Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

mercoledì 18 dicembre 2024

Presentazioni nel mese di dicembre del libro Vuci luntani di Dario Cascio. 14 storie in siciliano tradotte in italiano e in dialetto

 22 dicembre 2024 ore 11:30 presso Via Alloro, Vicolo 4.


27 dicembre 2012 ore 18:00 presso Mondadori Bookstore Palermo San Lorenzo Mercato. 
Via San Lorenzo 288. 



Dario Cascio: Vuci luntani. 14 storie in siciliano tradotte in italiano e in dialetto. 

CONSEGNA GRATUITA PER CHI ORDINA DA  PALERMO

 

Isbn: 979-1255470441

Pagine 250 - Prezzo di copertina € 15,00

Prefazione: Salvatore Giammarresi 

Traduzione dei testi in italiano e in inglese: Dario Cascio

Illustrazioni e copertina con I.A.: Dario Cascio


In audiolibro su:

Streetlib Store 

https://store.streetlib.com/fiction/vuci-luntani-853838/

Google Play

https://play.google.com/store/audiobooks/details/Dario_Cascio_Vuci_luntani?id=AQAAAEDyATZB1M&hl=it

Il narratore

https://www.ilnarratore.com/it/search-results/?action=search&productids=15668

Bookbeat

https://www.bookbeat.com/it/search?page=1&query=Vuci+luntani&title=Vuci+luntani

Kobo plus

 

Ti propongo 14 racconti che, in maniera diversa, narrano di un’Isola piena di meraviglie e contraddizioni, dove Palermo e la Sicilia sono insieme rifugio ed enigma, luce e penombra. 

14 storie in siciliano, ma tradotte anche in italiano e in inglese, tutte nello stesso libro. Storie personali che ho deciso di raccontare e storie inventate di sana pianta, ma con radici profonde nell’Isola a tre punte. 

Ogni racconto nasce come una confidenza discreta, un’immagine catturata nella mia terra e offerta a chiunque desideri immergersi nelle sue sfumature. Troverai frammenti d’infanzia vissuta per le strade della Sicilia e lunghi viaggi verso mete lontane. 

Se scegli di aprire questo libro, sappi che entrerai in un luogo molto intimo. Non solo per me. Tutti i siciliani, vicini e lontani conservano gelosamente lo stesso “luogo intimo!” nel loro cuore. È quel luogo che profuma di zagara e panelle fritte, di ricordi che non si cancellano. 




Il volume è disponibile:
- dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna gratuita a Palermo. Con corriere ovunque). Si può acquistare anche alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296.
https://www.ibuonicuginieditori.it/shop-online?ecmAdv=true&page=1&search=vuci%2520luntani
Su tutti gli store online.
In libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro) Libreria Nike (Via Marchese Ugo 56), Libreria Modusvivendi (Via Quintino Sella 79), La Nuova Ipsa (Via dei Leoni 71).

Domenica 22 dicembre ore 11:30 Dario Cascio presenta: Vuci luntani. Vicolo 4, via Alloro - Palermo



Dario Cascio: Vuci luntani. 14 storie in siciliano tradotte in italiano e in dialetto. 

CONSEGNA GRATUITA PER CHI ORDINA DA  PALERMO

 

Isbn: 979-1255470441

Pagine 250 - Prezzo di copertina € 15,00

Prefazione: Salvatore Giammarresi 

Traduzione dei testi in italiano e in inglese: Dario Cascio

Illustrazioni e copertina con I.A.: Dario Cascio

 

In audiolibro su:

Streetlib Store 

https://store.streetlib.com/fiction/vuci-luntani-853838/

Google Play

https://play.google.com/store/audiobooks/details/Dario_Cascio_Vuci_luntani?id=AQAAAEDyATZB1M&hl=it

Il narratore

https://www.ilnarratore.com/it/search-results/?action=search&productids=15668

Bookbeat

https://www.bookbeat.com/it/search?page=1&query=Vuci+luntani&title=Vuci+luntani

Kobo plus

 

Ti propongo 14 racconti che, in maniera diversa, narrano di un’Isola piena di meraviglie e contraddizioni, dove Palermo e la Sicilia sono insieme rifugio ed enigma, luce e penombra. 

14 storie in siciliano, ma tradotte anche in italiano e in inglese, tutte nello stesso libro. Storie personali che ho deciso di raccontare e storie inventate di sana pianta, ma con radici profonde nell’Isola a tre punte. 

Ogni racconto nasce come una confidenza discreta, un’immagine catturata nella mia terra e offerta a chiunque desideri immergersi nelle sue sfumature. Troverai frammenti d’infanzia vissuta per le strade della Sicilia e lunghi viaggi verso mete lontane. 

Se scegli di aprire questo libro, sappi che entrerai in un luogo molto intimo. Non solo per me. Tutti i siciliani, vicini e lontani conservano gelosamente lo stesso “luogo intimo!” nel loro cuore. È quel luogo che profuma di zagara e panelle fritte, di ricordi che non si cancellano. 




Il volume è disponibile:
- dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna gratuita a Palermo. Con corriere ovunque). Si può acquistare anche alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296.
https://www.ibuonicuginieditori.it/shop-online?ecmAdv=true&page=1&search=vuci%2520luntani
Su tutti gli store online.
In libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro) Libreria Nike (Via Marchese Ugo 56), Libreria Modusvivendi (Via Quintino Sella 79), La Nuova Ipsa (Via dei Leoni 71).

lunedì 16 dicembre 2024

Fiorino d'oro a Pippo Lo Cascio per il volume: L'ombra del re Sole in Sicilia. La guerra civile di Messina 1674-1678 edito I Buoni Cugini

Vince il Fiorino d'oro nel XLI Premio Firenze:

Pippo Lo Cascio
L’OMBRA DEL RE IN SICILIA
La guerra civile di Messina 1674-1678
(I Buoni Cugini Editori - Palermo 2023)

con la seguente motivazione:

Nella seconda metà del ‘600, le condizioni di vita della Sicilia, allora vicereame della monarchia spagnola, divennero sempre più precarie fino a quando nel 1671 iniziò una serie di rivolte popolari. Ottenuto il sostegno della Francia di Luigi XIV, il Re Sole, grazie all’intervento delle truppe francesi le autorità spagnole furono espulse dalla città nel 1674. Messina cadde allora sotto il dominio francese, ma con la pace di Nimega del settembre 1678 essa tornò di nuovo sotto il governo spagnolo. Nel quadriennio in cui nella città si alternarono le potenze straniere, scoppiarono vendette fratricide tra chi aveva sostenuto gli spagnoli o i francesi, mentre il popolo continuava a soffrire la fame. 

L’opera di Pippo Lo Cascio è la prima ricostruzione completa, fondata sulle fonti dell’archivio e sull’analisi della storiografia specialistica, del contesto economico, politico e sociale entro il quale maturò, si svolse e si spense la rivolta antispagnola.
Oltre che da numerose illustrazioni dell’epoca, la trattazione è arricchita dalla trascrizione del manoscritto, circa 300 pagine, della Historia delle guerre civili di Messina, scritta da Don Francesco Lo Cascio tra il 1680 e il 1700: cronaca nella quale si coglie appieno la drammaticità degli eventi storici di quegli anni. Con questo libro, cui viene attribuito il Fiorino d’oro, Pippo Lo Cascio corona la sua pregevole serie di studi su eventi cruciali della storia della Sicilia, isola strategica al centro del Mediterraneo, contrastato e tormentato mare, ieri come oggi.


La Giuria del Premio Firenze

 http://www.centrofirenzeuropa.it/pippo-lo-cascio.html

Il volume è disponibile:
dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia. Puoi ordinare al WhatsApp 3894697296 o alla mail ibuonicugini@libero.it. Consegna gratuita per chi ordina da Palermo.
Su tutti gli store online e in libreria presso: 
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro), La Nuova Ipsa (Via Leoni 79), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56). 

martedì 10 dicembre 2024

Dario Cascio: Vuci luntani. 14 racconti in siciliano. Audiolibro

Ti propongo 14 racconti che, in maniera diversa, narrano di un’Isola piena di meraviglie e contraddizioni, dove Palermo e la Sicilia sono insieme rifugio ed enigma, luce e penombra.
14 storie in siciliano, ma tradotte nel formato cartaceo anche in italiano e in inglese, tutte nello stesso libro.
Storie personali che ho deciso di raccontare e storie inventate di sana pianta, ma con radici profonde nell’Isola a tre punte.
Ogni racconto nasce come una confidenza discreta, un’immagine catturata nella mia terra e offerta a chiunque desideri immergersi nelle sue sfumature. Troverai frammenti d’infanzia vissuta per le strade della Sicilia e lunghi viaggi verso mete lontane.
Se scegli di ascoltare questo libro, sappi che entrerai in un luogo molto intimo.
Non solo per me. Tutti i siciliani, vicini e lontani conservano gelosamente lo stesso “luogo intimo!” nel loro cuore. È quel luogo che profuma di zagara e panelle fritte, di ricordi che non si cancellano.

Dario Cascio - The Sicilian Wanderer
 
Costo audiolibro: € 8,50
Disponibile ai seguenti link:
Streetlib Store 
Google Play
Il narratore
Bookbeat
Kobo plus


Dario Cascio: Vuci luntani. 14 racconti in siciliano 
Narratore: Dario Cascio
Voce femminile nel cunto Ulisse si persi: Emanuela Trovato
Voci di bambini nel cunto Cu vinci abbusca: Cascio Alice e Cascio Lorenzo
Arrangiamento musiche e rumori di fondo: Dario Cascio
Copertina con I.A.: Dario Cascio
Durata: 01:54:09
Dimensione: 157 mb

Formato cartaceo: https://www.ibuonicuginieditori.it/shop-online?ecmAdv=true&page=1&search=vuci%2520luntani

Un nuovo volume si aggiunge oggi alla collana L'Isola a Tre Punte: Vuci luntani di Dario Cascio. 14 racconti in siciliano tradotti in italiano e in inglese. Anche in audiolibro

Isbn: 979-1255470441
Pagine 250 - Prezzo di copertina € 15,00
Prefazione: Salvatore Giammarresi 
Traduzione dei testi in italiano e in inglese: Dario Cascio
Illustrazioni e copertina con I.A.: Dario Cascio

Ti propongo 14 racconti che, in maniera diversa, narrano di un’Isola piena di meraviglie e contraddizioni, dove Palermo e la Sicilia sono insieme rifugio ed enigma, luce e penombra. 
14 storie in siciliano, ma tradotte anche in italiano e in inglese, tutte nello stesso libro. Storie personali che ho deciso di raccontare e storie inventate di sana pianta, ma con radici profonde nell’Isola a tre punte. 
Ogni racconto nasce come una confidenza discreta, un’immagine catturata nella mia terra e offerta a chiunque desideri immergersi nelle sue sfumature. Troverai frammenti d’infanzia vissuta per le strade della Sicilia e lunghi viaggi verso mete lontane. 
Se scegli di aprire questo libro, sappi che entrerai in un luogo molto intimo. Non solo per me. Tutti i siciliani, vicini e lontani conservano gelosamente lo stesso “luogo intimo!” nel loro cuore. È quel luogo che profuma di zagara e panelle fritte, di ricordi che non si cancellano. 
 
Io nella mia vita quattro cose so:
- So esattamente come venne fondata Palermo.
- So che Ulisse è tornato in Sicilia secoli dopo la fine dell'Odissea.
- So che le stelle, a volte, si spengono.
- So che sotto la Sicilia ci sono tunnel e affreschi. 
E tutte queste cose le so perché me le sono inventate. 
Tutte. 
E ci scrissi un libro.
Che poi è quello che hai tra le mani…
Allora ti do un consiglio: siediti comodo, scegli la tua bevanda preferita e inizia a leggere il primo racconto.
E già che ci sei, prendi anche un paio di cuffie, perchè Vuci luntani è anche un audiolibro. 
 
Dario Cascio - The Sicilian Wanderer

Dario Cascio: Vuci luntani. 14 racconti in siciliano con traduzione in italiano a fronte e traduzione in inglese. 
Isbn: 979-1255470441
Pagine 250 - Prezzo di copertina € 15,00
Prefazione: Salvatore Giammarresi 
Traduzione dei testi in italiano e in inglese: Dario Cascio
Illustrazioni e copertina con I.A.: Dario Cascio
Disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su tutti gli store di vendita online.
In libreria (ad oggi) presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita centro commerciale Conca d'Oro), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60), Mondadori Bookstore Palermo San Lorenzo mercato (via S. Lorenzo 288)
Audiolibro disponibile ai seguenti link:

lunedì 25 novembre 2024

Un nuovo volume si aggiunge alla Collana L'Isola a Tre Punte: Vuci luntani di Dario Cascio

 DISPONIBILE DAL 10 DICEMBRE ANCHE IN AUDIOLIBRO

 

Isbn: 979-1255470441

Pagine 250 - Prezzo di copertina € 15,00

Prefazione: Salvatore Giammarresi 

Traduzione dei testi in italiano e in inglese: Dario Cascio

Illustrazioni e copertina con I.A.: Dario Cascio


 

Dal 10 dicembre in audiolibro su tutti gli store online.

 

Ti propongo 14 racconti che, in maniera diversa, narrano di un’Isola piena di meraviglie e contraddizioni, dove Palermo e la Sicilia sono insieme rifugio ed enigma, luce e penombra. 

14 storie in siciliano, ma tradotte anche in italiano e in inglese, tutte nello stesso libro. Storie personali che ho deciso di raccontare e storie inventate di sana pianta, ma con radici profonde nell’Isola a tre punte. 

Ogni racconto nasce come una confidenza discreta, un’immagine catturata nella mia terra e offerta a chiunque desideri immergersi nelle sue sfumature. Troverai frammenti d’infanzia vissuta per le strade della Sicilia e lunghi viaggi verso mete lontane. 

Se scegli di aprire questo libro, sappi che entrerai in un luogo molto intimo. Non solo per me. Tutti i siciliani, vicini e lontani conservano gelosamente lo stesso “luogo intimo!” nel loro cuore. È quel luogo che profuma di zagara e panelle fritte, di ricordi che non si cancellano. 

 

Io nella mia vita quattro cose so:

- So esattamente come venne fondata Palermo.

- So che Ulisse è tornato in Sicilia secoli dopo la fine dell'Odissea.

- So che le stelle, a volte, si spengono.

- So che sotto la Sicilia ci sono tunnel e affreschi. 

E tutte queste cose le so perché me le sono inventate. 

Tutte. 

E ci scrissi un libro.

Che poi è quello che hai tra le mani…

Allora ti do un consiglio: siediti comodo, scegli la tua bevanda preferita e inizia a leggere il primo racconto.

E già che ci sei, prendi anche un paio di cuffie, perchè Vuci luntani è anche un audiolibro. 

 

Dario Cascio - The Sicilian Wanderer


Dal 10 dicembre il volume sarà disponibile:

dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)

https://www.ibuonicuginieditori.it/shop-online?ecmAdv=true&page=1&search=vuci%2520luntani


Su tutti gli store di vendita online.

In libreria. 

In audiolibro disponibile su tutti gli store di vendita online. 

giovedì 21 novembre 2024

Un nuovo volume si aggiunge alla collana Almeno Un Morto: AA.VV.: Delitti al Thriller Café vol. 3

Isbn: 9791255470427
Pagine 210 - Prezzo di copertina € 18,00
Copertina di Francesco Gnozzi, in arte Froz
A cura di: Giuseppe Pastore e Ivo Tiberio Ginevra
Prefazione di Matteo Bortolotti
Giuria del Premio: Sara Bilotti, Alessandro Berselli e Matteo Bortolotti
Giudice unico del premio speciale in ricordo dello scrittore Gianpaolo Zarini: Andrea Novelli
 
Da quando ho creato il sito internet Thriller Café, una delle realtà editoriali online più seguite e apprezzate, ho avuto modo di comprendere meglio quanta qualità nascosta ci sia nei cassetti di tante persone che amano il giallo e si cimentano a scrivere. È anche, e soprattutto per aiutare questi scrittori poco noti a emergere, che è nato il Concorso Letterario di Thriller Café. Un premio che nelle sue prime tre edizioni è stato caratterizzato da super giurie importanti e da concorrenti validi. Un premio che tuttavia non ambisce a posizionarsi come "prestigioso" ma che vuole dare un’opportunità concreta di raggiungere un pubblico a nuove penne affilate. 
 

Giuseppe Pastore 
Il barman di Thriller Café

Albo d'Oro 2024
Sezione A – Racconti fino a 8.000 battute 
1° Niente di più buono di Maria Carolina Guidotti 
2° La mala luna di Adele Murino 
3° Infinito presente di Alessandra Ricci 
Sezione B – Racconti fino a 20.000 battute 
1° La lettera di Maria Angela Maretti 
2° Chi erano di Claudio Righenzi 
3° Angeli in terra di Roberto Rapastella 
Premio Gianpaolo Zarini: Giudice unico Andrea Novelli 
La terapia di Andrea Zavagli 

SEZIONE A - Racconti brevi selezionati dalla Giuria meritevoli di pubblicazione
GUARDAMI di Sara Holst 
NON CAPITA TUTTI I GIORNI di Gianmarco Maggiora 
INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Vittorio Martucci 
NINJA di Nicola Sgaramella

SEZIONE B - Racconti brevi selezionati dalla Giuria meritevoli di pubblicazione
MUSICA DA CAMERA di Gabriele Astolfi 
42 di Andrea Bacchiet 
MARIOLINA ERA UNA DONNA CHE GUARDAVA di Luigi Borlenghi 
CAMERA 412 di Giuliano Fontanella 
SPRECO di Ida Sassi 
È STATO UN BEL SAN VALENTINO di Chiara Scarafiotti 
NECESSARIAMENTE SCAPOLO di Andrea Zavagli  

Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime, Ibs/Feltrinelli e tutti gli store di vendita online.
In libreria. 



lunedì 4 novembre 2024

Salvatore Cuccia: 04 novembre 1918: c'è l'Armistizio! Tratto da: Era la fine del mondo. Un soldato siciliano nella Grande Guerra.

Ora siamo nel mese di Ottobre, ci portarono a Castelfranco Veneto, un bel paese ma disabitato che era vicino il Piave, vicino Montello, si preparava una grande offensiva, si vedeva arrivare tante munizioni, il cuore ci palpitava. Un giorno Totò Calì Pezzaniura mi disse
«Domani me ne vado all’Ospedale.» 
«Ma che ti prendi qualche pillola per farti venire la febbre?» 
«No non l’ho.» 
«Ma tu ti salvi, e io non so come mi finisce, così racconterai ai miei quando vai a casa.» 
Intanto l’indomani se ne andò all’Ospedale.
Era l’ultimo di Ottobre, la sera come fece scuro ci fecero appostare davanti il Piave a sinistra di Montello, c’era ancora un vigneto con l’uva che nessuno poteva raccoglierla e cominciammo a mangiare, quei forti bombardamenti nostri e di loro, il cuore ci palpitava dicendo
«L’ultima uva che ci mangiamo e moriamo.» 
La sera verso le 9 ci diedero ordine di passare il Piave con delle passerelle di tavole, che pareva che l’acqua ci portasse via. Appena passammo non tutti ancora, scoppia una granata e sentivo tanti lamenti, feriti, morti, volevo scatenarmi in mezzo ai retticolati, che mi strappai tutto, riflettori che ci facevano luce, finalmente mi scatenai, tutta la notte andare avanti, qualche pattuglia di loro si faceva sentire ma noi l’annientavamo con mitraglie. 
La mattina arrivati in un paesino, non mi ricordo come si chiamava, c’era qualche famiglia lacera morta di fame. Noi zappatori il giorno coprivamo fossi di granata e la sera andare avanti tutta la notte. Il secondo giorno in un paesino vidi una bambina che pareva un palloncino. Le dissi
«Quanti anni hai?» 
«Fra quattro mesi compisco 13 anni.» 
E un giorno o l’altro doveva dare alla luce un bimbo o bimba
«E ti sei data agli Austriaci?» 
«No, due mi tenevano e uno di sopra, io già a dodici anni ero signorina.» 
C’erano ragazzine a 12 o 13 anni ma più alte e più formate ma questa era proprio piccolina. 
Il giorno 3 novembre arrivammo in un paesino chiamato Follina proprio vicino Vittorio Veneto, c’era l’ospedale Austriaco ma rimase solo qualche moribondo, gli altri partirono tutti. La sera del 3 verso le sette eravamo pronti per andare avanti, si presenta un Tenente medico ma non era del nostro Reggimento, mi disse
«Di dove sei?» 
«Da Palermo, paese Villafrati.» 
«Io sono il dottore Calderone da Marineo.» 
Che già questo è morto ora da due o tre anni, e mi disse
«Pietro Mauro è stato assieme con me.» 
Veramente abbiamo provato piacere essere vicini di paese; ci abbiamo salutato e se ne andò. In questo mentre viene il nostro Tenente Bielli 
«Ragazzi, se mi promettete che non parlate vi do una grande notizia.» 
«Cosa c’è signor Tenente?» 
«Voi lo giurate che non parlate?» 
«Lo giuriamo.» 
«C’è l’Armistizio!» 
Che giurare e giurare, cominciammo a gridare, c’è l’Armistizio, le compagnie ma i zappatori uscirono pazzi, e sempre gridando, il Tenente
«Silenzio!» 
Ma che silenzio e silenzio, noi sempre a gridare e cominciano a gridare pure le compagnie. Allora gridi, pianti della gioia, ci abbracciavamo come tanti fratelli, allora ebbimo ordine di ritornare indietro, che tutti in allegria a cantare e gridare, e buttare razzi luminosi in aria e di notte stessa si vedeva in aria fino a mare tutto illuminato, che tutti gli altri lo seppero pure. 
La mattina siamo arrivati a Pieve di Soligo, un bel paesetto ma poca gente perché erano tutti scappati che c’era la guerra, noialtri ebbimo ordine di fare un palco che il nostro Generale doveva fare la parlata, ma miei compagni diversi analfabeta, volevano che gli scrivevo io alle loro famiglie. 
«Cuccia mettiti a sedere e scrivi ai miei.» 
E così prima scrissi a mio padre e madre, fratelli e tutti e poi a loro. La nostra gioia era grande di avere finita quella insopportabile guerra. Verso le dieci arriva un nostro caccia a bassa quota, e butta dei manifestini
«Sono il sergente tizio.» 
I borghesi dicevano 
«Questo sergente è di qua, eccola quella casa con quel buco di una granata è di lui, e suo padre poverino morì quando scoppiò quella granata, lui certo non sa niente.» 
Verso mezzogiorno il Generale ci fece la parlata dicendo di essere orgoglioso che l’esercito Italiano ha vinto combattendo contro un forte Impero. Siamo stati in quel paese tre giorni, e poi siamo partiti, traversando Treviso, Padova, Vicenza, Verona, arrivati vicino al lago di Peschiera, un paese chiamato Pozzolengo, le strade erano tutto fango, che oggi mi dicono che è un bel paese di villeggiatura, (si capisce che la gente vanno a farsi i bagni) e tutta questa strada facendola sempre a piedi col zaino addosso, ma la strada non ci pareva che eravamo contenti, che la guerra era finita, stiedimo a traversare quelle province 12-14 giorni.



Salvatore Cuccia: Era la fine del mondo. Un soldato siciliano nella Grande Guerra.
Le memorie del soldato Salvatore Cuccia, partito per il fronte da Villafrati il 23 settembre 1916 e congedato il 10 aprile 1920. Copiate dal manoscritto, lasciato nella sua originalità. 
Introduzione del nipote Salvo Cuccia, regista cinematografico.
Prefazione di Santo Lombino.
Pagine 104 - Prezzo di copertina € 10,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
https://www.ibuonicuginieditori.it/shop-online?ecmAdv=true&page=1&search=era%2520la%2520fine%2520del%2520mondo
Disponibile su tutti gli store di vendita online e in libreria.

Annunciata Beatrice Arrigoni: La seconda battaglia del Piave e la vittoria... Tratto da: Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale.

Pinocchio trovatosi libero un’altra volta, prese le carte che gli parvero più importanti, le cacciò in quella valigia miracolosa, e cercò e trovò il modo e l’ora di mandarle al nostro Comando d’Informazioni, che si trovò al corrente dei piani e dei propositi del barbaro invasore e potè prepararsi alla riscossa. Pinocchio sparì, non si sa dove...
L’alto comando austriaco era stato affidato all’arciduca Giuseppe creato homo regius dall’Imperatore per il supremo tentativo di salvare la monarchia in isfacelo. La sera del 26 ottobre 1918 poco dopo l’imbrunire, una densa nebbia autunnale, scendeva dalla montagna a svelare la bassura.
Alle 8 i pontieri della XIIa Armata mista al comando del gen. F. Graziani, dell’VIIIa armata nostra al comando del gen. Caviglia e della Xa armata mista al comando di lord Caven, iniziavano il passaggio del Piave in tre zone distinte. Alle 10 il 1° fronte di barche toccava la riva sinistra e alle 11 il 2°.
Innanzi alla mezzanotte le nostre truppe cominciavano il passaggio del fiume rapido e rabbioso, largo in media oltre 1 Km. davanti al Montello, dilagando in breve su tutta la spianata alla conca di Sernaglia.
Alle 4 le artiglierie nemiche rompevano finalmente il silenzio con tiri di sbarramento da Pederobba alla Priola sur un fronte di 20 Km. Le nostre ribattevano all’unisono, tambureggiando, investendo il fronte della 6a armata comandata dal principe di Schoenburg da Valdobbiadene a Susegana e l’ala dell’Isonzo Armè, comandata dal general Von Wurm Wenzel dalla Priola a Roncadelle. All’alba, nonostante il nubifragio, le tre armate 12a, 8a e 10a, avevano creato sulla sinistra del fiume tre solide teste di ponte con l’aiuto degli aeroplani, così che le nostre truppe irrompevano profondamente nella pianura, sfondando il duplice fronte della difesa. L’obbiettivo del Comando italiano era di puntare in direzione di Vittorio per isfondare la linea nemica nel suo tratto di maggiore sensibilità, separare le armate avversarie ed avvolgerle e con tale azione incatenare sul Grappa le numerose forze in linea e richiamarvi quelle di riserva per la strada di arroccamento Feltre, Ponte delle Alpi, Vittorio. E così fu.
Sotto l’irresistibile pressione delle armate 12a e 8a, si rompevano continuamente le linee di ferro del nemico l’8a armata si gettava sulle Prealpi, puntando alla conca di Belluno; per effetto di questo poderoso colpo le armate austriache del Piave vennero nettamente divise da quelle del Trentino e spezzate in due tronconi. La disfatta del nemico veniva effettuata dall’entrata in lotta della 3a armata italiana. La 12a armata espugnava liberamente la conca di Feltre e la stretta di Quero. La sera del 29, l’8° Corpo s’impadroniva di Susegana, il 18° di Conegliano, i lancieri di Firenze e i bersaglieri ciclisti occupavano Vittorio.
Sotto l’irresistibile pressione combinata delle tre armate di manovra, il fronte frettolosamente rinsaldato dal nemico su posizioni retrostanti, veniva di nuovo sfondato in più punti.
La sera del 31 i battaglioni “Exilles” e “Pieve di Cadore” entravano in Feltre fra l’entusiasmo della popolazione, scacciandone il nemico disorientato; il reggimento Cavalleria Padova la mattina del 1° novembre sorpassando la vetta del Grappa si slanciava verso Belluno. Tutto l’esercito dallo Stelvio al mare avanzava come una poderosa valanga, travolgendo il nemico.
Chi dirà tutta la grandiosa epopea che si svolse in quei tre giorni di tremenda battaglia? Chi numererà le armate, le divisioni, i reggimenti che si segnalarono in quella lotta? Chi le stazioni del duello mortale, gli ardimenti, le imprese? Forse la penna di un Omèro, di un Ossian, di un Milton? Verrà giorno in cui qualche poeta sorgerà a quelle grandi altezze e placherà col canto le Ombre immortali.
L’avversario non essendo più capace di ristabilire le linee spezzate, si ritirava. Si ritirava in modo tumultuario, tentando tenaci resistenze isolate, ostinandosi sui salienti montani, perdendo cannoni, materiali, prigionieri, sempre inseguito dai nostri. E i nostri soldati, passando traverso imboscate, agguati e insidie d’ogni sorta rovesciarono d’impeto tutte le resistenze e spazzarono via come un fetido accampamento di zingari tutto ciò che l’austriaco fuggendo aveva lasciato: il suo tanfo, la sua bava, il suo sudiciume, in quelle case profanate dov’erasi perpetrato un ladroneccio minuto e quotidiano, dove gli Ungheresi, i Germanici, i Turchi, i Bulgari erano entrati a rubare pane e onore col più cinico degli oltraggi con una frenesia di criminali esasperati. La disfatta nemica già delineatasi fin dal 28, decisa il 29, precipitava il 30; il 31 il suo fronte del Grappa era crollato, il 1° novembre quello dell’Altopiano e con essa si dissolse l’esercito nemico. Così a un anno di distanza, quell’esercito austriaco che seguendo le avanguardie germaniche aveva spezzato il nostro fronte, ebbe a sua volta il fronte spezzato, e ripiegava inseguito dai nostri e dalle maledizioni degli oppressi.
Le truppe italiane alle ore 15 e ¼ entravano in Trento al trotto serrato: prima gli squadroni di Alessandria, poi le “Fiamme verdi”, poi gli Alpini “Pavione”, poi i fanti della “Volturno” fra una pioggia di fiori e un delirio di applausi.
Sui monti si combatteva ancora l’ultima battaglia. Il nemico raccoglieva le sue ultime forze a resistere; erano gli ultimi tratti di una belva che muore, le ultime scintille di un grande incendio che dopo aver divampato in pianura illanguidisce e si spegne. Il nemico raccoglieva le vele.
D’un tratto fu visto Pinocchio staccarsi sull’orizzonte, correre con due bandiere e salire su di un monte in vista al nemico. Tutti stettero stupiti a guardarlo. Giunto lassù, dove nessun nemico era mai potuto salire, né alpinista, né guerriero, si fermò, con gli abissi sotto ai piedi, con la testa nel sole, come in una gran gloria d’oro. Fu visto spiegare un vessillo con una grand’aquila a due teste nel mezzo; l’odiata bandiera austriaca. Da principio fu un urlo generale dei nostri, un applauso generale dell’esercito nemico. Poi la scena cambiò. Fu visto Pinocchio lanciare con le braccia una maledizione al nemico, poi avvicinare una face alla bandiera che divampò fra un urlo generale di gioia e di imprecazioni.
Allora incominciò lo scoppiettìo della fucileria avversaria. Cessato l’incendio, il gran gigante di legno spiegò al vento un’altra bandiera assai più bella, dai tre colori simbolici; il rosso dei siculi vulcani, il bianco delle nevi alpine, il verde delle pianure lombarde; con la gran croce dei Savoia inquartata nel mezzo e scritto a grandissimi caratteri “Vittoria!” e la piantò fissa sul cucuzzolo del monte.
- Viva Foch e Diaz! – gridò Pinocchio.
Abbasso s’intonò l’inno di Garibaldi, fra un coro di voci, imponente...


Annunciata Beatrice Arrigoni: Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale. 
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato nel 1920 dalla Società Tipografica Artigianelli di Pavia. Illustrato con le immagini dell'epoca. 
Pagine 124 - Prezzo di copertina € 16,00
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime e al venditore I Buoni Cugini, Ibs e tutti gli store di vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e Centro Commerciale Conca d'Oro), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60). 

venerdì 18 ottobre 2024

Annunciata Beatrice Arrigoni: Pinocchio è cresciuto un giovinetto ammodo, e parte pel fronte... Tratto da Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale

Il Collodi finisce il suo libro cambiando il Pinocchio di legno in un bel ragazzetto. Il nuovo libro o libretto che sia, piglia le mosse da questo punto. Pinocchio è cresciuto un giovinetto ammodo, e va soldato. 
In quartiere commette qualche marachella adatta all’indole sua, ma è sempre un fior di galantuomo. Dovendo partire pel fronte, vien mandato in breve licenza e trova nel portamonete d’avorio che la fata dai capelli turchini gli aveva lasciato, un biglietto che gli insegna il modo di tornare di legno per rendersi invulnerabile. Immaginarsi quante prodezze! I reticolati non gli daranno scariche fulminanti, la neve non gli congelerà i piedi, le schioppettate gli faranno qualche piccolo guasto che sarà subito aggiustato con chiodi e martello. Adibito ai servigi più disperati farà cose incredibili. Sono avventure rocambolesche. Prende parte a tutti i combattimenti. Così alla storia va unita la leggenda, all’istruzione il diletto. Corre ai reticolati e le sentinelle credendosi inseguite da un morto resuscitato, volgono in fuga precipitosa. Posto di vedetta, su di un monte, è incalzato dalla neve; un Kaiserjäger lo colpisce al fianco con una palla, egli cade e rotola giù pel monte e giunge a valle in valanga e seppellisce il nemico raccolto a simpòsio dentro una caverna; preso dal nemico in una tagliola di lupo, corre pericolo d’esser bruciato, ma si libera legandosi alla coda di un aeroplano che impegna battaglia. Prende parte alla conquista di Gorizia; in autunno cala negli stagni, e in un modo bizzarro si dà alla caccia delle anitre per la mensa dei suoi ufficiali. 
Creatura fra l’uomo e il regno vegetale, capisce il linguaggio degli animali, e trovandosi di guardia alla scuderia, sorprende il dialogo di due cavalli tedeschi; durante una notte di tempesta, sconquassa gli armamenti del campo nemico. È anch’esso con le brigate gloriose che dànno la scalata al Monte Santo; alla presa di Caporetto fa la parte di Laocoonte, cercando sventare il tradimento, ma è travolto dall’onda incalzante e, fatto prigioniero, viene mandato alla corte del Kaiser come opera d’arte insieme col bottino di guerra. Approfitta della notte dei morti per spaventare l’imperatore nelle sue stanze, poi trova la fuga cavalcioni ad un’aquila. 
Il racconto tien dietro fedelmente alla cronaca dei giornali. Perciò, quando l’imperatore Carlo cade in un fiume tributario dell’Isonzo, è lui che ha spaventato lo chaffeur, indi si salva a nuoto giù pel fiume, e passando per l’Adriatico, raggiunge i nostri al Piave. Salito su di un monte inaccessibile, si apparta in Italia dalla schiera dei combattenti e si fabbrica un meraviglioso aeroplano dalle cento eliche, col quale vola ad affrontare il ciclone del 12 dicembre sul Veneto, poi visita con Gelindo, la notte di Natale, Gerusalemme, presa dal Generale Allemby e al ritorno si sostituisce sulla forca ad una povera donna per salvarla, e salva anche sé. Incontratosi un giorno in un personaggio strano, apprende come siano stati mobilitati perfino i seleniti e fatti sbarcare dalla luna sulla terra per combattere coi tedeschi. Va fino al campo di Mauthausen nella gran cassa di un capo tamburo austriaco e torna pei due rami a Y di un vulcano spento. Con la ferrovia transiberiana imprende poi il viaggio fino al Giappone, dove riceve onori trionfali e ne ritorna carico d’oro per il 5° prestito nazionale. I tedeschi hanno inventato il cannonissimo col quale bombardarono Parigi ed egli va a punire gli artiglieri dopo essersi salvato in un modo assai bizzarro la prima volta, in un modo ancor più bizzarro la seconda. Fa un viaggio all’inferno e vi trova tutti i dannati di guerra e torna in vicinanza al Grappa su di un drago alato per virtù della sua fata. Assiste alla prima battaglia del Piave. Chiuso tra i nemici sulla sponda sinistra del Piave, se ne libera dando libertà alle fiere di un circo, poi col mezzo d’una valigia di calabroni toglie allo Stato Maggiore nemico i piani di guerra che fa pervenire al nostro Comando. Assiste alla seconda battaglia del Piave. 

Il racconto, come si vede, è fantastico e le azioni che compie Pinocchio sono tutte compatibili colla sua natura e in conformità degli avvenimenti. Il libro, che è palpitante di attualità, piacerà non solo ai piccoli, ma anche ai grandi. Sono 29 capitoli; 29 racconti cui va intessuta la storia, la geografia, l’umorismo. 
Una cosa di notevole: Pinocchio, il mio Pinocchio, non è più un ragazzo, il solito ragazzo descritto fin qui dagli altri valenti Autori; è un uomo serio. Sui ventiquattro anni o giù di lì, alto, dal naso alquanto lungo, tonso completamente poiché di legno, e robustissimo. E comincio senz’altro la mia storia. 


Annunciata Beatrice Arrigoni: Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale.
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato nel 1920 dalla Società Tipografica Artigianelli di Pavia. Illustrato con le immagini dell'epoca. 
Pagine 124 - Prezzo di copertina € 16,00
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime e al venditore I Buoni Cugini, Ibs e tutti gli store di vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e Centro Commerciale Conca d'Oro), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60). 

mercoledì 9 ottobre 2024

Dal 1871 ritorna ai lettori "Gabriele Lambert" novella di Alexandre Dumas. Collana Gli introvabili edita I Buoni Cugini

 
Isbn: 979-1255470458
Pagine 160
Prezzo di copertina € 
 
Pubblicata per l'ultima volta in Italia nel 1871, rivive oggi in queste pagine Gabriele Lambert, la novella di Alexandre Dumas oramai dimenticata dai lettori italiani, in una fedele trascrizione riprodotta senza alterare il linguaggio dell'epoca.
 
"Era un uomo di ventotto a trent’anni. All’opposto de’ suoi colleghi, sulle faccie arcigne de’ quali era facile ravvisar le passioni che li avevano trascinati in tanta bassezza, esso aveva uno di que’ volti senza fisonomia di cui, ad una certa distanza, non si distingueva le forme.
La barba, che s’era lasciata crescere dappertutto, ma che era rara e di colore sbiadato, non dava, a quel suo aspetto nessun carattere.
I suoi occhi, d’un grigio smorto, erravano vagamente da un oggetto ad un altro, senza essere animati da nessuna espressione; i suoi membri eran gracili, e pareva che la natura non li avesse destinati agli esercizj della fatica; tutto insomma il suo fisico si mostrava in opposizione agli attributi dell’energia.
Finalmente, dei sette peccati che fanno proseliti in questo mondo in nome del gran nemico del genere umano, quello, sotto del quale egli s’era arruolato, doveva essere evidentemente l’accidia.
Io avrei dunque ben presto distratto il mio sguardo da codest’uomo, il quale, d’altronde, non poteva offrirmi per argomento di studio senonchè un facinoroso di second’ordine, se una confusa reminiscenza non mi avesse fatto pensare, che certo lo aveva veduto altre volte.
Per mala sorte, era questa una di quelle fisionomie nelle quali non trovasi cosa che faccia colpo, e che se non vi sono ragioni particolari, non producono, in chi la vede così alla sfuggita, nessuna impressione.
Quantunque fossi convinto di aver altre volte incontrato quell’uomo, lo che d’altronde mi venìa confermato dalla sua perseveranza a sfuggire il mio sguardo, m’era non ostante impossibile il ricordarmi del come e del dove.
Avvicinatomi al guarda-ciurma gli chiesi il nome di quello tra i miei convitati, che faceva sì poco onore al mio trattamento.
Si chiamava Gabriele Lambert…"

Alexandre Dumas

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime e tutti gli store di vendita online. 

Dal 1920 ritorna "Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale" di Annunciata Beatrice Arrigoni. Collana Gli Introvabili edita I Buoni Cugini

Isbn:
 979-1255470472 
Pagine 124
 
Nel 1920, la Società Tipografica Artigianelli di Pavia pubblica il romanzo Pinocchio nuovo Maciste di Annunciata Beatrice Arrigoni, di cui non si sa nulla, illustrato con pregevoli tavole da un disegnatore, anch’esso sconosciuto, che si firma con una sigla dai più interpretata come F Ne. Il romanzo, mai più ripubblicato fino ad oggi di tutte le pinocchiate, ossia di quei testi che in modi e in forme diversi fanno rivivere il famoso burattino di Pinocchio, è davvero meritevole di attenzione per il suo divertente scopo istruttivo tra fantasia e storia.
 
Il Collodi finisce il suo libro cambiando il Pinocchio di legno in un bel ragazzetto. Il nuovo libro o libretto che sia, piglia le mosse da questo punto. Pinocchio è cresciuto un giovinetto ammodo, e va soldato. Dovendo partire pel fronte, vien mandato in breve licenza e trova nel portamonete d’avorio, che la Fata dai capelli turchini gli aveva lasciato, un biglietto che gli insegna il modo di tornare di legno per rendersi invulnerabile. Immaginarsi quante prodezze! I reticolati non gli daranno scariche fulminanti, la neve non gli congelerà i piedi, le schioppettate gli faranno qualche piccolo guasto che sarà subito aggiustato con chiodi e martello. Adibito ai servigi più disperati farà cose incredibili. Sono avventure rocambolesche. Prende parte a tutti i combattimenti. Così alla storia va unita la leggenda, all’istruzione il diletto. Il racconto tien dietro fedelmente alla cronaca dei giornali e come si vede, è fantastico e le azioni che compie Pinocchio sono tutte compatibili colla sua natura e in conformità degli avvenimenti. Il libro, che è palpitante di attualità, piacerà non solo ai piccoli, ma anche ai grandi. Sono 29 capitoli; 29 racconti cui va intessuta la storia, la geografia, l’umorismo. Si obbietterà: e lo stritolamento dei mortali? E il peso della catena? E i materiali?... È un libro di aneddoti piccanti per rendere più gustosa la storia. Del resto, quali cose più inverosimili non furono scritte dallo Swift, dal Pöe, dal Barone di Monchausen e da tanti altri? tollerate anche tutte queste fantasie: in fine si tratta di un continuo scherzo per mettere in burla la potenza smargiassona tedesca. 

Annunciata Beatrice Arrigoni

Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime e tutti gli store di vendita online. 


lunedì 16 settembre 2024

Un nuovo volume si aggiunge alla Collana Gli Introvabili edita I Buoni Cugini: Gabriele Lambert, di Alexandre Dumas

Pubblicata per l’ultima volta in Italia nel 1871, rivive oggi in queste pagine Gabriele Lambert, la novella di Alexandre Dumas oramai dimenticata dai lettori italiani, in una fedele trascrizione riproposta senza alterare il linguaggio dell’epoca.

"Era un uomo di ventotto a trent’anni. All’opposto de’ suoi colleghi, sulle faccie arcigne de’ quali era facile ravvisar le passioni che li avevano trascinati in tanta bassezza, esso aveva uno di que’ volti senza fisonomia di cui, ad una certa distanza, non si distingueva le forme. 
La barba, che s’era lasciata crescere dappertutto, ma che era rara e di colore sbiadato, non dava, a quel suo aspetto nessun carattere. I suoi occhi, d’un grigio smorto, erravano vagamente da un oggetto ad un altro, senza essere animati da nessuna espressione; i suoi membri eran gracili, e pareva che la natura non li avesse destinati agli esercizj della fatica; tutto insomma il suo fisico si mostrava in opposizione agli attributi dell’energia. Finalmente, dei sette peccati che fanno proseliti in questo mondo in nome del gran nemico del genere umano, quello, sotto del quale egli s’era arruolato, doveva essere evidentemente l’accidia. Io avrei dunque ben presto distratto il mio sguardo da codest’uomo, il quale, d’altronde, non poteva offrirmi per argomento di studio senonchè un facinoroso di second’ordine, se una confusa reminiscenza non mi avesse fatto pensare, che certo lo aveva veduto altre volte. Per mala sorte, era questa una di quelle fisionomie nelle quali non trovasi cosa che faccia colpo, e che se non vi sono ragioni particolari, non producono, in chi la vede così alla sfuggita, nessuna impressione. Quantunque fossi convinto di aver altre volte incontrato quell’uomo, lo che d’altronde mi venìa confermato dalla sua perseveranza a sfuggire il mio sguardo, m’era non ostante impossibile il ricordarmi del come e del dove. Avvicinatomi al guarda-ciurma gli chiesi il nome di quello tra i miei convitati, che faceva sì poco onore al mio trattamento. Si chiamava Gabriele Lambert".

Alexandre Dumas: Gabriele Lambert. Novella
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato nel 1846 da Scotti e Borroni (Milano).
Copertina originale dell'antica edizione.
Pagine 156 - Prezzo di copertina € 15,00
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime, Feltrinelli, Ibs e tutti gli store di vendita online. 
In libreria al momento presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro)

venerdì 13 settembre 2024

Santo Lombino, Giuseppe Spallino: Non esiste, forse, personaggio della storia contemporanea che ha accumulato un’aggettivazione ideologica più ricca e così molteplice... Tratto da: Carlo Pisacane. Il realismo utopistico di un rivoluzionario.

 
“Singolare destino, quello di Pisacane. Non esiste, forse, personaggio della storia contemporanea che ha accumulato un’aggettivazione ideologica più ricca e così molteplice. Si pensi – e solo per esemplificare – alle definizioni con le quali di volta in volta è stato collocato: anarchico, federalista, collettivista, libertario socialista democratico, repubblicano, sindacalista rivoluzionario, militarista, mazziniano, ammiratore di Cattaneo, nazionalista, materialista, patriota, romantico, volontarista, populista, idealista, comunista, spiritualista. [...] Ancor più di Garibaldi, certamente, e anche di Mazzini, egli – proprio per la sua natura di vinto – è stato costantemente oggetto di contesa storiografica”. 
Così affermava lo storico Luciano Russi all’interno di una delle più ricche e lucide ricostruzioni della vita dell’autore dei Saggi, della sfortunata impresa per cui divenne famoso, delle sue opere, delle rivendicazioni e delle “annessioni” del suo pensiero e della sua concezione politica. 
Questo lavoro vuole seguire il persistente interesse presso la storiografia contemporanea per il pensiero del rivoluzionario napoletano, il permanere cioè di un “problema Pisacane” che, come ogni altro nodo che riguardi qualcosa di vitale, rimane aperto a nuove ricerche e nuovi punti di vista.
Mentre novant’anni fa Nello Rosselli, a conclusione della sua biografia, giudicava “estremamente misera” la letteratura sull’autore della Guerra combattuta, oggi possiamo dire che gli studi, da diverse prospettive, hanno raggiunto una vastità ed una profondità che è dato riscontrare per pochi altri rappresentanti del nostro Risorgimento.
La persistenza dell’interesse di tanti studiosi per l’ex ufficiale della Nunziatella deriva dall’originalità delle sue tesi e dal carattere di attualità che alcune questioni da lui affrontate conservano, per tutto l’arco del secolo e mezzo trascorso dalla sua morte, nella storia e nel dibattito sull’unificazione nazionale e sul movimento operaio e democratico italiano. 

Santo Lombino, Giusepppe Spallino: Carlo Pisacane. Il realismo utopistico di un rivoluzionario. 
Pagine 120 - Prezzo di copertina € 18,00
Copertina di Niccolò Pizzorno.
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime, Ibs, Feltrinelli e tutti gli store di vendita online.
In libreria al momento presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro)

Santo Lombino, Giuseppe Spallino: Scopi ultimi della rivoluzione dovevano essere l'abolizione della proprietà privata, dei mezzi di produzione e del principio di autorità... Tratto da: Carlo Pisacane. Il realismo utopistico di un rivoluzionario

 
N
el marzo 1849 Pisacane raggiunse Roma, dove era stata proclamata la Repubblica; nominato capo di Stato Maggiore, durante la difesa della città ebbe dei contrasti con Giuseppe Garibaldi, poco incline a sottostare alla rigida organizzazione che l’ex ufficiale della Nunziatella cercava di trasmettere all’esercito repubblicano. 
Tali contrasti e la critica a Carlo Alberto, accusato di volersi sostituire all’Austria come baluardo della conservazione, furono documentati nel volume La guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49, pubblicato a Genova nel 1851; nella stessa opera Pisacane prese le distanze dalle idee di Giuseppe Mazzini, criticato in quanto fautore di un semplice mutamento nella forma del governo: non prospettando alcun miglioramento nelle condizioni di vita dei ceti popolari, tale cambiamento era ritenuto da Pisacane insufficiente a suscitare l’interesse delle masse alla rivoluzione nazionale. 
Sempre a Genova Pisacane attese ai Saggi storici-politici-militari sull’Italia (4 voll., post., 1858-60), in cui riaffermò il primato della questione sociale su quella politica: scopi ultimi della rivoluzione dovevano essere l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e del principio di autorità, essendo la sovranità un diritto di natura inalienabile e non delegabile, che risiede nell’intera nazione; solo il socialismo, cioè una completa riforma dell’ordine sociale, avrebbe spinto il popolo alla battaglia, offrendogli la speranza di un futuro migliore. 
Pur restando fedele alle proprie convinzioni socialiste e rimanendo critico nei confronti delle idee di Mazzini, Pisacane nel 1855 si riavvicinò a quest’ultimo. I due studiarono un’azione rivoluzionaria nel Mezzogiorno che, collegata all’attività cospirativa del comitato napoletano di Giuseppe Fanelli, ex combattente per la Repubblica Romana, scongiurasse la soluzione moderata e monarchica della questione italiana perseguita dal Piemonte. Un primo tentativo di raggiungere le coste del napoletano fallì perché Pisacane, che doveva impadronirsi con alcuni compagni del vapore Cagliari, per una tempesta non poté ricevere il carico di armi che Rosolino Pilo gli avrebbe dovuto consegnare in mare il 9 giugno 1857. Recatosi a Napoli per avvertire del contrattempo il comitato, nonostante le perplessità espresse da Fanelli, Pisacane rientrò a Genova deciso a ritentare l’azione e il 25 giugno con una ventina di uomini s’impossessò del Cagliari. Anche questa volta Pisacane non poté ricevere le armi da Pilo, le cui barche, a causa della nebbia, non riuscirono a incontrare il vapore, ma proseguì ugualmente facendo rotta su Ponza. Conquistato il castello e liberati i prigionieri ivi reclusi, con circa trecento di essi Pisacane sbarcò a Sapri il 28 giugno. Non avendo trovato traccia della sperata insurrezione, cui avrebbe dovuto lavorare il comitato napoletano, Pisacane e i suoi cercarono invano di far sollevare le popolazioni di Torraca e Casalnuovo il 30 giugno. Circondati e decimati dai soldati borbonici nei pressi di Padula, si aprirono un varco verso Buonabitacolo, quindi verso Sanza, dove furono attaccati dai contadini, chiamati a raccolta dal parroco il 2 luglio. Pisacane, ferito in combattimento, si uccise.
Sull’onda dell’emozione per la morte di Pisacane e dei suoi compagni, venne scritta la poesia La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini, celebre per il ritornello “Eran trecento, eran giovani e forti,/e sono morti!”. Composta alla fine del 1857, essa narra la sfortunata spedizione nel Regno delle Due Sicilie con il massacro che ne seguì, vista dagli occhi di una giovane contadina di Sapri. Ospite fissa di tutte le antologie scolastiche fino a tempi abbastanza recenti, questa poesia è considerata come una delle migliori testimonianze della lirica patriottica risorgimentale. Infatti, a perenne memoria del tentativo insurrezionale, il 25 settembre 2021, sul lungomare del paese del Cilento, è stato inaugurato un monumento in bronzo rappresentante la spigolatrice.     
Nel 1975 sulla sua figura e in particolare sulla spedizione di Sapri, è stato tratto il film Quanto è bello lu murire acciso di Ennio Lorenzini, che ebbe importanti riconoscimenti cinematografici.

 

Santo Lombino, Giusepppe Spallino: Carlo Pisacane. Il realismo utopistico di un rivoluzionario. 
Pagine 120 - Prezzo di copertina € 18,00
Copertina di Niccolò Pizzorno.
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime, Ibs, Feltrinelli e tutti gli store di vendita online.
In libreria al momento presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita Centro Commerciale Conca d'Oro)