Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

venerdì 29 dicembre 2017

Benedetto Naselli: Maddalena e il padre Filippo. Tratto da: I misteri di Palermo.


Se ben vi ricordate, o lettori, quando Luigi disse a sua madre che Maddalena era infelice, non s’ingannava già. Il sig. Filippo, padre della stessa, esercitava su di lei tale una misteriosa influenza, da metterle affanno e spa­vento.
Perchè il sappiate questo sig. Filippo era di abbietta condizione. Era uno di quegli uomini che all’esordire in società pigliano un punto di mira, ed ivi debbono giungere, con fronte me­tallica, con perseveranza meravigliosa; non li spaventa nè la propria coscienza, nè la voce pubblica: tirano difiliati al loro scopo, dovessero anco mettere a sgabello le teste dei suoi, per correre salendo tant’alto che arrivino. Uomini proteiformi, or rassegnati ed ora superbi, di tutti i tempi, di tutti i colori, e di tutti i costumi, infami sempre sino al ridicolo. 
Con queste massime per lo capo, il sig. Filippo per correre di venture o di vicende, fu sempre in centro, e compì la sua fortuna capitando in casa del principe di B., uomo eccellente e dabbene che lo accaparrò col titolo di segretario. 
Questi non durò lunga fatica a far breccia nell’animo generoso e filantropo del buon Principe, e con una maschera che seppe maestrevolmente adattare al suo viso, ne ottenne agi, denaro, impieghi e protezione. Non mancavangli adunque, né averi, né comodi, né fortuna migliore a sperare. Una nuova febbre epperò insinuossi a quell’epoca nel suo cuore. Levatosi dall’abbiettezza del suo nascere, al punto in cui trovavasi, l’istinto della vanagloria cominciò a predominarlo, e salire più in alto, attaccare un titolo alla sua famiglia, scordarsi di coloro ch’erangli stati compagni di nascita e di condizione, furono le continue ispirazioni della sua vita, i suoi desideri, le sue ardenze, e per venire allo scopo propostosi si sentia forte abbastanza per superarne gli urti, e capace di ogni mezzo anco osceno, che nelle sue mani si fosse. 
Filippo amava la figlia, ma non l’amava già di quell’affetto paterno, dolce, affettuoso, dinanzi a cui si sacrificano i padri di famiglia; ma d’un amore egoista, interessato, speculativo, diciam così, che dovea esser base e puntello della sua futura grandezza. Egli mirava solo a procacciarle uno sposo ricco, adorno di un titolo qualunque, e questo pensiero primeggiava in tutti i suoi pro­getti. Ma tale alterigia però, ed il rifiuto di pa­recchi partiti alla figlia proposti, lo rendeano spre­gevole coi grandi, ridicolo coi pari. Egli era come ai febbricitanti, quando, dai vapori corrotti hanno il palato guasto, paiono tutti i vini amarissimi, benchè preziosi e dilicati sieno.
Fermo su queste massime, e abbrutendosi dippiù nel suo fatale delirio, attendeva al suo impiego ed alla educazione della figlia. E questa or chiu­deva isolatamente in una camera, ora presenta­vala in mezzo a gente titolata ed altera, ove la povera Maddalena, memore sempre della sua na­scita e dei sentimenti del suo cuore, ammutolivasi affatto, e sentiva disgusto delle maniere, dei frizzi, delle idee di quelle adunanze, non avendo a che riversare la sublimità dei suoi concetti, la squisitezza delle sue passioni, l’elevatezza del suo sentire.
Epperò la severità del padre e le galanterie della vita alla quale avvezzavasi, non furono ba­stevoli a far sì ch’ella non vedesse Luigi, e ne fosse vivamente interessata. Così l’amore, questo primo pensiero all’ispirazione della natura, venne a riconfortare la solitudine di Maddalena, e qual astro vivifico, infiammava di santa esultanza il di lei cuore.
Maddalena stanziava al primo appartamento del palazzo del Principe di B. e propriamente di rincontro il pianterreno abitato da Luigi.
Essa era assai bella. Avea il corpo snello ed agi­le, la sua carnagione era di un bianco alabastrino, i capelli biondi, e un bel paio d’occhi neri risplendeano sotto una larghissima fronte. Vestiva un abitino di stoffa, color noce a grandi fasce azzurre, un grembiale di seta color marrone, ed il collo torniavalo un collaretto di tull ricamato, e sul di lei petto luccicava una crocettina d’oro. 
Ella era adunque nella sua camera assisa sur una sedia a bracciuoli di legno intarsiata in oro, e ricoperta di finissimo raso color paglino. Davanti eravi un bel tavoliere di noce pure intarsiato a figure, ed avea letta con grande compiacenza e col sentimento di chi palpita per l’amore, una lettera, ch’era scritta nei seguenti sensi...

Era già al termine del periodo Maddalena quando fu scossa da un fortissimo urto al chiavi­stello della porta che si spalancava.
Si presentò allora sulla soglia un omicciattolo corto e grasso quanto un majale. La testa pa­revagli incastrata nel busto, e gli pensolava un mento grassissimo. I suoi capelli erano ricciuti e nerissimi, e gli occhi grifagni anzichenò. Ve­stiva un abito nero e ingemmavagli il petto un grosso spillo di brillanti, e brillanti avea alle dita. La sua voce era fessa e stentorea, lo sguardo cupo.
La fanciulla al fracassìo della porta nello a­prirsi, alzossi subitamente, ma non potè nascon­der nulla di quanto era sul tavoliere, molto più alla vista del padre, che restonne spaurita e convulsa. Filippo fece le mostre non accorgersi di nulla e si fece avanti....

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. Un "introvabile" romanzo storico siciliano pubblicato per la prima ed unica volta nel 1852. 
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it  

Benedetto Naselli: Il figlio del fallito. Tratto da: I misteri di Palermo.


Il pianterreno del palazzo, nella cui soffitta eransi rifugiati Odoardo e Maria, abitato dallo scultore, componevasi di una sola stanza. A destra dello entrare, un  focolare in pietra, e per una scaletta di legno si saliva ad un mez­zanino che ricevea la luce dalla stanza istessa. Ivi erano riposti due meschinissimi letti con pagliericci, l’uno per Genoveffa madre dello scul­tore, l’altro per se stesso. Un armadio di legno antico a piccoli cassoni verniciato in nero, un ta­voliere, poche sedie ed una poltrona, eran tutti i mobili. Al capezzale del letto della madre eravi appeso un crocifisso di avorio sur una croce di tartaruga guarnita in argento che apparteneva un tempo alla madre di Genoveffa, e questa lo avea sempre ritenuto come una santa tradizione, ricor­do dei suoi vecchi genitori, e santuario alle sue diuturne e serotine preghiere. Al di sotto poi nella stanza, due o tre panche di legno, rottami di marmo, modelli in gesso, scalpelli e scalpellini, ed una statua non finita rappresentante Ercole, l’eroe di Tebe della Beozia. Era questo lo studio di Luigi il nostro artista, il quale dopo aver lavorato molte ore della notte, ora si sdra­iava sur un seggiolone a bracciuoli a riposarsi contemplando, col contento di una prima inspirazione, l’opera del suo genio, che acquistava giorno per giorno forma e figura. 
Luigi non potea dirsi assai bello, ma la sua persona era molto seducente. La sua testa era, come direbbesi oggi, un bel tipo per una testa italiana. Avea larga la fronte, occhi cilestri, ma un po’ ingrottati e penetrantissimi, il suo naso era aquilino a cui sottostavano un bel paio di baffi neri. La capellatura pur nera e liscia, e la carnagione bruna. La sua figura alla perfine attiravasi gli sguardi degli uomini sensibili, perchè dal viso trasparivagli l’angosce ed i tormenti che tutto lo martoriavano. Il cuore di Luigi era stato educato alla sventura, sin dalla infanzia respirò l’alito della miseria, bevve al calice delle amarezze, e i suoi primi palpiti non furono che per la memoria di suo padre, per la madre e per l’arte. Eran questi i sentimenti che infioravano la vita di Luigi, ed avrebbe tutto arrischiato, per sostenere la ca­dente genitrice e procacciarsi il nome di valente nell’arte sua.
Luigi adunque contemplava l’opera sua; egli avea già terminata la testa del suo eroe, ed ora se ne stava a riguardarla con quell’estasi e quella ebbrezza di chi è contento del fatto suo. Sfio­ravagli il labbro un dolce sorriso; come quello della vergine il giorno della promessa, ed una lacrima tremolava sul ciglio... lacrima di desìo e di contento! Luigi era felice. 
Eppure egli era povero... ma povero assai. Il di lui padre ricco ed onesto speculatore trasci­nato da bugiardi amici nel vortice di mali affari, fiduciando nella di costoro buona fede, quando credè più presto preparato un agiato avvenire alla sua famigliuola, fu costretto a ritirarsi e fallire. Da uomo onorato che era, cedè tutto ai creditori ed impazzì. Scorsero poche lune, e travagliato dalle catene in cui giacea, se ne moriva fra gli spasimi e le angosce, lasciando una moglie desolata ed un orfanello in sulla strada. La madre ed il figlio per lunghi anni una vita di stenti e di mortificazioni. Ancor bambinello, Luigi, nel più fitto inverno, vedeasi ronzare per quelle casette alla Kalsa intirizzito dal freddo e colle lacrime agli occhi , ora con un fardellino di oggetti a vende­re, ora un prestito a dimandare, e quindi tor­nare, quando avea fatti quattrini, allegro alla ma­dre, che lo satollava con una buona fetta di pane ed un po’ di formaggio, che dovea saziarlo, sino alla dimane, ed intanto
la buona madre non lasciava di educarlo e d’insegnarlo a leggere e scrivere; ed anzi il curato della vicina parroc­chia lo iniziava in quei primi rudimenti, e le mille volte la lezione finiva con un bel piatto di legumi che l’orfanello dividea colla madre.
A quindici anni Luigi era un bel giovanetto, ma ignaro di se e del suo avvenire. Già da qualche anno, tratto dal suo genio, nelle ore di ozio baloccava con della creta formandone ora un cavallo, ora un animale, or una figura, e quindi si era posto a studiare scultura sotto la direzione di un nostro valente concittadino. Però dovea pensare giornalmente come sfamar se e la sua buona madre, né l’arte intrapresa promettevagli da vicino fornirlo del bisognevole. Pensò suo malgrado adunque abbandonarla, ed ebbe un posto di scritturale presso la casa di un trafficante a pegni, val quanto dire un marcio usuraio. 
Colà passava molte ore del giorno a schiccherar cifre e poi cifre, ch’eran sangue e poi sangue di tanti poverelli. Ma era tanto e sì tenace l’istinto che chiamavalo alla scultura, che riducendosi a casa nella sera, stanco delle molte ore spese a quel noioso e crudele travaglio, ributtante per se stesso e per l’umanità, prendeva un pezzetto di legno e della creta, e modellava teste e gambe e braccia, e passava in siffatta guisa alquante ore della notte. Però questa triste continuità di noie e di dolori, di sforzi e di fatiche, questo contrasto permanente del suo cuore e della sua posizione affralirono talmente il di lui spirito che si ammalò! Pensate con che cuore la povera Genoveffa, si stava al pagliericcio del figlio! Quante lacrime dovè ella versare al pensiero della di lui perdita, e questo pensiero presentavasi più funesto all’animo di Luigi, chè avrebbe lasciata sola e senza speranza la madre! 

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. 
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00 - Copertina di Niccolò Pizzorno. 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

lunedì 18 dicembre 2017

Fra' Domenico Spatola: Una notte speciale. Tredici favole e non solo per raccontare il Natale di Gesù


Quando nacque il Salvatore dei pastori...

Quando nacque Gesù, tutti i bambini di Betlemme non andarono a scuola. “Tutti?” direte voi. No, soltanto i figli dei pastori, perché volevano festeggiare Gesù, “il loro Salvatore”. 
Così, nella notte santa, l’avevano presentato gli angioletti ai pastori, che all’inizio erano impauriti. 
Detto tra noi, i pastori non compresero molto, quell’annuncio tuttavia piaceva. E, in fretta, erano accorsi a Betlemme, portando qualche regalo per il Bambino perchè la famiglia poteva averne bisogno. Tra i poveri questa è legge di solidarietà. 
Seguirono le indicazioni degli angeli ma, giunti in paese, con viva sorpresa non lo videro parato a festa. Mancavano infatti le luci, oltre le solite; non c’era la banda musicale e le strade erano deserte. 
A Betlemme tutti dormivano. Eccetto i pastori alla ricerca della via e del numero civico dove bussare. Trovata la casa – si fa per dire – che era una stalla, bussarono trepidanti e increduli di trovare proprio là dentro il Signore dell’universo. Aprì un uomo che subito si allarmò nel vedere la folla dei pastori, avendoli scambiati per ladri venuti a rubare. Non c’era molto nella casa: qualche arnese di lavoro e soprattutto tanta povertà. 
Il povero Giuseppe – avrete capito che era proprio lui – impreparato a quella visita inaspettata scoprì con stupore che quei pastori erano venuti a congratularsi per la nascita di Gesù, che, Angeli misteriosi, descritti da loro come “uccelli bellissimi dalle ali dorate”, avevano indicato come “loro Salvatore”. Raccontarono inoltre che nel vederli allontanare nell’infinito azzurro del cielo, le loro pecore, le mucche, gli asinelli e anche i cani avevano cominciato a parlare fra loro. Il gallo sembrava impazzito dalla gioia, perché, disorientato dalla luce straordinaria a mezzanotte, cantava senza smettere sonori chicchirichì, con grande felicità delle gallinelle, sue spose. Non capirono molto i pastori dell’insolito prodigio né cosa si raccontassero gli animali in quella magica notte....


Quando Dio preparò il presepe a suo Figlio...  

Un giorno, tanto e tanto tempo fa, quando ancora non c’erano le stelle così che nessuno poteva sognare, e neppure la luna, così che nessuno poteva amare, il buon Dio pensò di costruire il presepio per il suo Figlio Gesù, e insegnare agli uomini come farlo, chè altrimenti non avrebbero potuto. 
Quella mattina lontana, dunque, si mise a lavoro. Prese un lenzuolo grande grande per fare il cielo. Come fanno le mamme, lo stese ad asciugare dopo averlo lavato, e stette attento che non si gualcisse, perché Dio fa sempre le cose per bene. Quindi versò sul lenzuolo tanto colore azzurro che in alcuni punti diventò così scuro da sembrare notte. Allora cominciò ad accendere in quella parte le stelle. 
Ne fece tante e di tutte le grandezze. Belle, pulsanti come i cuori dei bambini, e piene di vita. Godeva, come l’artista dinanzi alle sue meraviglie, e si attardava a farne sempre di più. In verità per lui era facile, e, tutto come per magia, gli usciva dalle mani, così che chiunque lo vedeva giurava che quasi giocasse.  
Quando si accorse che il cielo era coperto di stelle e stelline di ogni forma e grandezza, pensò di crearne una, un po’ diversa dalle altre. Gli serviva per indicare ai Magi che sarebbero venuti da lontano a portare i regali al suo bambino Gesù. E così creò la cometa. Gli riuscì veramente bella e con una coda da ingelosire le altre stelle. 
Una volta completato lo spazio superiore, cioè quello celeste, il Padre Eterno si cimentò a modellare la Terra, con le montagne increspate e spruzzate di neve, e le pianure rivestite di verde con tanti fiorellini di campo: le violette, le primule, le margheritine. 
Non poteva mancare il fiume con le fontanelle. Poi pensò alle pecore, tante e tutte belanti con voce argentina, accompagnate dal suono delle campanelle che portavano al collo, a segnalare la presenza. Le seguivano pastori di tutte le età. I più anziani lentamente, mentre i più giovani baldanzosi correvano avanti, come se sapessero già dove andare. 
Ora toccava costruire le casette di Betlemme. Qui la bottega di Dio diventò una vera fabbrica. Gli angioletti si davano da fare, chi a preparare i tetti delle case, chi gli interni e le stradine, tutte rigorosamente in pietra viva. Il presepio doveva infatti apparire in tutta la sua verità e bellezza. 
Dopo tanto e tanto lavoro, il buon Dio si mise a riflettere, indeciso sul dove fare nascere Gesù.



Fra' Domenico Spatola: Una notte speciale. Tredici favole e non solo per raccontare il Natale di Gesù. Con le illustrazioni della pittrice Alessandra Veccia. 
Pagine 102 - Prezzo di copertina € 13,00 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 

Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Metti un libro di favole sotto l'Albero di Natale per i tuoi bambini

Francesca Romano: Siamo tutti un po' orsi un po' porcospini. Con le illustrazioni di Dafne Zaffuto. 

Nella favola: "Il sogno di Bruno", il principe Bruno e la principessa Azzurra, con caratteri profondamente differenti e complementari, s'incontrano in un sogno sotto forma di orso e di delfina, ma si ritroveranno nella vita reale e renderanno le loro diversità un punto di forza.

"Pino porcospino arrabbiato"
Pino dovrà affrontare un lungo cammino per comprendere che potrà sempre contare sull'amore dei genitori, anche se non vivono più nella stessa tana. 



Faìda è una giovane principessa dal cuore spezzato: si è rotto in mille frammenti che sono caduti nelle fenditure del pavimento. Per dimenticare il dolore, partirà per un lungo viaggio con l'amica Fannia, durante il quale incontrerà l'amore a ricomporre tutti i pezzi del suo cuore. 



Pagine 65 - Prezzo di copertina € 13,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Benedetto Naselli: La fuga. Tratto da: I misteri di Palermo.


- Odoardo la nostra vita è in periglio! Tienti, – e in così dire lasciò scaricarsi dolcemente allo ingiù una scaletta di seta color verde, il colore che riunisce tutte le gioie, tutte le speranze di questo basso mondo. Odoardo arrampicandosi per due o tre scalini, facea puntello colla mano destra a colei che veniva al basso. Quando toccarono entrambi il terreno Maria fu avvolta nel bavero di Odoardo. Il fedele Tom, l’uomo dal rosso gambero, che facea vedetta, mise sulle spalle del suo signore il proprio mantello, tolse via la scaletta, e tutti e tre difilati si avviavano verso Porta Felice. 
Mentre che costoro incedono coi loro passi al loro destino, e sarà poi nostra cura rinvenirli, diremo due parole al nostro lettore. 
I nostri quadri, non potranno seguire fil filo l’unità del nostro racconto, tant’è la svarietà dei nostri eroi, la differenza delle loro passioni, i caratteri coi quali si presentano in società, e il punto di vista sotto il quale noi li mettiamo agli occhi dei nostri leggitori, ond’è che questi alle volte si troveranno lasciati sul più bello della storia, o presi alla strasatta dall’appariscenza di soggetti o di scene, che forse freddi o triviali a primo colpo d’occhio, pure, troveranno in prosieguo un eco nei rumori di chi palpita ai moti dell’amore e della sventura. Lo ripetiamo adunque, se tali spezzature o meglio intrusioni, sono difetti, la colpa non è nostra, ma dei molteplici fatti succedentisi, i quali, noi promettiamo solo, svolgere alla distesa. 
Dopo ciò, perché sappi o lettore chi erano quei due esseri misteriosi, che di loro alle volte si parla, o per dir meglio si sparla tanto in società, che si credono soggetti or maligni ed ora equivoci, che se ne dice tanto dei fatti loro e son segno dell’altrui satira, perché sappi chi era Maria, eccotene i preliminari della di loro storia.

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. Collana Gli introvabili. 
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice con lo sconto del 15% al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo


Il mio libro ti offre fanciulle affralite dall’oltraggio dei mali che non poterono rovesciarle che in un colla vita; t’imbatterai in uomini di cuore eminentemente sublime nella cui mente fremeano forse concetti generosi atti a farci migliori e crescer lustro alla patria, starsi sotto la boriosa jattanza d’uomini superbi, a intercettar loro per sempre il cammino; scorgerai più di un desolato, che avrebbe volontà e potenza di fare ed è privo di mezzi; palpiterai ai moti di cuori affranti ed abbattuti dalla dolorosa gradazione della miseria a cui la società dimentica dei propri figli, confida l’orfano ed il miserello che son pure nostri fratelli; varcherai in fine più in là la triste soglia ove l’omicidio, il furto, il vitupero, e tutta quanta la putrida sentina dei vizi han ricetto.

Il mio libro sverterà dall’occulto vizi e virtù, opere magnanime e prostituzioni cittadine; ti porrà sott’occhio quadri alla vista dei quali indietreggerai a prima giunta, ma educheranno il tuo cuore alla scuola della verità che ti comparirà più bella nella sua nudità, senza barbare vestimenta accattate ad imprestito; ti mostrerà lacrime che ti sarà dato di asciugare; ti farà sentire la sublime grandezza, di chi consola, anima e protegge l’infelice, che mancando di conforto e di protezione, non ardisce ed ha vergogna di stendere la destra tremante.

Lettore! Gradiscine lo scopo che è santo, non incolparne la volontà se non mi sorressero le forze.

Benedetto Naselli 

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. Collana "Gli introvabili"
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00 - Copertina di Niccolò Pizzorno. 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

mercoledì 29 novembre 2017

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. Romanzo storico siciliano.

Nel 1842 Eugène Sue pubblica I misteri di Parigi, inaugurando ben presto un fortunato genere letterario che varcherà  i confini francesi. Il romanzo tradotto in italiano nel 1848 influenza i nostri scrittori fino a creare una vera e propria moda che dilaga per tutta la penisola italica con la pubblicazione di diverse opere di "Misteri", come quelli di Roma, Torino, Firenze, Livorno, Genova solo per citare i più noti. Ma oltre a quelli più famosi di Napoli di Francesco Mastriani, un posto a parte lo occupano I misteri di Palermo di Benedetto Naselli, oggi riproposti nell'unica e rarissima versione originale.
L'opera pubblicata nel 1852 è la realistica rappresentazione di una Palermo degli inizi ottocento ed è piuttosto sensibile al ritardo culturale e al degrado materiale del popolo, avversato dai capricci dei potenti e dalle loro corruzioni, da una privatistica e influenzabile amministrazione della giustizia, da una miseria che è solo sofferenza e disperazione senza riscatto. Naselli ci descrive una società  governata dal male utilitaristico come volto necessario del potere, dove il carcere con le sue torture è la normale conduzione dell'infelice vita di genti affamate di pane e giustizia.
Il realismo di questo romanzo è dato anche dalla sua perfetta ambientazione nella Palermo ottocentesca, dove tutti i suoi personaggi si muovono con estrema naturalezza e si distingue soprattutto per il primario tentativo d'indagine sociale con la descrizione di una vita giornaliera, che seppur usando il registro narrativo di un tardo romanticismo per le sue tematiche in costante conflittualità  fra i grandi temi del bene e del male, della virtù e del vizio, lo colloca prepotentemente fra i grandi romanzi popolari dell'ottocento. Un autorevole dramma dell'ingiustizia, del quale sembra vittima in prima persona questo sconosciuto scrittore palermitano, avvolto nel mistero di una feroce dimenticanza collettiva.

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo
Pagine 242 - Prezzo di copertina € 21,00 - Copertina di Niccolò Pizzorno
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Benedetto Naselli: I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato. Dramma in cinque atti.

.
..ma tu anima di fango... redivivo Giuda... anzi più di Giuda infame, perchè questi vendè Cristo per trenta denari e tu venderesti trenta Cristi per un denaro solo...
I Beati Paoli trovano nell'omonimo capolavoro di Luigi Natoli la sublimazione letteraria in un romanzo di carattere storico popolare che tuttora rappresenta l'eccellenza nel suo genere. Prima del grande narratore palermitano, della setta segreta dei Beati Paoli scrissero storici, letterati e anche poeti. Fra i testi di riferimento per gli studiosi del "fenomeno" vi è I Beati Paoli o la famiglia del giustiziato, dramma in cinque atti dell'avvocato Benedetto Naselli rappresentato per la prima volta la sera del 21 dicembre 1863 a Palermo, nel Real Teatro di Santa Cecilia. L'opera, sempre citata e del tutto introvabile, rivive oggi in questa fedele edizione per la collana "Gli introvabili".
Andrea Valenti è accusato dell'omicidio del pittore Vito. Tutto il popolo lo crede innocente. I suoi ultimi momenti prima di salire il patibolo sono esaltanti e angosciosi, e dice tali cose che la sola innocenza può far dire fra gli spasmi e le aberrazioni di un supplizio. Maria, la sua giovane moglie, è povera, cieca ed ha due piccoli figli da mantenere. Le hanno ucciso il marito, unica fonte di sostentamento della famiglia, e  non solo, glielo hanno pure infamato incolpandolo di un delitto che non ha commesso. Ora vuole essere riabilitata e chiede giustizia per sè, i suoi figli, il giovane marito morto. Chiede a tutti ma La giustizia è cieca ed ha i piedi di piombo...



Benedetto Naselli: I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato.
pagine 120 - Prezzo di copertina € 13,50
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Copertina di Niccolò Pizzorno 

Collana Gli introvabili edita I Buoni Cugini editori


La collana "Gli introvabili"  racchiude autori non reperibili in commercio ma oggetto di ricerche dei lettori. Romanzi "dimenticati" rivivono qui come grandi inediti provenienti dal passato. Perché: Ogni libro possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto: quando un libro si perde nell'oblìo, noi facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre..." - Carlos Ruiz Zafòn
Con la collana "Gli introvabili" continuiamo nel nostro progetto di dar vita a quei libri o scrittori del passato per salvarli dall'oblìo, per restituire la dignità e il rispetto dovuto al valore dell'opera e anche al suo autore, donando al lettore il piacere di conoscere quei romanzi o letterati passati dal grande successo all'oscurità dell'abbandono.
E questo lo facciamo per noi, per le generazioni future, e per la stessa grandezza degli
scrittori, perchè il sudore e la fatica trasudano ancora nei libri dimenticati.
Aiutiamoci a salvarli dall'oblìo.
Volumi ad oggi pubblicati: 
Benedetto Naselli: I Beati Paoli o la famiglia del giustiziato: dramma teatrale in cinque atti 
Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. Romanzo storico siciliano. 
Alexandre Dumas: Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano con saggio storico sul banditismo siciliano di Luigi Natoli
Luigi Natoli: Il numero 570. Scene drammatiche in due atti. 

Disponibili in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Disponibili dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Copertine di Niccolò Pizzorno. 


martedì 28 novembre 2017

Ivan Ficano: Cosa vuoi sentirmi dire. Da una recensione di Roberto Ginex - Il sito di Sicilia

“Ora hai capito perché non ti ho mai detto del mio lavoro. Io non spio solo l’intimità della gente a loro insaputa. Quello che faccio è molto peggio. Io entro nelle persone, nella loro stessa anima”.
Giocare con le parole può essere pericoloso, come scherzare con il fuoco. Gigi e Chiara lo scoprono a spese loro, quando ormai il gioco si è spinto troppo in avanti. Quel gioco che ha inventato Gigi, quello di chattare con gli sconosciuti spacciandosi per qualcun altro, rischia di portarlo alla rovina. E Chiara si ritrova ad esserne protagonista, a sua insaputa.
” Cosa vuoi sentirmi dire “ (I Buoni Cugini Editori, 115 pagg., €13,00) è il libro d’esordio di Ivan Ficano, un ingegnere palermitano di 43 anni, che lavora come ricercatore in una multinazionale nel settore dell’Information Technology, padre di due figli, con la passione per il tennis e per la scrittura, che presenterà l’opera domenica 3 dicembre, alle 18.30, al Teatro Mediterraneo Occupato (padiglione 1 Fiera del Mediterraneo) dialogando con lo scrittore Rosario Palazzolo, che è anche attore e regista teatrale, oltre ad essere stato suo vero e proprio mentore per la realizzazione di questa sua prima opera.
Dal conflitto tra il bisogno di emozionarsi e l’esigenza di controllare tutto e tutti, e dalla voglia di sentirsi vivi contro le cervellotiche aberrazioni di una mente perversa, scaturiscono inquietanti interrogativi e colpi di scena. E’ un romanzo psicologico dalle tinte noir, quello di Ficano, che invita il lettore a mettersi “scomodo”, sempre pronto a cambiare posizione, per poi alla fine lasciarlo spiazzato.
Gigi fa uno strano gioco, per divertirsi con i suoi amici: prende il cellulare di Mimmo, o di Andrea, o di chiunque gli capiti a tiro, e manda messaggi a una donna presa a caso dalla lista dei contatti. Inizia a chattare, rubando l’identità dell’amico, e il gioco va avanti.
Ed è un vero talento, quello di Gigi. Il gioco funziona, gli esiti sono sorprendentemente efficaci, la cosa inizia a diventare interessante. Tanto che gli amici adesso gli chiedono di giocare… e giocare… Fino a quando il giro si allarga e il gioco diventa un secondo lavoro. Gigi adesso chatta per professione, ma nessuno deve saperlo. Neanche Chiara, che Gigi ha conquistato con questo stesso gioco, di cui diventa allo stesso tempo vittima e protagonista inconsapevole. Perché il gioco prende una strana piega, inaspettata.
Gigi inizia a condurre una vita parallela, fatta di migliaia di messaggi, di frasi, di parole inventate, finte, create appositamente per clienti che in alcuni casi neanche conosce. Ma il giocattolo si può rompere da un momento all’altro. Ed è di quei giocattoli che quando si rompono fanno molto male.
La domanda è: le parole, anche quando sono vere, fino a che punto lo sono? Cos’è che ci dà la capacità di fidarci di quello che sentiamo, e perfino di quello che diciamo noi stessi?
Mentre Gigi crede di reggere i fili dei suoi personaggi, in una fusione tra realtà ed immaginazione, Chiara vive la sua vita, da donna, da essere umano. Due esistenze si incrociano, due modi di stare al mondo si scontrano. Da un lato l’esasperata voglia di controllare tutto, dall’altro il bisogno di sentirsi vivi a qualunque costo. È da questo conflitto che scaturiscono colpi di scena e interrogativi inquietanti sulle relazioni umane, e sulla disperata ricerca di una salvezza forse ancora possibile.
Ficano da sempre affascinato dalla sorprendente complessità degli esseri umani (almeno di alcuni di loro), dopo avere sperimentato forme di scrittura spontanea ed irresponsabile, ha deciso di frequentare alcuni corsi qualificati sul mondo della scrittura, dello story telling e della comunicazione che lo hanno portato a scrivere il suo primo romanzo.

Recensione di Roberto Ginex - Il sito di Sicilia. 
Ivan Ficano: Cosa vuoi sentirmi dire. 
Pagine 120 - Prezzo di copertina € 13,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia. Da una recensione di Amazon

"Spietato... Stupefacente.
Ho letto questo libro in poche ore. L'ho divorato. "Nella terra del sole che sboccia" è un viaggio interiore che non avrei mai avuto il coraggio di fare. Mano a mano che la storia prende forma e che entri nel personaggio, inizi a sentire quelle esperienze come tue, a rimodularle in quella che è la tua vita. E' un libro che pone degli interrogativi spietati e che mostra le diverse... facce della felicità . Un libro spietato e allo stesso tempo meraviglioso. Un libro che vuole essere letto tutto d'un fiato e che ti trascina da Nietzsche insieme ad Albatro.
Poi stupende le illustrazioni, che accompagnano la narrazione perchè ti fanno calare ancor di più nella storia, dandoti un accenno ad inizio capitolo di cosa ti aspetterà nelle pagine seguenti. Un libro completo e che consiglio vivamente perchè quando lo hai letto non sei davvero in grado di farne un riassunto per il semplice fatto che ti mancano le parole, perchè è un libro che, a partire dalla vita di Albatro, parla della vita di tutti noi".

Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia. 
Pagine 230 - Prezzo di copertina € 17,50
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it con lo sconto del 15% 

lunedì 27 novembre 2017

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo.


Il Signorino, slargati i piatti ed i bicchieri ch’eran sulla tavola, e puntandovi su i gomiti, cominciò:
- Conoscete tutti la strada che da fuori porta di Termini conduce diritta al ponte dell’Ammiraglio, e precisamente di fronte al così detto Serraglio vecchio. Or bene, ivi esiste una cuba (casa) ad un sol piano con tre occhi (balconi) a filari in sulla via, e due altri, con altrettante lenti (finestre) sporgenti sur un fiorito (giardino). Questa cuba è stata presa in affitto giorni or sono da un cardemi (forestiere) che tiene molta grassume (moneta d’oro) per come ho saputo per azzardo, e poi mi è stato confermato, ed è quegli che fa propriamente al caso nostro.
A questo annunzio gli occhi dei nostri ascoltatori schizzavano fuoco, e le fisionomie irragiavansi di un contento ineffabile, di una gioia estatica, ed ora l’uno ora l’altro dimenandosi su i loro sedili, intavolavano progetti, anticipavano preveggenze, e sussurravano alla scammanata, talchè fu d’uopo di tutta la superiorità del Signorino per farli zittire, e riprendea:
- Bambini che siete: ecco già al solo annunzio del grassume che v’imbriacate d’allegrezza, senza darvi pensiero delle conseguenze che il precipizio d’un affare può originare a noi ed ai fatti nostri. Statemi a sentire perché vo’ che il sappiate, qualunque negozio spedito e sicuro può alle volte presentar delle difficoltà, ed è cosa assai saggia, il maturarlo, pria di mettervi su la mano. Dunque come vi diceva ieri l’altro, avendone preventivamente avuto notizia, ronzava in quel torno, quando m’imbatto con Francesco il nostro antico camerata, il bozzuso.
- Ah! ah! Francesco – interruppe Marco, un altro giovinotto ascoltatore, – Francesco il guastamestieri, lo stordito.
- Appunto, ma adesso la bisogna va altrimenti, ed egli non ha parte, per come io mi penso, che meramente passiva... egli insomma debba farla da dormiente (Dormienti, nel loro linguaggio, sono coloro che si trovano in casa nel momento che si commette il furto). Ma sapete quanto mi è costato trarlo dalla nostra... lo scimunito si era pentito del passato, l’aria del collegio (carcere) lo avea infiacchito, e volea cambiar vita, e si era messo agli stipendi del cardemi nella qualità di curricolo (servidore). Da lui ho saputo quanto può interessarci, ed eccovi il modo per come io penso ultimare il negozio.
- Ascoltiamo, ascoltiamo....
 
Il nostro lettore si sarà ben accorto a quest’ora che i nostri eroi non sono che altrettanti ladri e mariuoli, ed il loro linguaggio furbesco; non si spaventerà adunque di quanto siamo per narrare, perché noi non diamo che a debili pennellate l’abbozzo della vita di questi esseri turbolenti e viziosi, che spesse volte la società sola, e non l’istinto trascina nel fango e nelle turpitudini – Il resto del racconto lo dimostrerà. Per ora seguiamone il filo...
 
Benedetto Naselli: I misteri di Palermo
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00 - Copertina di Niccolò Pizzorno.
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.  

venerdì 24 novembre 2017

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. Prefazione dell'autore

AL LETTORE

Lettore mio amasti mai? il tuo cuore s'inebriò mai alle dolcezze di un amore puro, celeste, sentimentale, divino? ti beasti mai nel sorriso della gratitudine? sentisti mai scorrer sulla tua guancia una vergine lacrima sfogo della tristizie d'una sventura? L'anima tua palpitò mai ai dolori del poverello, ai tormenti dell'orfano, all'agonia del moribondo? Portasti mai grave la soma della sventura?... No! Chiudi, non leggere e vatti con Dio, non sei il lettore ch'io cerco. Tu sei un meschinissimo abitatore di questa valle di tormenti e di lacrime; te Dio privò dei pochi sollievi di noi miseri mortali, tu vivrai giorni di apatica rassegnazione, giorni di amaritudine.
Il mio libro ti offre fanciulle affralite dall'oltraggio dei mali che non poterono rovesciarle che in un colla vita; t'imbatterai in uomini di cuore eminentemente sublime nella cui mente fremeano forse concetti generosi atti a farci migliori e crescer lustro alla patria, starsi sotto la boriosa jattanza d'uomini superbi, a intercettar loro per sempre il cammino; scorgerai più di un desolato, che avrebbe volontà  e potenza di fare ed è privo di mezzi; palpiterai ai moti di cuori affranti ed abbattuti dalla dolorosa gradazione della miseria a cui la società  dimentica dei propri figli, confida l'orfano ed il miserello che son pure nostri fratelli; varcherai in fine più in là  la triste soglia ove l'omicidio, il furto, il vitupero, e tutta quanta la putrida sentina dei vizi han ricetto.
Il mio libro sverterà  dall'occulto vizi e virtù, opere magnanime e prostituzioni cittadine; ti porrà  sott'occhio quadri alla vista dei quali indietreggerai a prima giunta, ma educheranno il tuo cuore alla scuola della verità  che ti comparirà  più bella nella sua nudità , senza barbare vestimenta accattate ad imprestito; ti mostrerà  lacrime che ti sarà  dato di asciugare; ti farà  sentire la sublime grandezza, di chi consola, anima e protegge l'infelice, che mancando di conforto e di protezione, non ardisce ed ha vergogna di stendere la destra tremante.
Lettore! Gradiscine lo scopo che è santo, non incolparne la volontà  se non mi sorressero le forze.

Benedetto Naselli

martedì 21 novembre 2017

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo

Un nuovo volume si aggiunge alla collana Gli introvabili edita I Buoni Cugini editori. Il romanzo, fedele riproduzione dell'opera pubblicata nel 1852, è la realistica rappresentazione di una Palermo degli inizi ottocento ed è piuttosto sensibile al ritardo culturale e al degrado materiale in cui versa il popolo, avversato dai capricci dei potenti e dalle loro corruzioni. Un autorevole dramma dell'ingiustizia, della quale sembra vittima in prima persona questo sconosciuto scrittore palermitano, avvolto nel mistero di una feroce dimenticanza collettiva.

Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

mercoledì 18 ottobre 2017

Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia. Recensione di Raffaella Tamba dal blog Libroguerriero

E oggi Raffaella Tamba recensisce il giovanissimo Marco Gregò, uscito con I Buoni Cugini Editori con il romanzo "Nella terra del sole che sboccia":
“perdere i dolori è come perdere se stessi, non si può vivere senza guardare dentro l’oceano che siamo stati”.


Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia.
Prezzo di copertina € 17,50
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.

martedì 17 ottobre 2017

Benedetto Naselli: I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato.


Al lettore

Questo lavoro fu meditato e scritto durante i lunghissimi e tristissimi giorni della mia prigionia. Ho svisata in menoma parte la storia, solo quando convenienze di nomi o di luoghi non permettevano dire la verità, del resto tradita mai, perché tratta da cronache e da libri, che a mercè della squisitezza del toscano signor Ottavio Veanuri, direttore di quel locale, mi pervenivano. Colgo questa occasione, ricordando nome a me sì caro ed anco a quanti più eletti del paese son capitali lì dentro, per testimoniare la mia gratitudine e la mia più sentita amicizia. 
Tornando al mio lavoro, perdoni il lettore, questa mia giusta digressione, lo presentai al pubblico sulle scene; ma con cuore chiuso, come suol dirsi, senza coscienza sicura, anzi colla fiducia che dovea destare nell’uditorio la stessa noia ed agonia del carcere.
Il pubblico però fu più indulgente di me, ed anco il giornalismo più del pubblico, il primo chiamandomi all’onore del proscenio, il secondo dando un esame critico molto giudizioso e per me lusinghiero assai. 
Ecco perché lo pubblico il primo nel mio Teatro, speranzoso, che se il lettore troverà dei difetti, mi sarà indulgente per il lavoro, ma la idea che ho svolto, temi tutti nazionali, ai quali sin dal 1852 mi affacciai io pel primo; e se il caro nome della Sicilia, fastoso e sublime risuona dondunque nella storia, nelle scienze, nelle lettere, non si vedrà a mala parte, che un suo povero figlio ne facci anco onorato ricordo su pei teatri, che fan bella parte dell’istruzione popolare. 

L’Autore.

Dello scrittore Benedetto Naselli non abbiamo notizie certe riguardanti la sua vita. Sconosciamo anche la sua data di nascita e di morte. Le uniche certezze sono soltanto che visse nella prima metà  del 1800, con molta probabilità  a Palermo, che era avvocato e giurista di particolare rilevanza intellettuale con all'attivo diversi saggi su argomenti legali, tra i quali  quello Sul decreto dello scioglimento della promiscuità in Sicilia (Palermo, Lao, 1843) e che sicuramente fu incarcerato, come apprendiamo nella premessa del dramma teatrale I Beati Paoli "Questo lavoro fu meditato e scritto durante i lunghissimi e tristissimi giorni della mia prigionia..." avvenuta intorno al 1850.
La sua vasta produzione letteraria comprende altri drammi teatrali, nonchè romanzi, novelle e diverse opere antropologiche tra le quali Il festino: leggenda popolare (Palermo, Virzì - 1842).
Le sue opere, che per più di un secolo e mezzo sono rimaste polverose a giacere negli scaffali di qualche libreria, sono oggetto di studio da parte de I Buoni Cugini Editori che a breve ripubblicheranno le sue opera strappandole dall'oblìo così com'è giusto che sia.


Benedetto Naselli: I Beati Paoli o La famiglia del giustiziato. 
Pagine 124 - Prezzo di copertina € 13,50 
Disponibile in libreria e dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it

mercoledì 10 maggio 2017

Marco Gregò: "Fazzoletto, a suo dire il mio migliore amico.." Tratto da: Nella terra del sole che sboccia.

Per quanto potesse sembrare assurdo, Fazzoletto era, a sua detta, il mio migliore amico. Come posseduto da un'ignoranza incredibile era comunque in grado di distrarti nei momenti in cui ne avevi bisogno. Una di quelle persone che non sanno mai dire basta, ma che riconoscono immediatamente quando hai bisogno di qualcosa.
Raccontava in giro che veniva dal Texas, che era un duro, anche se non sapeva neanche dire "yes".
Balle, era in realtà figlio di un imprenditore che non si era mai preso cura di lui e così facendo diventò un bambino che bestemmiava come un adulto navigato. Le storie che raccontava erano tutte inventate, e tutte sul sesso. Un modo come un altro per attirare l'attenzione.
Misi la divisa e mi avviai al reparto rosa, sentendomi così patetico da ricordarmi che fin da piccolo volevo fare l'assassino per uccidere tutti, ma oggi, alla fine, mi ritrovai scrittore per non uccidere me stesso.
Il sole cantava una poesia muta.
 
 
 
Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia.
Prezzo di copertina € 17,50 - Pagine 230
Illustrazioni di Davide Sorrentino.
Disponibile su tutti i siti di vendita online e dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (sconto 15%)
Disponibile a Vieste (Foggia), presso Libreria Di Santi - Via V. Veneto, 9 - 71019 Vieste (FG)
Disponibile a Bologna presso: La confraternita dell'uva. Libreria, Cafè, Wine bar - Via Cartoleria 20/B
Disponibile a Palermo presso le librerie indicate al sito www.ibuonicuginieditori.it