Nell'insieme, l'opera racconta meglio di un trattato la società villafratese arcaica e la civiltà contadina che non c'è più, con i suoi miti e i suoi riti, gli usi, i costumi, le credenze, i pregiudizi, la medicina empirica, le pratiche magiche e le strategie di sopravvivenza. Chiamando le cose con il loro nome, senza metafore o eufemismi, che mal si concilierebbero con la crudezza del linguaggio contadino, Totò Mazzara illustra mirabilmente, come può fare soltanto un pittore attento ai particolari e alle sfumature cromatiche, scenette di vita vissuta, strade di campagna e del centro, polverose nella bella stagione, fangose e quasi intransitabili nella brutta. E il tracciato a serpente della ferrovia che da Villafrati portava a Palermo (soppressa il 1 febbraio 1959), feste religiose, gare di abilità come il Gioco dei Pignatelli e il Palio della Cuccagna, fughe d'amore e rituali di corteggiamento a scopo matrimoniale, gruppi di fedeli in gonnella intenti a recitare il rosario all'ombra della Santa Croce, nel quartiere Ultime Case, mentre tutt'intorno i bambini catturavano farfalle e coccinelle schivando le bastonate delle pie donne, pronte a gridare allo scandalo per il minimo alito di vento di irriverenza, o non curanza, nei riguardi delle "cose di Dio".
Pagine 136 - Prezzo di copertina € 12,00Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
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