Giovanni andava fiero della sua mamma e se ne compiaceva parlando con chiunque, ma c'erano altre cose di cui andava altrettanto fiero. La sua altezza, ad esempio: era infatti un "bello spilungone", anche se non si capiva in famiglia da chi avesse preso; oppure di fatto di essere ancora a 42 anni un gran bel partito.
Di scuola non ne volle manco a brodo, come diceva sua madre e già a dodici anni andò a lavorare in una bottega di orafo, contribuendo col suo umile stipendio alle spese della famiglia. Oggi, dopo trent'anni di lavoro passati accanto a un grande maestro orafo che gli aveva insegnato i segreti, la sua arte poteva vantarsi di conoscere tutte le tecniche antiche della lavorazione del metallo più prezioso e di essere il più bravo orefice di Palermo.
La sua bottega si trovava ai Quattro Canti di Città, accanto alla seicentesca chiesa di San Giuseppe dei Teatini e proprio quella mattina che aveva un appuntamento importante con una nuova facoltosa cliente che lo elevava a miglior orefice della città, oltre alla pioggia divenuta torrenziale, uno sciopero bloccava la già agonizzante circolazione stradale...
Carlo Oliveri: L'orefice zoppo.
Pagine 88 - Prezzo di copertina € 10,00
www.ibuonicuginieditori.it
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