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lunedì 4 marzo 2024

Filippo La Torre: Il volto di suor Gioacchina era senza colore e il suo sguardo aveva perso la luce... Tratto da: La primavera della strummula. Romanzo

Era già prossimo al mio banco. Ci separava soltanto mezzo metro e roteava minacciosamente in aria la bacchetta di canna. Alzò il braccio ancora di più, come se stesse per colpire le mie spalle, ma all’improvviso deviò la traiettoria e mi colpì con forza alla testa. Balzai dal banco con la velocità di un giaguaro. Prima gli assestai una testata allo stomaco poi, appena il malcapitato ruzzolò a terra, gli fui immediatamente sopra e lo tempestai di pugni. Francesco fu il primo a correre. M’incitava:
«Ammazzalu, ammazzalu a ‘stu curnutu!»
Suor Maria, svegliata in malo modo dall’improvviso trambusto, si accorse della scena e, ancora immersa nelle immagini sfocate di pecore al pascolo, si mise a gridare impaurita. Lasciò subito la sua scrivania, oscillando la pancia come un otre semivuoto. Riuscì con fatica a farsi largo tra tutti i ragazzi che ci attorniavano e afferratomi per un braccio, cercò di strapparmi via da Gaspare.
«Lascialo, lascialo» – mi gridava.
In pochi secondi dall’aula accanto intervenne in suo aiuto suor Ludovica e anche se in due, fecero fatica per trascinarmi lontano. Gaspare rimase a terra con la bocca insanguinata. Avrei voluto percuoterlo ancora ma fui frenato da emozioni contrastanti, da sentimenti che non mi assolvevano.
«Ta circasti, ca ti paria ch’eri u megghiu? Cca na vota, tutti si scantavanu ri tia, ora finiu!»
Suor Maria strattonava il mio braccio fino a farmi male e gridava alle mie orecchie:
«Sei una bestia, sei una bestia!»
«Andiamo dalla Madre superiora!» – disse suor Maria, continuando a trattenere con forza il mio braccio.
L’ufficio di suor Gioacchina era in fondo al corridoio. Suor Maria mi trascinava senza smettere di strattonarmi. Pensai per un attimo di mollarle un calcio sugli stinchi ma strinsi i denti per non aggravare ulteriormente la mia posizione. Varcammo la porta dell’ufficio. La Madre superiora sembrava fosse già in attesa. Stava ritta come un palo di castagno, in piedi, davanti alla sua scrivania.
«Inginocchiati!» – m’intimò suor Maria.
Per un attimo pensai di essermela cavata con un rimprovero. Ubbidii, e con le mani giunte mostrai un viso contrito a testimonianza del mio pentimento. Suor Gioacchina chiese alla consorella con un accento inquisitorio che mi fece rabbrividire:
«Qual è la sua colpa?»
«Ha preso a pugni un bambino che era stato incaricato di mettere ordine».
Senza darmi possibilità di replica, la Madre superiora si avvicinò alla sua scrivania, aprì un cassetto e prese una verga d’ulivo di circa mezzo metro.
«Fammi vedere le mani!»
Io tenevo gli occhi bassi, in silenzio, e sentivo un forte odio nei confronti di suor Maria per non avermi concesso anche pochi secondi da esporre a mia difesa, poi alzai la testa verso la Madre superiora. Ero inginocchiato ai suoi piedi e dalla mia posizione sembrava di un’altezza smisurata. L’uniformità della sua figura, dalla tonaca al velo, contribuiva a darmi di lei un’immagine sproporzionata. Ero sopraffatto non solo fisicamente ma anche dal pentimento per una colpa non voluta. Non riuscivo a scorgere i suoi occhi e allora chiudevo i miei. Allungai titubante la mano destra.
«Tutte e due!» – mi gridò.
Scoprii anche l’altra e mi accorsi che tremavano. Furono due colpi secchi, uno dopo l’altro. Due staffilate date con forza, ma dalle mie labbra non sfuggì nemmeno un lamento.
«Adesso ti puoi alzare!»
Riaprivo gli occhi. Il volto di suor Gioacchina era senza colore e il suo sguardo aveva perso la luce. La trasfigurazione riprendeva possesso del corpo e la sua faccia pian piano diventava colore del veleno. Non piansi. Piangeva per me la Madonna della Pietà di Michelangelo, appesa alla parete dietro le sue spalle, dietro la povera sedia dall’alto schienale. 
La Madre superiora non la vide.




Filippo La Torre: La primavera della strummula. Ricordi di bambino vissuto in un collegio per orfani o disadattati che s'innestano nelle condizioni di vita degli anni '50.
Collana Albatro Randagio. Prezzo di copertina € 22,00.
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