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venerdì 18 ottobre 2024

Annunciata Beatrice Arrigoni: Pinocchio è cresciuto un giovinetto ammodo, e parte pel fronte... Tratto da Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale

Il Collodi finisce il suo libro cambiando il Pinocchio di legno in un bel ragazzetto. Il nuovo libro o libretto che sia, piglia le mosse da questo punto. Pinocchio è cresciuto un giovinetto ammodo, e va soldato. 
In quartiere commette qualche marachella adatta all’indole sua, ma è sempre un fior di galantuomo. Dovendo partire pel fronte, vien mandato in breve licenza e trova nel portamonete d’avorio che la fata dai capelli turchini gli aveva lasciato, un biglietto che gli insegna il modo di tornare di legno per rendersi invulnerabile. Immaginarsi quante prodezze! I reticolati non gli daranno scariche fulminanti, la neve non gli congelerà i piedi, le schioppettate gli faranno qualche piccolo guasto che sarà subito aggiustato con chiodi e martello. Adibito ai servigi più disperati farà cose incredibili. Sono avventure rocambolesche. Prende parte a tutti i combattimenti. Così alla storia va unita la leggenda, all’istruzione il diletto. Corre ai reticolati e le sentinelle credendosi inseguite da un morto resuscitato, volgono in fuga precipitosa. Posto di vedetta, su di un monte, è incalzato dalla neve; un Kaiserjäger lo colpisce al fianco con una palla, egli cade e rotola giù pel monte e giunge a valle in valanga e seppellisce il nemico raccolto a simpòsio dentro una caverna; preso dal nemico in una tagliola di lupo, corre pericolo d’esser bruciato, ma si libera legandosi alla coda di un aeroplano che impegna battaglia. Prende parte alla conquista di Gorizia; in autunno cala negli stagni, e in un modo bizzarro si dà alla caccia delle anitre per la mensa dei suoi ufficiali. 
Creatura fra l’uomo e il regno vegetale, capisce il linguaggio degli animali, e trovandosi di guardia alla scuderia, sorprende il dialogo di due cavalli tedeschi; durante una notte di tempesta, sconquassa gli armamenti del campo nemico. È anch’esso con le brigate gloriose che dànno la scalata al Monte Santo; alla presa di Caporetto fa la parte di Laocoonte, cercando sventare il tradimento, ma è travolto dall’onda incalzante e, fatto prigioniero, viene mandato alla corte del Kaiser come opera d’arte insieme col bottino di guerra. Approfitta della notte dei morti per spaventare l’imperatore nelle sue stanze, poi trova la fuga cavalcioni ad un’aquila. 
Il racconto tien dietro fedelmente alla cronaca dei giornali. Perciò, quando l’imperatore Carlo cade in un fiume tributario dell’Isonzo, è lui che ha spaventato lo chaffeur, indi si salva a nuoto giù pel fiume, e passando per l’Adriatico, raggiunge i nostri al Piave. Salito su di un monte inaccessibile, si apparta in Italia dalla schiera dei combattenti e si fabbrica un meraviglioso aeroplano dalle cento eliche, col quale vola ad affrontare il ciclone del 12 dicembre sul Veneto, poi visita con Gelindo, la notte di Natale, Gerusalemme, presa dal Generale Allemby e al ritorno si sostituisce sulla forca ad una povera donna per salvarla, e salva anche sé. Incontratosi un giorno in un personaggio strano, apprende come siano stati mobilitati perfino i seleniti e fatti sbarcare dalla luna sulla terra per combattere coi tedeschi. Va fino al campo di Mauthausen nella gran cassa di un capo tamburo austriaco e torna pei due rami a Y di un vulcano spento. Con la ferrovia transiberiana imprende poi il viaggio fino al Giappone, dove riceve onori trionfali e ne ritorna carico d’oro per il 5° prestito nazionale. I tedeschi hanno inventato il cannonissimo col quale bombardarono Parigi ed egli va a punire gli artiglieri dopo essersi salvato in un modo assai bizzarro la prima volta, in un modo ancor più bizzarro la seconda. Fa un viaggio all’inferno e vi trova tutti i dannati di guerra e torna in vicinanza al Grappa su di un drago alato per virtù della sua fata. Assiste alla prima battaglia del Piave. Chiuso tra i nemici sulla sponda sinistra del Piave, se ne libera dando libertà alle fiere di un circo, poi col mezzo d’una valigia di calabroni toglie allo Stato Maggiore nemico i piani di guerra che fa pervenire al nostro Comando. Assiste alla seconda battaglia del Piave. 

Il racconto, come si vede, è fantastico e le azioni che compie Pinocchio sono tutte compatibili colla sua natura e in conformità degli avvenimenti. Il libro, che è palpitante di attualità, piacerà non solo ai piccoli, ma anche ai grandi. Sono 29 capitoli; 29 racconti cui va intessuta la storia, la geografia, l’umorismo. 
Una cosa di notevole: Pinocchio, il mio Pinocchio, non è più un ragazzo, il solito ragazzo descritto fin qui dagli altri valenti Autori; è un uomo serio. Sui ventiquattro anni o giù di lì, alto, dal naso alquanto lungo, tonso completamente poiché di legno, e robustissimo. E comincio senz’altro la mia storia. 


Annunciata Beatrice Arrigoni: Pinocchio nuovo Maciste. Sue gesta gloriose nella guerra mondiale.
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato nel 1920 dalla Società Tipografica Artigianelli di Pavia. Illustrato con le immagini dell'epoca. 
Pagine 124 - Prezzo di copertina € 16,00
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su Amazon Prime e al venditore I Buoni Cugini, Ibs e tutti gli store di vendita online.
In libreria presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e Centro Commerciale Conca d'Oro), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60). 

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