profonde riflessioni, contenendo in nuce un esistenziale quesito che darebbe filo da torcere al più obiettivo dei filosofi.
[...] Non sarebbe difficile accomunare la filosofia sottesa in questo romanzo agli antieroi kubrickiani di Arancia Meccanica e Barry Lyndon; così come non giungerebbe inopportuno citare Tarantino per la similare abilità che dimostra Sefano Caso nella costruzione dei personaggi criminali e del loro potere di fascinazione, oltre all’adozione di un linguaggio che amalgama argot e linguaggio erudito, con accidentali perle filosofiche in un contesto brutale, pulp; spingendoci a ritroso fino alla concezione hitchcokiana dell’attrazione dell’uomo al Male perché connaturata nella propria indole.
[...] Un romanzo che affonda all’essenza dell’animo umano attraverso la riproposizione di un personaggio volutamente disturbante, ma che tutto sommato – abilità dei grandi scrittori – riesce a coinvolgere e a proiettarci nel suo punto di vista, a liberare quel sopito istinto inscindibile dalla nostra natura.
Un racconto dal potere mistico, ma che soprattutto diverte e coinvolge. Una lettura scorrevole, da leggere con un sogghigno sadico stampato sul volto. Oscuri poteri della letteratura.
Stefano Caso: Il male relativo
Prezzo di copertina € 17,50 - Pagine 209.
Spedizione gratuita per ordini pari o superiori a € 20,00

venerdì 23 settembre 2016

Il male relativo di Stefano Caso.

Tito sono io, cinquantasei anni ben portati, un passato da maestro elementare e un presente da rapinatore, spacciatore, strozzino e affini.
In realtà non mi chiamo Tito ma Gianmaria, un nome da checca che pagherei oro per levarmelo dalla carta d'identità. Se volete farmi imbestialire chiamatemi pure Gianmaria.
 
Il male relativo di Stefano Caso.
Disegni di Niccolò Pizzorno.
Prezzo di copertina € 17,50 - Sconto 15% - Spedizione gratuita.
 

Il male relativo di Stefano Caso. Il primo della nuova collana "Almeno un morto" edito I Buoni Cugini editori.

 
Un romanzo senza eroi, dove le voci del male più volgare si confondono con quelle più raffinate, non meno squallide e distruttive.
 
Il male relativo di Stefano Caso - Disegni di Niccolò Pizzorno
Prezzo di copertina € 17,50 - Sconto 15% - Spedizione gratuita.


 

venerdì 9 settembre 2016

Fra' Domenico Spatola: Mothya - tratta dalla raccolta: In libertà d'amore...




Vento dal mare,
profumato a salsedine,
soffia a rincorsa
tra fronde d’ulivi,
argentei a captare
del sole colori,
e piega pampini,
flessi da uva abbondante
che s’offre a viandante
di pace, in respiro
verace di Storia
che in pietre scolpisce
a passioni speranza
dell’animo in bisogno
che, a sollievo,
racconta il suo sogno.

Fra' Domenico Spatola - In libertà d'amore...
 
 

mercoledì 7 settembre 2016

Fra' Domenico Spatola: Il calcio a Palermo.




La squadra Rosanero
coinvolge i palermitani
rendendoli più strani.
Se non vince per settimane
va detto che il presidente
la vede sotto la lente
del commerciante pavido
e di guadagni avido.
Numerosi allenatori
si alternano qual tori
furiosi di non avere
la squadra per potere
vincere ogni partita
o almeno non restare tra fanalini
ma questo a Zamparini
poco importa
mirando solo ad altra porta
quella dei soldi che solo devono
entrare
e non teme dei tifosi
mugugni numerosi.
Palermo nel calcio
ha una storia generosa
fatta di entusiasmo e di
partecipazione dei cittadini
che il Signore illumini
mister Zamparini
ad essere più lesto
a restituire
parte di quanto Palermo calcio ha
potuto offrire.

Fra' Domenico Spatola.

Poesia composta di getto in onore del Palermo calcio.


domenica 4 settembre 2016

Fra' Domenico Spatola: Santa Rosalia




Il monte che ti fu rifugio
ove trovasti senza indugio
l'amplesso del Signore
con il dono del tuo amore,
ascendiamo ogni anno pellegrini,
per grandi e per piccini
con pensieri
oppressi da doveri
in un mondo che fatica
nostra vita
ove si stenta a decifrare
perché non si decide mai d'amare.
Qui nel tuo angusto speco
vogliamo essere eco
di tua preghiera
perché sincera
sia nostra vita.
Ripercorreremo ogni anno il tuo
cammino,
sui sentieri di monte Pellegrino
e di ritorno
sentiremo ogni giorno
la tua presenza a consolare
e asciugare pianto in ogni viso
assicurando a noi felicità nel
paradiso.

Fra' Domenico Spatola

domenica 28 agosto 2016

Fra' Domenico Spatola - Funerali di Stato



Ad Ascoli Piceno
stadio pieno
straziante il dolore
dinanzi all'orrore
di bare allineate
piccole e grandi
e a due colori spiccando le bianche
di bimbe allineate
con peluche appoggiate
conseguenza di sorte
dell'atroce morte
in quella notte.
Funerale delle istituzioni
che han promesso
che non sarà più lo stesso
di altre volte ed elogiando solidarietà
chiesero a tutti più umanità
a condividere amore
nella gioia e nel dolore.

Fra' Domenico Spatola

Poesia composta il 27/08/2016 in occasione dei Funerali di Stato per le vittime del terremoto del 24/08/2016.

venerdì 26 agosto 2016

Fra' Domenico Spatola: Paura nella notte. Poesia inedita, composta oggi in memoria della tragedia del 24 agosto 2016.

 
Boato nella notte
grida soffocate dalla morte
nel silenzio
Amatrice sfarinata
avvolge suo abbraccio
a vite d'ogni età
che al sonno aveano affidato loro
sogno.
L'ultimo e fatale
che a pensare
induce senso di precarietà
in un mondo di ricerca d'umanità
e di storia che tragedia chiude in
pena
e a dolore
che solo amore
può dar risposte al cuore.

Fra' Domenico Spatola

Monica Bartolini - Aes Grave. Tratto da: Persistenti tracce di antichi dolori.

La campagna conclusiva del 290 a.C., guidata dai Consoli Manlio Curio Dentato e Cornelio Rufino, procurerà un enorme bottino di guerra: dalla vendita dei prigionieri sanniti e dai beni saccheggiati si ricaveranno tre milioni di libbre di bronzo. Ciò consentirà alla Roma repubblicana di emettere la sua prima serie di monete: l'aes grave.
La centenaria storia dei popoli sanniti si disperde così nel bronzo pesante dell'asse romano...

Monica Bartolini - Persistenti tracce di antichi dolori.
Per acquistare:
http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/bartolini_monica_persistenti_tracce_di_antichi_dolori.html

 

Fra Domenico Spatola - Gabbiani

Planano sulle rotte del vento
giocano con l'aria
e dell'acqua marina
fanno alcova e nutrimento...

Fra' Domenico Spatola dalla sua prima raccolta di poesie: In libertà d'amore.
Pagine 244.

Per acquistare:
http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/spatola_domenico_in_liberta_d_amore_-_poesie.html



Fra' Domenico Spatola - Terremoto aquilano 06 aprile 2009


Squarci di cielo...
campanili a terra
pulsanti...
ferite dolenti
di cuori a fatica
e risparmi in ricordi
che l'incubo
in pochi secondi
spazzò via
per sempre...

Fra' Domenico Spatola - Tratto dalla raccolta di poesie: In libertà d'amore.






Per acquistare:
http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/spatola_domenico_in_liberta_d_amore_-_poesie.html

venerdì 1 luglio 2016

Scarti di un teorema - a cura di Rosario Palazzolo edito I Buoni Cugini Editori


Saverio, Maria, Marta, Anita, Giuseppe, Mario, Flavia e Marcello all’inizio e alla fine sono figli della verità e della bugia. Di una verità troppo vera da sembrare bugia e di una bugia talmente finta da poter essere vera. Saverio, Maria, Marta, Anita, Giuseppe, Mario, Flavia e Marcello sono gli indimenticabili scarti di un teorema, ma diciamolo subito, però, che il titolo è volutamente provocatorio e dissacratorio e offensorio perché quando si parla di scarti solitamente lo si fa immaginando qualcosa che non serve, che non serviva, qualcosa di cui di poteva serenamente fare a meno, ma gli scarti di un Teorema fanno la differenza, a mio avviso, e specialmente di questo, e non possono certo essere considerati qualcosa che non serve, che non serviva, di cui si poteva serenamente fare a meno, perché se è vero come probabilmente lo è che un Teorema è un’idea che per essere dimostrata abbisogna di prove empiriche e complicatissimi calcoli matematici e formule che riassumano in poche righe o molte righe il significato esoterico affinché il medesimo non sia riservato a pochi, qui non si hanno che molte idee – e contagiose – che tentano costantemente di scartare l’abitudine al nesso, la prassi delle parole, il conforto dei numeri. (Rosario Palazzolo)
Pagine 118 - Brossura.
Prezzo di copertina € 12,00 - Spedizione gratuita.

mercoledì 29 giugno 2016

Giovanni Meli: L'Aceddi (Gli uccelli) - La cucucciuta e lu pispisuni (La lodola capellata e il maschio della cutrettola)

 
Favola XX.
E tutta questa eleganza poi... a che serve?
La cucucciuta è la lodola capellata e il pispisuni è maschio della cutrettola: un uccello piccolo e molto bello che nell'estate segue le greggi saltellando e posandosi sul dorso degli animali.
La favola inizia con un'espressa dedica ai D. Ninnari; la D. puntata pare definire un titolo nobiliare, ma: solo solo gli uomini di moda dediti ai corteggiamenti di dame e ad una bella ed oziosa vita; con la battuta finale il Meli li riduce a ben poca cosa.
La lodola capellata, pare un'aristocratica incuriosita dall'elegante donnaiolo e si avvicina per meglio osservarlo.
Non esiste un corrispondente nome in italiano per il maschio della cutrettola, quindi nella traduzione a fronte continuiamo a chiamarlo pispisuni.
 
Francesco Zaffuto.
 

Collana dedicata alle opere di Giovanni Meli, detto l'Abate a cura di Francesco Zaffuto.
 


lunedì 27 giugno 2016

Monica Bartolini: Persistenti tracce di antichi dolori.

"Aveva conosciuto i dolori più atroci che una donna potesse provare, ma ora il suo cuore era calmo perchè stava per ricongiungersi alle anime dei suoi cari. Il bue pareva attendere tranquillo che lei trovasse la forza. Si librò leggera nell'aria, nonostante il peso del fagotto stretto al seno. Era certa che tutto si fosse compiuto secondo il volere degli Dei".

SANNITI, GAELICI, MAYA
Tre popoli distanti tra loro nell'arco del tempo, con usi e costumi incomparabili, uniti dalla particolarità di un oggetto prezioso, giunto fino ai nostri giorni per raccontarci della loro scomparsa. Una fine tragica, che però non è riuscita a cancellare né le gesta di quelle Genti né la loro cultura.
L'Asse romano Minerva-Toro, il Reliquiario di Monymusk e il Codice di Dresda giacciono nelle teche dei musei che li ospitano per ricordare a tutti noi quale è stato il nostro cammino di uomini.
Alla Rossachescrivegialli l'onore di tessere le trame dei delitti legati a quei reperti, considerandoli alla stregua di persistenti tracce delle dolorose vicende che hanno attraversato i secoli.
 
Disegni in copertina di Niccolò Pizzorno.

giovedì 23 giugno 2016

In libertà d'amore... - poesie di Fra' Domenico Spatola


 
Frammenti di idee,
immagini dall'infinito dell'anima,
libertà di vita,
aneliti di speranza
amore per il cuore che,
nella quotidianità,
sognando bellezza,
scopre sempre nuovi germi di felicità
e consapevoli risposte
al senso della vita
donata, anche a fatica
e perciò posseduta in pienezza...
Tali gli ideali dove intingo
la penna della fantasia.
 
 
Fra' Domenico Spatola
 

martedì 21 giugno 2016

Fra' Domenico Spatola: Ulisse - tratta dalla raccolta "In libertà d'amore..."


 
 
Ulisse

La mia nave
solcò mari diversi
e avversi
furono i flutti
a contrastar vittorie:
derive, insidie
e tante storie
a ostacolare miei sogni e ideali.
Contro ninfe, sirene,
ciclopi e tanti mali,
indomito lottai contro la morte,
e stessa Itaca, raggiunta,
non fu sorte
bastante ad acquietar turgore
di conoscenza e,
in conseguente amore,
altre porte, famelico, varcai
e l’abisso accolse mia chimera,
come le stelle che, a sera,
additavano cammino
quello di Ulisse,
perennemente in cerca di suo destino.

Fra' Domenico Spatola


Prezzo di copertina € 12,00
Per acquistare: www.ibuonicuginieditori.it
http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/domenico_spatola_in_liberta_d_amore_-_poesie.html
Per ulteriori informazioni: ibuonicugini@libero.it
 
 

giovedì 9 giugno 2016

Giovanni Meli: La rindina e lu parpagghiuni (la rondine e il farfallone) tratta da L'Aceddi (Gli uccelli)

 

Favola IV.
In siciliano Riiddu è un piccolissimo uccello (può essere il regolo comune o anche il becca-moschino - il fiorrancino - la passera scopaiola - da Nomenclatura Siculo-Italica di Antonio Caglio 1840). Meli gioca con l'affermazione in siciliano di Re iddu = Re quello. Nella favola Riiddu, con la sua intelligenza, usa l'aquila per levarsi in alto come lei. Con la sola forza non si può governare uno Stato, e il processo di civilizzazione implica una crescita delle qualità intellettuali. Soffermandosi, alla fine, sulla parola Riiddu, Meli fa una considerazione ironica sul siciliano come la lingua più antica del mondo.

Collana dedicata alle opere di Giovanni Meli a cura di Francesco Zaffuto.
L'Aceddi  (Gli uccelli) - Tutte le poesie siciliane che Meli scrisse sugli uccelli con traduzione in italiano a cura di Francesco Zaffuto.
Prezzo di copertina € 10,00 - pag. 103.
Per acquistare: http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/giovanni_meli_l_aceddi_gli_uccelli.html
www.ibuonicuginieditori.it
Per informazioni: ibuonicugini@libero.it

Ivo Tiberio Ginevra: Guarda come si uccide


 Un piccolo paese della Sicilia pieno di sole.
La vecchia clinica abbandonata dei nobili Arpazza.
Edificata su una collinetta all'uscita del paese, oggi è completamente inglobata dall'espansione edilizia. In origine era un'enorme villa di quattro piani con terrazza panoramica, circondata da un giardino dove spiccano due maestosi alberi di magnolie. Costruita come residenza estiva dei conti Arpazza, intorno al 1920 fu trasformata dall'ultima discendente, tale Antonia o Ninetta, in una clinica polispecialistica con particolare attenzione alle malattie respiratorie. Si dice che la nobile Ninetta restò talmente impressionata dalla morte per tisi d'alcuni giovinetti, che volle dedicare tutta la sua esistenza alla cura di questa malattia trasformando anche la villa in una clinica all'avanguardia.
L'edificio sta in piedi per miracolo. Una bomba degli alleati lo prese in pieno alla fine della seconda guerra mondiale. Gli effetti del micidiale ordigno furono devastanti; la clinica fu distrutta in buona parte nel suo interno causando nel crollo la morte di parecchi ammalati, del personale medico e della stessa Ninetta. Proprio per questo si diceva che il luogo fosse pieno di fantasmi.
Subito dopo la guerra la clinica fu usata da famiglie senza tetto come riparo notturno, ma in seguito gli stessi disperati preferirono andare a dormire al cimitero...
Ivo Tiberio Ginevra - Guarda come si uccide.
Prezzo di copertina € 12,00 - pagine 135
Per acquistare: http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/ivo_tiberio_ginevra__guarda_come_si_uccide.html
www.ibuonicuginieditori.it
Per informazioni: ibuonicugini@libero.it

Fra' Domenico Spatola: Naufraghi - tratta da "In libertà d'amore... - poesie"


Sponde in ondate
di lacrime a dolore
e racconto di storie
di naufraghi innumeri,
accolti da grembo
di mare materno,
qual tomba donata
a chi sponda è negata
in vita da sogno
e vuota conquista
di libertà,
appena intravista.

Prezzo di copertina € 12,00
Per acquistare: http://www.ibuonicuginieditori.it/catalogo_prodotti/domenico_spatola_in_liberta_d_amore_-_poesie.html
Per informazioni: ibuonicugini@libero.it
 

mercoledì 1 giugno 2016

Giovanni Meli: La rindina e lu parpagghiuni (la rondine e il farfallone) tratto da L'Aceddi (Gli uccelli).

'Na rindina pusatasi vicinu
a un parpagghiuni, ch'era supra un ciuri,
guardannulu ammirava, in ali e schinu,
l'inargintati e varii soi culuri:
ma supra tuttu poi c'invidiava
li quattr'ali, chi all'aria spiegava,

E dicia tra se stissa: E' veru ch'iu
c'un paru d'ali giru pri lu munnu,
Ma quantu, ohimè! mi affannu e mi fatìu,
e tra li vasti mari mi cunfunnu!
Cu quattru, senza incommodi e disaggi,
chiù prestu mi farrìa li mei viaggi.


Traduzione:

Una rondine posatasi vicino
a un farfallone, ch'era sopra un fiore,
guardandolo ammirava, in ali e schiena,
l'inargentati e vari suoi colori;
ma sopra tutto poi gli invidiava
le quattro ali, che all'aria spiegava,

e diceva tra se stessa: E' vero ch'io
con un paio d'ali giro per il mondo,
ma quanto, ohimè! mi affanno e mi affatico,
e tra i vasti mari mi confondo!
Con quattro, senza incomodi e disagi,
più presto farei i miei viaggi.

Tratto da: L'aceddi (Gli uccelli) tutte le poesie siciliane che Meli scrisse sugli uccelli con traduzione in italiano a cura di Francesco Zaffuto.

Collana dedicata alle opere di Giovanni Meli.
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Oppure vai al link:
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