Ancor ricordo i vezzi tuoi
ad accudir sincera
ogni mia ansia:
aprivi il seno a inebriar
di latte, a nutrimento,
figlio di null’altro pago.
Sognasti trepida
di lui i percorsi incerti,
e, canuta, ti vedesti
a raccontare fiabe
e di dolore nenie a rimpianto
del grembo tuo sfiorito...
Tratta da: A ogni mamma di fra' Domenico Spatola.
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