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venerdì 26 gennaio 2024

Giulia Petrucci: Fiori crescono persino in riva al mare... Tratto da: Giustizia a Palermo

Primavera siciliana.
Da anni non tornavo in Sicilia in primavera e quasi avevo dimenticato quanto fosse bella, quanto fosse verde. D’estate, l’erba è secca per il gran caldo e la mancanza d’acqua e il colore che prevale è il giallo paglierino. Ma in primavera esplode il verde in tutte le sue sfumature e macchie improvvise di colori vivacissimi spuntano qua e là con fiori d’ogni tipo. Vi sono intere colline rosse come il sangue o gialle come l’oro e prati in cui il viola e il lilla sono i colori dominanti.
Fiori crescono persino in riva al mare, tra la sabbia o tra le rocce e sembra quasi che siano le onde a depositarli lì, dopo averli portati via a prati nascosti negli abissi più profondi.
Mentre viaggiavo sull’autostrada tra Messina e Palermo, ripensavo al mito di Proserpina e mi dicevo che non a caso gli antichi greci avevano immaginato che il dio degli inferi l’avesse rapita dalla Sicilia, Terra della Primavera, gettando così il mondo nella desolazione e nel gelo dell’inverno.
Gustai in pieno quel viaggio, come una riscoperta di luoghi, paesi, colori, il cui ricordo nel tempo si era assopito, ma non scomparso del tutto.
Capo d’Orlando, Tindari, Santo Stefano di Camastra, Cefalù, passarono davanti ai miei occhi come in un vecchio film, dai colori ancora particolarmente brillanti e ben conservati, malgrado il tempo trascorso.
Ma ormai desideravo soltanto vedere il monte Pellegrino con il suo profilo caratteristico, che si vuole assomigli al Duce Benito Mussolini, fez compreso, ed è, comunque, il simbolo della città.
Palermo è il monte Pellegrino, è la Conca d’Oro, che la racchiude come un gioiello incastonato tra aspre montagne e il verde brillante degli agrumeti.
È il grande golfo col suo cupo mare salato, un tempo uno dei più belli del mondo ed oggi vittima illustre dell’inquinamento. Quel mare, nella mia infanzia, era stato compagno di giochi ed amico e, nell’adolescenza, il complice silenzioso di amori teneri delle sere d’estate.
Avrei amato comunque Palermo per il mare sempre presente, col suo respiro ampio e il suo colore, a volte intenso, a volte chiaro come la superficie di uno specchio su cui, il sole di giorno e la luna di notte, si frangono in mille frammenti di luce.
Per addentrarmi nella città scelsi la via Messina Marine, proprio perché costeggia il mare e attraversa Romagnolo, la borgata di pescatori dove sono nato. Volevo vedere se esisteva ancora la casa gialla che avevo abitato da ragazzo.
Con grande stupore vidi che era ancora lì, sebbene le fossero cresciuti intorno palazzi alti e moderni che quasi la soffocavano con la loro prepotenza e i loro colori vivaci. 



Giulia Petrucci: Giustizia a Palermo. Romanzo.
Prezzo di copertina € 16,00
In copertina: Dolcezza tra le spine di Natale Petrucci.
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