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venerdì 16 novembre 2018

Gaspare Morfino: Dopo il 4 aprile. Dalla prefazione di Rosario Atria

Un aspetto, come s’è visto, che fortemente caratterizza il racconto di Morfino, curiosamente censito come racconto estemporaneo all’interno della Bibliografia siciliana che Giuseppe Maria Mira diede alle stampe tra il 1875 e il 1881: dicitura inesatta, che tuttavia rende bene l’idea di un’elaborazione contestuale al dispiegarsi degli eventi narrati. Eventi certamente notevoli, come d’indubbio rilievo è, nel quadro della storia risorgimentale isolana (e particolarmente della città di Palermo), la data del 4 aprile 1860, giorno dell’insurrezione antiborbonica che prese le mosse dal convento della Gancia.
La portata storica del testo di Morfino è dunque fuor di dubbio. E, a prescindere dal giudizio che si intenda accordare all’opera letteraria, innegabile è il suo valore documentale.
Quanto alla struttura narrativa, l’autore intreccia, fino alle soglie del penultimo capitolo, le vicende sentimentali di due amici, Carlo Darena e Giorgio De Alberti, secondo le regole convenzionali del romanzo sentimentale: passioni ostacolate da terzi o non approvate dalle famiglie. Non mancano caratteri, situazioni e ambienti tipici della letteratura d’appendice: basti dire della figura del persecutore (un moderno oppressore, singolarmente interpretato da Marconi, il commissario di polizia); o rinviare agli agguati e ai rapimenti, dei quali proprio colui che dovrebbe essere garante della legge è invece il mandante; o, ancora, considerare le scene da osteria, che vedono coinvolti personaggi appartenenti agli ambienti malavitosi, i quali – in cambio di favori – ottengono protezione dagli organi di polizia.
Un’occhiata, pur rapida, ai titoli dei vari capitoli permette di cogliere la disposizione interna imposta da Morfino, giocata su due poli in tensione dialettica, finzione e storia: così, nei capitoli iniziali e centrali (Due amici, Sotto il balcone, Carlo, L’uomo della via Divisi, Emilia, Rosina, Marconi, L’arresto, La Prefettura, L’agguato), si evidenzia la progressiva introduzione in fabula dei caratteri, con avviluppamento delle tessere del romanzesco; di contro, nei capitoli finali (Un po’ di politica, Il 27 maggio), da un lato fanno capolino digressioni di argomento storico, dall’altro si assiste al coinvolgimento dei personaggi d’invenzione all’interno degli eventi che portarono alla presa di Palermo da parte delle camicie rosse guidate da Garibaldi, l’eroe liberatore, che pure fa la sua apparizione nel racconto.
Era una bellissima sera del mese di aprile 1860 una di quelle sere tiepide e profumate che solo si osservano sotto il purissimo cielo di Palermo.
Nell’incipit, Morfino chiarisce le coordinate temporali della narrazione (esplicitando, ad uso dei lettori più sprovveduti, che la vicenda ha luogo nel Sessanta) e fornisce anche le coordinate spaziali entro cui si svolge l’azione, che si innesta nel tessuto urbano della città di Palermo, di cui con dovizia si riportano i nomi delle strade, delle piazze, delle porte, dei giardini, dei palazzi.
Si palesa, sin da queste prime battute, la sensazione che Morfino si rivolga ad un pubblico che ha una certa familiarità con quei luoghi e quei percorsi, sensazione che viene confermata poco dopo, in un passo in cui la condizione lavorativa delle donne è definita «una delle tanto strane anomalie della nostra città», per divenir certezza quasi sul finire del racconto: quando, a proposito della situazione politica di Palermo nella primavera del ’60, l’autore afferma che «il lettore la conosce meglio di ogni altro, perché ne fu testimonio oculare». Allo stesso modo, qualche pagina più in là, disponendosi a raccontare gli avvenimenti relativi alla liberazione della città, Morfino afferma:
Non descriverò minutamente al lettore tutta la giornata del 27 maggio perchè naturalmente ne fu testimonio oculare e se non lo fu ne avrà letta la descrizione in qualche storia contemporanea.

Gaspare Morfino: Dopo il 4 aprile. Romanzo storico siciliano, ambientato nella Palermo del 1860. 
Nella versione originale pubblicata in Palermo presso le Officine Tipografiche Priulla nel 1864. Prefazione di. Rosario Atria. (Dottore di ricerca dell’Università di Palermo, italianista, è autore di studi sulla poesia del Due-Trecento, sulla narrativa storico-popolare dell’Ottocento, sulla lirica leopardiana, sulla narrativa del secondo Novecento. Si interessa anche di storia e letteratura archeologica di Sicilia). 
Prezzo di copertina € 12,00 - Copertina di Niccolò Pizzorno 

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