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giovedì 30 giugno 2022

Giuseppe Garibaldi: Clelia, ovvero Il governo dei preti. Premessa dell'autore.


1°. Ricordare all’Italia tutti quei valorosi che lasciaron la vita sui campi di battaglia per essa. Perchè se molti sono conosciuti, e forse i più cospicui, molti tuttavia sono ignorati. A ciò mi accinsi come dovere sacro.

2°. Trattenermi colla gioventù Italiana, sui fatti da lei compiuti e sul debito sacrosanto di compire il resto, accennando colla coscienza del vero le turpitudini ed i tradimenti dei governi e dei preti.

3°. Infine campare un po’ anche col mio guadagno.

Ecco i motivi che mi spinsero a farla da letterato, in una lacuna lasciatami dalle circostanze, in cui ho creduto meglio far niente, che far male.
Ne’ miei scritti, quasi esclusivamente parlerò dei morti. Dei vivi meno che mi sia possibile, attenendomi al vecchio adagio: gli uomini si giudicano bene dopo morti.
Stanco della realtà della vita, io stesso ho creduto bene di adottare il genere romanzo storico. 
Di ciò che appartiene alla storia, credo essere stato interprete fedele, almeno quanto sia possibile d’esserlo poichè particolarmente negli avvenimenti di guerra, si sa, quanto sia difficile il poterli narrare con esattezza.
Circa alla parte romantica, se non fosse adorna della storica, in cui mi credo competente, e dal merito di svelare i vizi e le nefandezze del pretismo, io non avrei tediato il pubblico, nel secolo in cui scrivono romanzi i Manzoni, i Guerrazzi ed i Victor Hugo.

Giuseppe Garibaldi

Giuseppe Garibaldi: Clelia, ovvero Il governo dei preti. Romanzo storico-politico. 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su La Feltrinelli.it, Amazon, Ibs e tutti gli store online.
Disponibile presso La Feltrinelli libri e musica e nelle migliori librerie. 
Pagine 356 - Prezzo di copertina € 20,00
Copertina di Niccolò Pizzorno 

Giuseppe Garibaldi: Clelia, ovvero Il governo dei preti. Romanzo storico-politico.

Un nuovo volume si aggiunge alla collana "Gli introvabili": Clelia, ovvero Il governo dei preti, da noi pubblicato in occasione dell'anniversario di nascita dell'illustre autore: il generale Giuseppe Garibaldi (4 luglio 1807). 
Un romanzo storico politico del tutto anticlericale che rappresenta, in modo coerente, l’avversione che Garibaldi ebbe per tutta la vita nei confronti del clero, del suo empio governo nella Città Santa e nei suoi possedimenti bollandolo come: «il più schifoso dei Governi» o «Governo di Satana»
Nel romanzo, gli epiteti più duri nei confronti del clero si sprecano. Sono diretti, forti e manifestano il disprezzo che il Generale aveva nei confronti degli ecclesiastici: «setta infame e divoratrice» «razza di vermi» «luciferi umani» «flagello e onta del genere umano» e non risparmia neanche papa Pio IX definendolo «vecchio imbecille». Disprezzo giustificato dai tanti e terribili episodi storici che il Generale racconta e soprattutto da come il potere temporale esercitato dalla Chiesa fu d’ostacolo al progresso della razza umana e all’unificazione dell’Italia con Roma capitale. 

Protagonista è Clelia, una bellissima popolana che vive a Roma e che tutti conoscono come “La perla di Trastevere”. Di lei si incapriccia il cardinale Procopio, deciso a farla diventare un’altra preda del suo personale “bordello”. Pur di arrivare a lei, il prelato che incarna l’immoralità assoluta, lasciva e corrotta, è disposto ad assoldare degli scagnozzi che organizzano un piano per rapirla; ma sulla donna vigila il padre Manlio, uno scultore piuttosto apprezzato, e Attilio, suo promesso sposo. 
Quest’ultimo, insieme ai suoi amici rivoluzionari, riuscirà a opporsi ai turpi voleri del cardinale, salvando la donna, ma sarà costretto con Clelia e i suoi compagni a vivere nascosto. Nella loro latitanza, i giovani ardimentosi popolani conosceranno altri rivoluzionari e soprattutto apprenderanno la dottrina de “Il solitario”, l’acceso combattente repubblicano che li persuaderà a lottare per la causa dell’unità italiana, con Roma capitale e quindi torneranno in città per sconfiggere “Il governo dei preti”. È facile identificare nella figura de “Il solitario” Garibaldi stesso, che coincide con il narratore, ed è altrettanto semplice capire come il Generale abbia veicolato, tramite il personaggio, tutte le sue idee di acceso anticlericale e le intenzioni di liberare Roma dal giogo della chiesa per farla divenire la capitale di una Italia libera dal potere temporale, dal dominio straniero e finalmente restituita agli italiani. Il romanzo non fu accolto favorevolmente dalla critica ma, come dice lo stesso Garibaldi in premessa: “Circa alla parte romantica, se non fosse adorna della storica, in cui mi credo competente, e del merito di svelare i vizi e le nefandezze del pretismo, io non avrei tediato il pubblico, nel secolo in cui scrivono romanzi i Manzoni, i Guerrazzi ed i Victor Hugo”.

L'anticlericalismo di Garibaldi non equivale ad essere ateo: egli scrive e sottolinea più volte nel romanzo di credere in Dio ma non nei suoi ministri, e invoca la sua liberazione da «quei signori preti che per tanti secoli l’hanno goduta, deturpata, trascinata nel fango […] riducendola a una immensa cloaca». 
Quest’odio Garibaldi lo porterà con sé per tutta la vita, spingendolo a scrivere nel suo testamento la seguente volontà: “Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada”.
Pagine 356 - Prezzo di copertina € 20,00
Copertina di Niccolò Pizzorno. 

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia) 
Disponibile su Amazon, Ibs, La Feltrinelli.it e tutti gli store online.
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lunedì 27 giugno 2022

Giulia e Antonio Petrucci: Palermo gli veniva incontro, lentamente... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo.

Palermo gli veniva incontro, lentamente. Poco a poco, si svelava ai suoi occhi, come una donna consapevole della sua bellezza. Attraverso un velo di sole, gli sorrideva... Sorriso di prostituta, dedicato a lui come a tutti. Sorriso che celava dietro di sé gli splendidi palazzi barocchi e le case mal costruite, quelle ancora diroccate dopo l’ultima guerra, i vicoli umidi e sporchi.
Eppure, come sempre, sentì che l’amava. Con il suo lusso e con la sua miseria. Con le sue menzogne.
L’amava, e se ne sentiva colpevole. Colpevole come di un amore impuro, che ingiustamente rivaleggiasse con l’amore per sua moglie, per i suoi bambini. 
L’amava, e non capiva perché. Perché era bella, certo. Perché nel sole del primo mattino, distesa tra mare e cielo, pareva una città di sogno. Una fata Morgana perfetta ed irraggiungibile. 
Ma di più, forse, l’amava perché sapeva quella bellezza violata ed offesa, eppure sempre risorgente. 
L’amava perché era bella, malgrado tutto ciò che in lei non lo era, eppure ne faceva parte. 
L’amava perché un tempo era stata sua, e adesso sarebbe tornata a lui come se nessun tempo fosse trascorso.
Sin dalla sera prima, salendo a bordo della nave, aveva avuto la sensazione di essere nuovamente a casa. E non era che una nave, quella, i cui passeggeri parlavano per la maggior parte il suo dialetto. Gli era bastato sentire qualche frase, riudire qualche parola per rilassarsi, come se il viaggio fosse già finito. Come se la nave fosse già un pezzo della sua città, un’avanguardia lanciata in mezzo al mare che doveva, necessariamente, ricongiungersi con lei.
Erano trascorsi sette anni da quando era partito per trasferirsi al nord. Dopo sette anni, gli era sufficiente mettere piede su quella nave per avere la sensazione di essere a casa. Come se la sua Milano, con sua moglie e i suoi figli, non fosse una casa: non fosse, almeno, la sua vera casa. E ne sentiva l’assurdità, ne sentiva l’ingiustizia nei confronti di chi amava, ma non poteva impedirsi di provare quella sensazione, non poteva impedirsi di pensare con gioia al momento in cui avrebbe rivisto il vecchio Stabilimento e la vecchia casa dei suoi genitori.
Lo consolava soltanto una constatazione. Quella di non essere il solo a provare quei sentimenti e a pensare quelle cose. Tutti i siciliani che erano con lui sulla nave erano combattuti come lui tra le stesse, opposte, sensazioni. E ne aveva la prova nel momento in cui, quasi per consuetudine, incontrava un vecchio amico e si metteva a chiacchierare con lui.
Accadeva sempre, di incontrare un vecchio amico che ritornava a casa, anche lui, dopo molto tempo. Di solito, accadeva la sera, subito dopo la partenza, nella sala del ristorante. Allora ci si sedeva insieme a un tavolo, e si cominciava a parlare un poco di se stessi. Era strano notare come si finisse sempre col dire le medesime cose. Ma del resto, su quella nave, tutto ciò che si faceva era sempre uguale, come un rito. E con lo stesso animo di chi compie un rito, si intraprendeva quella traversata...


Giulia e Antonio Petrucci: L'Estate dei microbi. Accadde a Romagnolo... Romanzo. 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon prime, Ibs, La Feltrinelli.it e tutti gli store online.
Disponibile presso La Feltrinelli libri e musica e nelle migliori librerie. 

Giulia e Antonio Petrucci: Il mare manteneva la sua espressione enigmatica... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo.

Era ormai sera, e Guglielmo avrebbe dovuto tornare a casa dalla buona Carmela che l’aspettava in ansia. Invece si lasciò portare dai suoi passi allo Stabilimento, in riva al mare.
Lì si fermò e si accese una sigaretta. Era tranquillo, il mare, e lambiva appena la riva, teneramente. Pareva volersi addormentare, sospendere del tutto il movimento quasi impercettibile delle onde, e tacere.
Ma non ingannava Guglielmo, che lo conosceva bene: era sempre lo stesso mare che, soltanto la notte prima, si era tirato via mezzo lido.
– Non cercare di rabbonirmi con quell’aria di cucciolo assonnato... – gli disse, a voce bassa, per non farsi udire da nessun altro. – Ti conosco io, conosco il tuo animo. Una volta fai il buono e dieci volte mordi come una bestia feroce. Sei proprio intrattabile. E questa storia, adesso... Questa storia dei microbi... Ma ti pare possibile che con te non si possa mai essere sicuri di niente? In fondo, t’ho sempre voluto bene io, ti sono stato sempre amico, malgrado i guai che mi combini. E adesso vorresti giocarmi un tiro simile? Sarebbe proprio un tradimento da parte tua! Un tradimento, ecco. Io mi sto giocando la camicia su di te e tu saresti capace di averceli davvero questi microbi, lo so bene... Insomma, a me potresti anche dirlo: ce li hai o non ce li hai? 
Il mare manteneva la sua espressione enigmatica. Quello dei microbi, in quel momento, era il suo segreto e non aveva intenzione di svelarlo.
Guglielmo scosse la testa.
– È inutile, con te non si può ragionare. Anche a prenderti con le buone, sei sempre il solito testone. E io che mi affanno a difenderti... Guarda che, se ce li hai sul serio i batteri, tra noi tutto è finito. Chiudo baracca e burattini e mi cerco un altro lavoro più lucroso. Fino ad ora, del resto, il direttore l’ho fatto solo per passione...
Il mare ostentava indifferenza, sempre più silenzioso e tranquillo.
– Forse a te non importa, ma io a volte mi sento solo e la colpa è proprio della mia ostinazione a non voler mollare. Almeno ci fosse Enzo... Gli manderei una lettera anche adesso, se non sapessi che è impegnato con la scuola.
Un fremito passò sulle onde, quando si accesero le prime lampare. In lontananza si udivano le voci dei pescatori, che si salutavano da una barca all’altra:
– Viva Maria!
– Viva Gesù!
Guglielmo emise un breve sospiro e gettò via la sigaretta.
– Beh, buona notte. Torno da Carmela. Lei, almeno, mi capisce, anche se non può essermi di molto aiuto. 
E s’incamminò verso la terrazza. I suoi passi scricchiolavano sulla sabbia, aumentando il senso di solitudine.


Giulia e Antonio Petrucci: L'Estate dei Microbi. Accadde a Romagnolo.
Il romanzo, ambientato nella Palermo di fine anni '60 tra realtà e fantasia, quando a Romagnolo c'erano gli stabilimenti balneari...
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon Prime, Ibs, La Feltrinelli.it e tutti gli store online.
Disponibile presso La Feltrinelli libri e musica e nelle migliori librerie. 

venerdì 10 giugno 2022

Giulia e Antonio Petrucci: Il ruolo di Ruggero Guiscardi nella famiglia era quello di consigliere... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo

 
Il dottore Ruggero Guiscardi era un uomo metodico. Aveva accuratamente diviso la sua vita in settori separati, dei quali uno era dedicato al lavoro, un altro allo studio (si sapeva che l’Università gli avrebbe affidato al più presto un incarico), un altro al riposo, che riteneva indispensabile per mantenersi in buona salute. Aveva stabilito con esattezza anche il tempo dedicato ai pasti, e rispettava gli orari con assoluta regolarità, convinto che anche questa fosse una fondamentale norma di igiene. Ciò che lo infastidiva di più era essere costretto a rivoluzionare le sue abitudini, ad invadere con un’attività il campo di un’altra.
In estate trascorreva le sue ore di riposo seduto di fronte al mare, sulla terrazza dello Stabilimento, immerso nei suoi pensieri, ma disposto sempre a chiacchierare con chiunque ne avesse voglia. Purché non venissero a parlargli di lavoro. Se per caso qualcuno commetteva questo errore, la sua natura gentile gli impediva di essere scortese, ma non di ascoltarlo con un orecchio solo e senza il minimo interesse.
Eppure il dottor Ruggero non era un uomo antipatico, limitato dal suo stesso sistema di vita. Possedeva la simpatia tipica di chi è soddisfatto della propria esistenza, realizzandosi pienamente in essa.
Aveva vedute ampie e una mente obiettiva, la sua umanità era proverbiale.
Guglielmo conosceva perfettamente carattere e abitudini del fratello. Si rivolgeva a lui quando aveva bisogno di un giudizio sereno o di un consiglio spassionato, ma non per ottenere un’attiva collaborazione. Il ruolo di Ruggero nella famiglia era infatti quello del consigliere, ed egli lo aveva sempre svolto efficacemente, lasciando ai suoi fratelli l’azione.
Nel primo pomeriggio, andando da lui per parlargli degli ultimi avvenimenti, Guglielmo sapeva benissimo che avrebbe invaso le sue ore di studio, ma pensava che quanto aveva da dirgli fosse tanto importante da giustificare quell’invasione. E cominciò proprio dalle giustificazioni quando, introdotto dalla cognata nello studio del fratello, gli si trovò di fronte.
Ruggero sorrise in quel modo tutto suo, che comportava un completo mutamento di fisionomia, riuscendo a nascondere perfettamente il suo disappunto per l’interruzione.
– Siedi, Guglielmo, – disse con un gesto d’invito – e lascia stare i convenevoli. Che cosa è successo di talmente grave? So benissimo che non saresti qui a quest’ora, se avessi potuto farne a meno.
Guglielmo spiegò il motivo della sua visita, e vide il volto del fratello tornare lentamente alla sua espressione più severa.
– Quanto c’è di vero in questa storia? 
– Di vero? Che io sappia, nulla. Per quel che ne so, il nostro mare è pulito.
– E allora perché avrebbero inventato questa storia?
– Questo proprio non lo so. Si direbbe che qualcuno si sia messo in testa di rovinarci. Il momento è proprio quello adatto.
Ruggero fece un gesto per ammonire il fratello a non correre troppo con la fantasia e, in effetti, Guglielmo riconobbe che aveva parlato d’istinto, senza riflettere molto su quel che diceva. Ma fu proprio riflettendoci sopra che si persuase di non aver detto una cosa del tutto assurda. Ammesso che il mare fosse sanissimo, e tutta quella storia dell’inquinamento una montatura, non c’era altra logica conclusione.
Preferì, tuttavia, non controbattere e ascoltare il dottore.


Giulia e Antonio Petrucci: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo. 
Pagine 268. Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia). Ordina alla mail ibuonicugini@libero.it o al whatsapp 3894697296
Disponibile su Amazon Prime, Ibs, La Feltrinelli.it e tutti gli store online. 
In libreria presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15) e nelle migliori librerie.



Totò Mazzara: Chiàcchiari e pinsera.

Nell'insieme, l'opera racconta meglio di un trattato la società villafratese arcaica e la civiltà contadina che non c'è più, con i suoi miti e i suoi riti, gli usi, i costumi, le credenze, i pregiudizi, la medicina empirica, le pratiche magiche e le strategie di sopravvivenza. Chiamando le cose con il loro nome, senza metafore o eufemismi, che mal si concilierebbero con la crudezza del linguaggio contadino, Totò Mazzara illustra mirabilmente, come può fare soltanto un pittore attento ai particolari e alle sfumature cromatiche, scenette di vita vissuta, strade di campagna e del centro, polverose nella bella stagione, fangose e quasi intransitabili nella brutta. E il tracciato a serpente della ferrovia che da Villafrati portava a Palermo (soppressa il 1 febbraio 1959), feste religiose, gare di abilità come il Gioco dei Pignatelli e il Palio della Cuccagna, fughe d'amore e rituali di corteggiamento a scopo matrimoniale, gruppi di fedeli in gonnella intenti a recitare il rosario all'ombra della Santa Croce, nel quartiere Ultime Case, mentre tutt'intorno i bambini catturavano farfalle e coccinelle schivando le bastonate delle pie donne, pronte a gridare allo scandalo per il minimo alito di vento di irriverenza, o non curanza, nei riguardi delle "cose di Dio". 
Pagine 136 - Prezzo di copertina € 12,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon, Ibs, La Feltrinelli.it e tutti gli store online. 

martedì 7 giugno 2022

Giulia e Antonio Petrucci: Ma chi lo dice che il nostro mare è inquinato?! Tratto da: L'Estate dei Microbi. Accadde a Romagnolo... Romanzo

La mareggiata aveva portato via quasi tutte le strutture in legno dello Stabilimento balneare, lasciando in cambio sulla spiaggia un cumulo indescrivibile di detriti. Il mare adesso era limpido e calmo, come se, fino a poche ore prima, non avesse provocato quello sfacelo. Sembrava prendersi gioco degli uomini che, sotto il sole già caldo, si affannavano a ripulire la spiaggia, masticando imprecazioni. 
Inutilmente l’uomo grasso, arrivato correndo affannosamente sulla terrazza semismantellata dello Stabilimento, tentò di individuare dall’alto l’uomo che cercava. Sospirando, si rassegnò a scendere in spiaggia e a domandarne notizie ai bagnini. Essi non nascosero la loro sorpresa nel vederlo lì, e gli indicarono l’ingegnere Guglielmo Guiscardi più con i gesti che con le parole.
Allora finalmente lo vide. Poco più in là, a torso nudo, col corpo lucido di sudore, stava piantando nella sabbia grossi pali di legno, destinati a sostenere una nuova passerella per i tuffi. Da solo, sollevava i pali e li conficcava nei buchi precedentemente scavati, vi raccoglieva nuovamente intorno la sabbia e si assicurava, con vigorosi scrolloni, che fossero ben piantati.
Il visitatore lo fissò per qualche attimo a bocca aperta, poiché dall’alto della terrazza lo aveva scambiato per un bagnino, ma dovette riconoscere che guardandolo da vicino, col profilo aquilino e i capelli già brizzolati, lunghi sul collo, aveva indubbiamente una certa aria da intellettuale. Non capiva il motivo per cui si adattasse a fare un simile lavoro, quando c’erano a disposizione tanti bagnini. Lui, che non era ingegnere ed anzi non era affatto laureato, non si sarebbe mai sottoposto a fatiche di quel genere. Ad ogni modo, l’ansia che aveva di parlargli gli fece superare rapidamente le sue perplessità. Senza altri indugi, si avvicinò all’ingegnere tirando fuori dalla tasca della giacca un foglio di giornale nuovo, ma già tutto spiegazzato.
Prima che lui parlasse Guglielmo Guiscardi, udendo lo scricchiolìo dei suoi passi sulla sabbia, si volse verso di lui e lo riconobbe. 
– Peppino Randone! – disse in tono di finto rimprovero. – Che ci fai qui?
Era consuetudine che, amici durante l’inverno, si ritrovassero avversari a maggio, quando iniziava la stagione balneare e i loro stabilimenti, non molto distanti l’uno dall’altro, si contendevano i bagnanti della zona. 
Randone fece subito per giustificarsi e mostrare il giornale, ma l’ingegnere lo prevenne, accennando alla rovina provocata dal mare.
– Immagino che tu sia venuto per parlarmi di questo, – disse. – Guarda che disastro! Non so come siano andate le cose da te, ma io ho dovuto ordinare una copertura nuova per la terrazza. E tutto questo ciarpame... da quando il Comune ha aperto quello scarico di immondizie sulla costa, a non molti chilometri da qui, ogni tempesta ci rigetta sulla spiaggia ogni bendidio. Bisognerebbe fare qualcosa, protestare...
– Abbiamo ben altro per cui protestare... – disse Randone con un sospiro, mettendo il giornale sotto gli occhi dell’amico. – Leggi qui. Altro che disastro. Ci vogliono revocare le licenze! 
Guglielmo non abbassò neanche lo sguardo sul foglio.
– Sarà certamente un errore...
– Niente errori, purtroppo. Ho telefonato subito alla redazione del giornale e mi hanno confermato tutto. La notizia è di fonte ufficiale. Dicono che il nostro mare è inquinato e che, probabilmente, la questura procederà alla revoca delle licenze. Ma leggi tu stesso...
Guglielmo lesse e saltò su come se gli avessero rivolto un’offesa personale:
– Il nostro mare inquinato? Ma chi lo dice che il nostro mare è inquinato?! 


Giulia e Antonio Petrucci: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo. 
Romanzo ambientato nella Palermo di fine anni '60. Scritto dagli autori cinquant'anni fa e pubblicato oggi con I Buoni Cugini editori, trae spunto dai fatti che diedero inizio al degrado della costa di Romagnolo, un tempo famosa per la sua bellezza e successivamente distrutta dagli abusivismi edilizi e dalle discariche. Protagonisti i fratelli Guiscardi, caratterialmente diversi ma tutti uniti in una lotta per l’onestà, per la difesa del mare e dello Stabilimento balneare in un tempo in cui tutto, istituzioni comprese, erano in mano a corruzione e mafia.
Pagine 256- Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su Amazon, Ibs, La Feltrinelli.it e tutti gli store online.
Disponibile nelle migliori librerie di Palermo