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venerdì 16 novembre 2018

Gaspare Morfino: L'arresto. Tratto da: Dopo il 4 aprile. Romanzo storico siciliano

La serva andò a rapportare a Carlo, come un galantuomo assieme ad altre quattro persone del volgo voleva parlargli e non aveva voluto dire il suo nome.
Intanto l’uomo vestito di nero che non era altri che un agente di polizia era entrato arrogantemente seguito da’ suoi cagnotti e si stava col cappello in testa come se fosse in casa propria.
Carlo insospettito di questa visita misteriosa aveva guardato delle fessure della portiera gli uomini che volevano parlarlo, e facilmente ravvisò in essi de’ poliziotti. Ordinò alla serva che andasse a dire a coloro, che avesser la pazienza di aspettare un momento che sarebbe venuto. Poscia entrò nel suo gabinetto e scrisse rapidamente ed in men che si dice queste due lettere:
Caro signore
In punto vengo arrestato e tradotto in carcere. Avvisi di ciò il comitato, e dica che stasera per conseguenza non posso venire all’appuntamento.
C. Darena.
Al sig. G. Marinelli.
Ecco l’altra lettera:
Mia diletta
“l tuo presentimento si è avverato...
Mentre che ti scrivo gli sbirri aspettano nella mia anticamera per condurmi in arresto. Non temere vicino o lontano il mio pensiero volerà sempre a te, e poi ti assicuro che la mia prigionia non sarà lunga.
Carlo.

Alla contessina Pieri – Piazza Marina.
Scritte queste due lettere le consegnò alla serva per portarle ai rispettivi indirizzi; poscia entrò nella stanza dove aspettavano gli uomini di Maniscalco.
- Il signore ha da comandarmi? – domandò all’Ispettore.
- Son venuto per notificarvi – rispose questi – che per ordine dell’illustrissimo signor Prefetto siete in arresto. Vi piaccia quindi di seguirmi.
- Ah Dio mio – interruppero nello stesso tempo due voci di donna.
Erano la sorella e la madre di Carlo che avevano sentita di dietro la portiera la risposta dell’ispettore e che si precipitarono nelle stanze per stringere nelle loro braccia Carlo quasi per contenderlo agli sgherri.
- Niente niente mia care non vi affliggete. Naturalmente la polizia prende uno sbaglio o pure sarà una calunnia, ma intanto siccome in casa mia nè piove nè vi batte il sole, così il sig. Ispettore sarà cortese di levarsi il cappello.
- Eh per bacco il cappello, e se non me lo volessi levare?
- Ve lo farei levare io...
- Sfido io...
Carlo non sopportava mai simili insolenze, sicchè senza rispondere lasciò andare un gran pugno sul cappello a cilindro dell’ispettore che andò a cadere ammaccato all’altro lato della stanza.
L’ispettore divenne smorto per la rabbia mentre non si aspettava tanta audacia. Due birri con un moto simultaneo si avvicinarono a Carlo e gli afferrarono le braccia.
- Spero sig. Ispettore – disse Carlo svincolandosi da’ poliziotti – che non per questo resteremo nemici. Vi ho data una piccola lezioncina di Galateo e nulla più.
- Signore – disse l’agente di Maniscalco, raccogliendo il suo cappello – aggiungerò nel mio verbale l’insulto fattomi, intanto vi ordino di seguirmi immediatamente alla Prefettura.
- È giusto signor poliziotto, ma mi pare che il verbale per legge si deve fare sul luogo.
- Ciò non vi riguarda – rispose l’Ispettore. Carlo alzò le spalle con disprezzo, poscia stringendo ancora una volta al suo seno la madre e la sorella loro disse:
- Cessate di piangere mie care, vedete pure che io sono tranquillo, il che vuol dire che il pericolo poi non è tanto grave, come si crede, anzi sentite io vi giuro sul mio onore che la mia prigionia non sarà lunga. – A queste parole l’agente di Maniscalco sorrise sardonicamente quasi che avesse voluto dire: Questo pazzo sogna di esser messo in libertà. La madre e la sorella seguitavano a piangere silenziose senza dir parola.
Carlo sentiva intenerirsi immensamente sicchè fatto uno sforzo si svincolò dalle braccia della sua famiglia e dicendo – A rivederci – prese il braccio dell’Ispettore e discese rapidamente le scale. 

Salì in carrozza assieme a tre birri. L’Ispettore montò l’ultimo e disse al cocchiere:
- Alla Prefettura.
La carrozza si mosse seguìta dagli sguardi curiosi de’ vicini che si erano tutti affacciati al balcone per veder sortire Carlo.
I vicini sono una vera peste….


Collana Gli Introvabili - Prezzo di copertina € 12,00
Gaspare Morfino: Dopo il 4 aprile. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1860. 
Nella versione originale pubblicata dalle Officine tipografiche Priulla nel 1864. 
Con la prefazione del dott. Rosario Atria, dottore di Ricerca dell'Università di Palermo. 
Nella foto: l'ispettore Maniscalco

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