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mercoledì 16 novembre 2016

Alexandre Dumas: il principe di Butera, Ercole Branciforti. Tratto da: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano.


Il principe di Butera, era uno di quegli uomini di cui par morto il seme nelle nostre epoche moderne; era un avanzo del vecchio baronaggio siciliano; azzardoso e cavalleresco, come quei normanni che aveano ricostituito il paese. Chiamavasi Ercole, e parea fatto sul modello del suo antico patrono. Stramazzava al suolo un cavallo restio con un pugno, rompeva sul proprio ginocchio una barra di ferro doppia mezzo pollice, e torceva una piastra. Un avvenimento, in cui avea dato pruova di gran sangue freddo, lo avea reso l’idolo del popolo palermitano: nel 1770, avea mancato il pane in città, e n’era conseguita una sommossa: il vicerè avea ricorso all’ultima ratio, il cannone minacciava la strada di Toledo, il popolo moveasi contro il cannone e l’artigliere, colla miccia accesa in mano, stava per far fuoco contro il popolo, quando il principe di Butera, andò a sedersi sulla bocca del cannone, come avrebbe fatto su di una sedia, e di là tenne un discorso sì ragionevole e persuasivo, che il popolo si ritirò all’istante, e l’artigliere, la miccia e il cannone tornarono vergini all’arsenale. Ma non era per questo motivo solamente ch’egli era sì popolare.
Ogni mattina si recava a passeggiare sulla terrazza che dominava il Foro Borbonico, e, siccome al far del giorno le porte del suo palazzo erano aperte a tutti, vi trovava sempre numerosa compagnia di poveri; portava egli ordinariamente per questa passeggiata una grande sottoveste di Dante, le cui tasche immense doveano ogni giorno dal suo cameriere essere riempite di carlini e mezzi carlini, che sparivano fino all’ultimo, prima che avesse fatto ritorno, e questo con un modo di fare e di dire, ch’era proprio di lui solo, facendo mostra sempre di voler uccidere quelli a cui facea la elemosina. Così, quando il principe passava per le strade, si scoprivano tutte le teste, come quando il signor di Beaufort passava per le piazze; ma più potente del signor francese, poteva il siciliano, se lo avesse voluto, darsi una maggiore influenza; egli però scelse meglio limitarsi a quella beneficenza verso i suoi concittadini, di che erangli stati dalla fortuna conceduti mezzi sì larghi.
 
Alexandre Dumas: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano con premessa storica di Luigi Natoli: Storie di banditi.
Pagine 129 - Prezzo di copertina € 13,50
 
 

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