Non farà dunque
maraviglia che non questi antecedenti di vita domestica, col suo carattere
azzardoso, colla sua destrezza e forza straordinaria, Pasquale Bruno sia
divenuto sì presto quel singolare personaggio ch’egli esser volle. Per così
dire, si fece il giudice della giustizia; per tutta Sicilia, e particolarmente
a Bavuso e paesi vicini, non commetteasi un atto arbitrario che potesse
sfuggire al suo tribunale, e siccome quasi sempre le sue sentenze colpivano i
forti, avea per sé tutti i deboli. Così allorchè un peso esorbitante veniva
imposto da un ricco signore a qualche povero colono, allorchè un matrimonio era
sul punto di guastarsi per la cupidigia di una famiglia, allorchè una sentenza
iniqua colpiva un innocente, al primo avviso che ne avea, prendea Bruno il
fucile, scatenava i suoi quattro cani corsi, sua sola compagnia, inforcava un
cavallo del Val di Noto, mezzo arabo e mezzo montanaro, come lui, usciva dalla
piccola fortezza di C............, dove avea fissata la sua residenza, andava a
trovare il signore, il padre o il giudice, e il peso vedeasi diminuito, il
matrimonio conchiuso, il prigioniero il libertà. Sarà facile a comprendere che
tutti coloro a’ quali prestato avea il suo aiuto gli pagavano la loro felicità
in affezione a tutte prove, e che qualunque intrapresa diretta contro di lui
andava sempre a vuoto, grazie alla vigilanza riconoscente de’ paesani, che lo
avvertivano con segni convenuti dei pericoli che lo minacciavano.
Alcuni strani racconti
cominciavano già a circolare per le bocche di tutti, avvegnachè più sono
semplici gli animi, e più sono inclinati a credere il maraviglioso. Narravasi
che, in una notte tempestosa in cui tremò l’isola intera, Pasquale Bruno avea
fermato patto con una strega, e che, in cambio dell’anima sua, ottenuto avea di
essere invisibile, di potersi trasferire in un attimo da una punta dell’isola
all’altra, e di non poter essere ferito, né dal piombo, né dal ferro, né dal
fuoco. Il patto, diceasi, dovea durare tre anni, e che Bruno lo avea
sottoscritto per compiere una vendetta alla quale bastava questo tempo, per
quanto sembrasse ristretto. Pasquale dal canto suo, lungi dal distruggere
questi sospetti, comprendea come gli erano favorevoli, ed anzi si studiava
perché prendessero maggiore consistenza. Le sue infinite relazioni gli aveano dato
spesso mezzi di far credere alla sua invisibilità, facendogli conoscere
circostanza che ognuno pensava dover egli affatto ignorare. La rapidità del suo
cavallo, coll’aiuto del quale, nel mattino, egli trovavasi a distanze incredibili
da’ luoghi ov’erasi fatto vedere la sera, facea prova della sua facoltà di
portarsi dovunque in atomi di tempo; finalmente una circostanza di cui erasi
egli giovato con la destrezza di un uomo non ordinario, non facea dubitare
ch’egli non fosse invulnerabile...
Alexandre Dumas - Pasquale Bruno. Romanzo storico siciliano. Collana Gli introvabili
Il romanzo è preceduto dal saggio storico: Storie di banditi di Luigi Natoli
Pagine 128 - Prezzo di copertina € 13,50
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