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venerdì 26 gennaio 2024

Giulia Petrucci: Tornare a Palermo... Tratto da: Giustizia a Palermo. Romanzo.

Tornare a Palermo.
Un desiderio di sempre, un sogno irrealizzabile all’apparenza che, improvvisamente, diventava realtà.
Com’era accaduto, difficile ricordarlo.
Quand’era cominciato il processo di distacco da mia moglie, dai miei figli, dai colleghi di lavoro, dagli amici, impossibile precisarlo.
D’un tratto, mi ero ritrovato con un divorzio alle spalle, una solitudine quasi totale e nessuna vera ragione per rimanere a Roma. Mentre diventava più forte, giorno dopo giorno, quel desiderio di sempre.
Tornare a Palermo.
Quasi una filosofia di vita, un tacito impegno con se stesso, per ogni palermitano che si allontana dalla sua città. Un modo di esistere, con la stessa sensazione di un uomo che, privato di un arto, abbia ricevuto assicurazioni che presto la scienza medica sarà in grado di ridargli, in carne ed ossa, l’arto mancante.
Quando e come non gli è concesso di saperlo, ma egli vive nella speranza che presto finirà la sua sofferenza.
Così era sempre stato per me, vissuto con la sensazione della mancanza di qualcosa di essenziale per il mio essere, che generava in me una sofferenza sorda, abituale e quasi inavvertita, che mi portavo dietro senza disperazione, perché sapevo che prima o poi mi sarei deciso a ritornare.
Ed ecco che, senza quasi rendermene conto, mi trovavo già in macchina, sull’autostrada del Sole, e la mia meta si faceva sempre più vicina... Mi lasciavo tutto alle spalle senza alcun rimpianto, ed anzi mi sembrava di riprendere a respirare di nuovo, liberamente.
Comprendevo adesso che, nei ventitré anni trascorsi a Roma, ero stato un prigioniero che ignora la sua prigionìa e non vede lo spessore delle sbarre tra cui è costretto a vivere. Uno strano prigioniero di se stesso, che aveva contribuito inconsapevolmente, giorno dopo giorno, a costruire con le sue stesse mani la propria prigione, illudendosi, però, di essere ancora libero.
E il risveglio era stato traumatico: quando finalmente avevo aperto gli occhi e mi ero accorto di quelle sbarre e di quella prigione, essa stava già per soffocarmi.
Ma, per fortuna, mia moglie era stata ragionevole, i ragazzi abbastanza adulti da poter scegliere il proprio destino consapevolmente, tanto che avevano deciso di seguire la madre originaria della Lombardia. La mia fama di avvocato presso il Foro di Roma era abbastanza grande da consentire facilmente il trasferimento al Foro di Palermo e, nello stesso tempo, non tanto da potermi creare impegni che non fosse possibile affidare a qualche collega più giovane, con sua soddisfazione e nessun danno per il cliente.
A Palermo non avevo idea di come sarebbero andate le cose, ma ero stranamente tranquillo.
Una volta presa la decisione di tornare, tutto mi sembrava facile e tutto, in effetti, si appianava come per una segreta magia.
Uscii dall’autostrada a Villa S. Giovanni, per prendere il traghetto.
Avevo sempre amato raggiungere la Sicilia in macchina e poi col traghetto. Quel lento avvicinarsi, quel vederla dapprima sfumata in lontananza, simile ad una Fata Morgana e poi sempre più vicina e reale, come un sogno che lentamente si avvera, mi dava la sensazione di nascere ancora una volta o meglio di ritornare lentamente alla vita.
E sempre mi commuove il modo in cui la città di Messina accoglie ogni viaggiatore che viene dal mare, col suo porto nel quale il traghetto penetra lentamente, come tra due grandi braccia e la statua della Madonna che attende all’imboccatura, benedicendo tutti coloro che arrivano: “Vos et ipsam civitatem benedicimus”...
E, quando sbarchi, sai già di essere a casa. Anche se la tua città si trova a chilometri di distanza, non importa. Quando hai messo piede sull’isola, sei già a casa e, senza rendertene conto, attraversi le strade linde e i giardini ridenti messinesi, per raggiungere le autostrade, con un’espressione più distesa sul volto e un immancabile senso di sollievo.
Ti sembra persino che nei tuoi polmoni penetri un’aria diversa, più leggera, più profumata...



Giulia Petrucci: Giustizia a Palermo. Romanzo.
Prezzo di copertina € 16,00
In copertina: Dolcezza tra le spine di Natale Petrucci.
Disponibile:
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