sabato 12 novembre 2022
Monica Bartolini: Pomeriggio in giallo (10 nov. 2022) presentazione del romanzo ALLE LORO ECCELLENZE
mercoledì 2 novembre 2022
Nicolò Perniciaro: La festa dei morti. Tratto da: Arte e dialoghi di viddanarìa a Mezzojuso
L’indomani mattina, appena svegli, il nostro primo pensiero era quello di andare a vedere cosa ci avessero portato i morti; tutti e quattro, prendendo ciascuno il proprio pupo di zùccaru, correvamo dalla mamma:
– Mamà, miiih, raggiuni avii! i morti ni fìciru attruvari nsoccu t’avìimu ṛittu!–
I pupi di zùccaro non venivano mangiati subito ed erano conservati dentro la vetrina, dove, a volte, restavano per mesi. L’unico che mangiava quasi subito il suo pupo era Nino, mentre noi li lasciavamo esposti gustandone un pezzetto ogni tanto.
Per non farsi scoprire, era solito incominciare a spizzicare il pupo dalla parte posteriore, puntellandolo con un bicchiere per non farlo cadere e, nel giro di alcuni giorni, mangiava tutto il dietro dei pupi di zùccaro, che continuavano, esteriormente interi, a far bella mostra di sé dentro la vetrina.
Grande era la delusione mia e di mia sorella quando scoprivamo che ai nostri pupi mancava tutta la parte di dietro.
Mia madre ogni anno ci ripeteva sempre la stessa cosa:
A mano a mano che diventavamo più grandi, andavamo capendo che non erano i morti a portarci i “pupi ṛi zùccaru” e i dolciumi, ma che era la mamma a farceli trovare.
giovedì 27 ottobre 2022
Monica Bartolini: Alle loro Eccellenze. Recensione di Elisabetta Mastrocola
Giallo storico ambientato nella Roma Umbertina del 1888 vede protagonista il giovane Ispettore Carlo Alberto Ferrero. Piemontese, appena arrivato da Torino, reduce da una dolorosa situazione familiare, nell’impatto con l’ingestibile carattere del popolo romano impara già dai primi giorni a muoversi nell’ambiente capitolino fra popolani genuini, altoborghesi, gente di malaffare, politici e prelati. Tutti legati fra loro da fili sottili, che riconducono sempre a chi quei fili li controlla e li tira: le Loro Eccellenze!
La stesura dell’opera ha richiesto un vasto e approfondito lavoro di ricerca legislativa, storica, urbanistica, linguistica e biografica, tutto esaurientemente documentato. Se Ferrero, il corpo di polizia e alcuni personaggi minori sono figure di fantasia, i componenti delle due famiglie protagoniste ma non antagoniste, i Varesi e i Bartolini, seppur divise dagli alti confini del ceto sociale, che nella fantasia permette comunque dei contatti – contatti che facilmente avrebbero potuto esserci nello storico – sono reali e rappresentano le radici famigliari di Monica Bartolini e del marito Marco Varesi, compagno di vita. I fatti raccontati, raccolti dalle testimonianze di padri, zii e nonni non sono puramente casuali ma assolutamente veritieri.
La lettura del romanzo, scritto per buona parte in dialetto romanesco, suggerisce interessanti riflessioni di carattere antropologico, ma lo fa con ironia e leggerezza, offrendo al lettore una suggestiva panoramica sulla bonaria astuzia e l’arguzia del romano verace, capaci di aprire un nuovo orizzonte nel pensiero dell’attento, corretto e misurato Ispettore Carlo Alberto Ferrero che riuscirà, nonostante le difficoltà volontariamente poste dalle Loro Eccellenze, a risolvere brillantemente il caso, e a dare un senso alle sue scelte, almeno momentaneamente.
https://elisabettamastrocola.com/2022/10/26/alle-loro-eccellenze/
martedì 18 ottobre 2022
Giulia e Antonio Petrucci: Guglielmo ne udì delle belle quel pomeriggio... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo.
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
lunedì 17 ottobre 2022
Giulia e Antonio Petrucci: Era uno dei primi Stabilimenti balneari della città... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo.
sabato 8 ottobre 2022
Monica Bartolini: "Alle loro Eccellenze". Romanzo storico-poliziesco. Il nuovo volume della Collana Sbirri & Sbirrazzi edita I Buoni Cugini.
Non c’è luogo e momento storico della storia dell’Italia unita che mi affascini di più se non la Roma di fine XIX secolo. Alla nascita della nuova Capitale del Regno sabaudo, infatti, sono legate circostanze politiche ed economiche di portata epocale per la nostra Nazione, sottese ai grandi mutamenti che la città subì per uniformarla ai canoni urbanistici delle altre capitali europee, vicende che sono narrate nel romanzo con dovizia di particolari storici. Quello, però, rappresenta solo lo sfondo di un’investigazione poliziesca di altri tempi, con procedure antesignane delle moderne tecniche forensi alle quali, invece, ho attinto a piene mani per l’investigazione del Maresciallo (ormai Luogotenente) Piscopo in Per interposta persona. Un esempio su tutti riguarda la salvaguardia dell’integrità della scena del crimine, concetto ai giorni nostri arcinoto, ma mai normato da legge italiana prima del 1865, quando si presentò la stringente necessità di disciplinare l’unificazione di tutto l’apparato amministrativo del neonato Regno, comprese quindi le procedure di Pubblica Sicurezza. L’art. 17, comma 1, Allegato B della c.d. “legge Rattazzi”, disponeva che: “La Forza Armata che proceda a qualunque arresto, od intervenga sul luogo del commesso reato, è specialmente incaricata di sorvegliare a che sino all’intervento dell’Autorità competente non venga alterato lo stato delle cose; si presteranno però frattanto i necessari soccorsi a chi può averne d’uopo.” Ecco perché i due militari che intervengono sulla scena del crimine nei pressi di Porta Pinciana, custodiscono i luoghi nell’attesa che arrivi il Funzionario di Polizia Giudiziaria, come leggerete tra qualche pagina. Immaginare scenari criminali in una Roma completa mente trasfigurata rispetto a quella moderna è stata per me una sfida ma, parimenti, un immenso piacere. Mi auguro che valga altrettanto per voi lettori. (Dalla prefazione dell'autrice)
mercoledì 21 settembre 2022
Giuseppe Garibaldi: I Trecento. Tratto da: Clelia, ovvero Il governo dei preti. Romanzo storico politico.
Attilio, l’intemerato, a vent’anni era stato con voti unanimi eletto da quei generosi a capitano. Tanto è il prestigio del valore e della virtù, e diciamolo pure, anche dell’avvenenza e robustezza del corpo! E Attilio meritava la fiducia dei suoi compagni. Alla bellezza dell’Antinoo egli aggiungeva il profilo e il cuore del leone.
Dopo aver girato lo sguardo sull’adunanza ed essersi assicurato che tutti erano muniti di un nastro nero al braccio sinistro (segno di lutto per gli schiavi, da non deporsi sino alla liberazione di Roma, e segno di ricognizione dei trecento) Attilio così cominciò:
– Fratelli! Sono ormai due mesi che le soldatesche straniere, unico puntello del papato, devono sgombrare, e non lo fanno. Essi lordano ancora le nostre contrade, e sotto pretesti futili rioccupano le posizioni che già aveano abbandonate quando dovevano uniformarsi alla Convenzione del settembre 1864. Or tocca a noi. Pazientammo diciotto anni, subimmo il doppio giogo, egualmente esecrato, dello straniero e del prete, ed in questi ultimi anni pronti a menar le mani, fummo trattenuti da quella setta ermafrodita che si chiama de’ Moderati, e altra moderazione non ha e non usa che quella d’impedire il fare e il far bene, setta infame e divoratrice, siccome il prete, pronta sempre a patteggiare collo straniero, a far mercato dell’onor nazionale, pur d’impinguare sull’erario dello Stato, che trascina a sicura rovina.
Di fuori i nostri amici son pronti, e noi accusano di neghittosi, l’esercito, meno la parte legata alla pagnotta, è tutto con noi. Le armi che aspettavamo, per distribuire al popolo, sono giunte e stanno in luogo sicuro, di munizioni ne abbiamo più del bisogno.
A che dunque tardare più oltre? Qual nuova occasione dobbiamo aspettare? Il nostro grido sia all’armi....
E “All’armi! all’armi!” fu la risposta dei trecento congiurati.
La stanza romita dove forse gli antichi eroi venivano ancora nella notte a meditare sul servaggio delle nazioni, rimbombò al grido dei trecento giovani, che giuravano di voler libera Roma, e l’eco diffuse tra le secolari macerie dello sterminato Colosseo il maschio grido di quella coorte.
Trecento! Trecento, come i compagni di Leonida, come gli eroi dell’antica famiglia dei Fabii, erano i giovani nostri amici, i quali non avrebbero ceduto il loro posto, sia di liberatori, sia di martiri per un impero.
– Che Dio vi benedica, anime predilette, – riprese Attilio – non ebbi mai dubbio dell’unanime eroica vostra risolutezza per l’opera santa! Noi felici, cui la sorte affidò la redenzione dell’antica padrona del mondo, dopo tanti secoli di servaggio e di brutture pretine. “Or come ognuno di voi ebbe la sua parte di popolo, suddiviso per rioni, ad educare, così quella stessa parte di popolo sia da ciascuno di voi guidata il giorno della battaglia, che non sarà lontana, il giorno in cui verranno infranti i ceppi della nostra Roma, e risorgerà questo popolo, che il prete, schiuma d’inferno, il prete solo, poteva depravare, corrompere, abbrutire a tal segno, da cambiare il grandissimo fra tutti i popoli, nel più meschino, più abbietto ed ultimo popolo della terra.
Giacomo Pagano: Venerdì, 21 settembre 1866. Tratto da: Sette giorni d'insurrezione a Palermo. Avvenimenti del 1866
venerdì 16 settembre 2022
Sabato 17 settembre alle ore 17:30 presentazione del libro Sette giorni d'insurrezione a Palermo presso Laboratorio Sociale Malaspina
Giacomo Pagano: Domenica, 16 settembre 1866. Tratto da: Sette giorni d'insurrezione a Palermo. Avvenimenti del 1866
martedì 13 settembre 2022
Giacomo Pagano: Sette giorni d'insurrezione a Palermo. Avvenimenti del 1866.
Giacomo Pagano (testimone dei fatti) descrive lo svolgimento della ribellione popolare che sconvolse Palermo con il suo circondario e ripercorre giorno per giorno, quasi ora per ora le tappe del movimento insurrezionale, il formarsi delle squadre e la costruzione delle barricate, gli spostamenti per le strade nelle piazze della città, gli assalti alle carceri, la dura repressione guidata dal generale Raffaele Cadorna. Ne analizza le cause e avanza i suoi rimedi per una pacificazione degli animi, sia a livello generale sia per quanto concerne la realtà dell’Isola, onde evitare il ripetersi di nuove rivolte.
Nicolò Perniciaro: Arte e dialoghi di viddanaria a Mezzojuso. (Collana L'Isola a Tre Punte)
lunedì 5 settembre 2022
R.D.L. 5 SETTEMBRE 1938 N. 1390: Provvedimento per la difesa della razza italiana nella scuola. Tratto da: La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte e trascritte dalle sue testimonianze.
Articolo 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica.
Articolo 3. A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli insegnanti di razza ebraica che appartengano ai ruoli per le scuole di cui al precedente art. 1, saranno sospesi dal servizio; sono a tal fine equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole anzidette, gli aiuti e assistenti universitari, il personale di vigilanza delle scuole elementari. Analogamente i liberi docenti di razza ebraica saranno sospesi dall’esercizio della libera docenza.
Articolo 4. I membri di razza ebraica delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti, cesseranno di far parte delle dette istituzioni a datare dal 16 ottobre 1938-XVI.
Articolo 5. In deroga al precedente art. 2 potranno in via transitoria essere ammessi a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica, già iscritti a istituti di istruzione superiore nei passati anni accademici.
Quel 5 settembre 1938... Tratto da: La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte e trascritte dalle sue testimonianze.
martedì 23 agosto 2022
Giulia e Antonio Petrucci: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo. Recensione su "La Libertà" di Reggio Emilia
In una città che si chiama Palermo (e forse è davvero Palermo) all’inizio dell’estate succede una cosa sconcertante: l’Ente Sanitario Provinciale (ESP) annuncia che il mare risulta inquinato e la questura blocca le licenze di balneazione. I proprietari degli stabilimenti balneari, sorpresi all’inizio della stagione, entrano in agitazione e uno di essi, Guglielmo Guiscardi – un ingegnere che ha rinunciato alla professione per dedicarsi alla balneazione – passa al contrattacco. Rifatte le analisi, il mare risulta “pulito” e si fa sempre più evidente la volontà dell’ESP di porsi al servizio di un potente imprenditore che vuole cancellare gli stabilimenti balneari per costruire un nuovo quartiere.
Giunge intanto da Milano, dove si è trasferito anni prima, il fratello di Guglielmo, Enzo Guiscardi, professore di filosofia. E la storia si allarga: la battaglia per il mare diventa una battaglia contro la corruzione che sta soffocando la città.
L’estate dei microbi è costruito come un giallo, e non potrà non piacere a chi ama il genere, ma certo è molto di più: è la storia di una famiglia sullo sfondo della storia di una città.
Intorno al professore, però, e all’ingegnere Guglielmo Guiscardi, gravitano tanti personaggi “minori” (ma definirli così è fare un torto agli autori): dall’avvocato che ha rinunciato alla carriera politica per non scendere a compromessi all’onorevole che, invece, ha accettato di venire a patti con la mafia; dall’uomo vestito di bianco, l’imprenditore potente, che è simbolo di ogni potere occulto, al giornalista che cede alla tentazione di fare carriera rinunciando ai suoi ideali; da Roberto Guiscardi, il giovane sognatore, fedele alle tradizioni familiari, al fratello Corrado, che quelle tradizioni rifiuta quasi fino all’ultimo.
Ma non dobbiamo dimenticare i personaggi femminili: tre donne, che in fondo si somigliano, malgrado le differenze di età e di condizioni: la prima è Carmela, che vive accanto a Guglielmo Guiscardi senza avergli mai confessato il suo amore (e senza che lui lo capisca; per singolare, maschile incapacità di capire); la seconda è Agnese, che ha atteso per anni di darsi al professore… La terza donna è Patrizia, la ragazza che sogna il matrimonio con uno dei due giovani fratelli, Roberto e Corrado... Patrizia è la ragazza che Corrado seduce senza amarla; ma diventa il simbolo di un’estate lontana: il simbolo della giovinezza che passa con i suoi sogni.