Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

mercoledì 10 gennaio 2018

Benedetto Naselli: Lo sfratto. Tratto da: I Misteri di Palermo.


L’algozilio al paro dei suoi confratelli, avria potuto sin da bel principio troncare tutti questi ragionamenti; ma egli era un uomo ciarlone, il suo cuore era decrepito all’agonia della mi­seria; era una di quelle anime incapaci a risen­tire qualunque dolorosa sensazione; incanutito in esecuzioni ben più strazianti di quella che andava a succedere, però amava conservarne le forme. Egli che per un solo obolo saria stato fermo innanzi al pugnale dell’assassino e la scure del carnefice, amava riversarne tutta la forza de­gli atti del suo ministero alla irremovibilità della legge della quale era scrupolosissimo esecutore. E continuava: – Bisogna dunque mio malgrado, o signora, e con dolore, che io vi sfratti sul momento; e se non avete persone che s’in­caricassero del trasporto delle vostre masserizie, ve l’offro io.
E in così dire fatto cenno coll’occhio a uno dei due che l’accompagnavano, e spinta con la mano la porta che fe’ vacillare sulle gambe la buona Genoveffa senz’altro, fu con i suoi compagni nello studio di Luigi. Allora alla porta comparvero due nerboruti facchini che fatto inchino colle loro berrette aspettavano dall’algozilio un cenno per dar di mano alle masserizie, sendochè erano molto pratici per tali faccende e sempre erano attaccati alle falde dell’abito del signor Ottavio, così chiamavasi l’uomo della parrucca. 
La povera vecchierella a quelle parole e quella vista impietrì. Un lavacro scesele dapprima dalle testa alle piante, e rosseggiò la sua fisionomia cupamente bordata da colori giallognoli; quindi impallidì, e fu ad esser presa da così fatta convulsiva tremarella che non poteansi su lei fissare gli occhi senza esser costretti a chiuderli, o far girare il capo. Tentò più d’una volta, metter fuori un prego, una dimanda; ma la lingua erale rimasta sì ferma in gola che non prestossi all’idea, cominciò a voler dunque supplire co’ gesti e colle mani quanto non potea colla bocca, ed ora l’uno, or l’altro di quei personaggi, ghermendoli ora pel braccio, ora pel lembo dell’abito, intendea persuadere a sostare da quello svaligiamento, che già talune masserizie eran sulla strada, e le vicine avean fatto cerchio alla porta; ma niuno ardiva parlare, tanto spaventevole era in quei tempi la vista di quell’algozilio, che valeva quasi quanto una versiera o il diavolo. Queglino però seguivano i fatti loro. L’algozilio diritto in mezzo allo studio, confortava con parole fredde e stizzose la vecchierella, i facchini mettevan sulla strada le masserizie. Quando vidde poi ad uno di costoro in mano il suo avito crocifisso che usciva già dalla casa, fu allora superiore a se stessa. Rialzossi, volea colle mani ghermirlo, pronunciò le parole, madre di Dio!... e cadde ginocchioni ai piedi del signor Ottavio abbracciandogli le ginocchia, e bagnandoli di lacrime, e stringendoglieli e mormorando talune mezze parole che non aveano un suono chiaro ed intelligibile. Ma quegli era forte abbastanza da star saldo in faccia a questi piagnistei che chiamava d’uso. Indurito il cuore alla continuità di queste sensazioni, si erano resi così abituali, che non lo commovevano, non lo spaventavano, e poi egli non era che un inflessibile esecutore della legge e nulla più. Questa parola alla quale si danno sensi così diversi, per quanto diverse sono le intelligenze di chi la fa osservare, che ha tanti suoni, per quanto sono i casi su’ quali debbesi applicare, che ha migliaia di eco nei cuori di migliaia che la rendevano in quei tempi coi loro sofismi e colle loro fantasmagorie, oscura ed ingiusta, in mano di quel tanghero, era interpretata alla lettera. Per lui la legge non ammetteva dimani: l’impero non era che all’oggi. 
Ogni dilazione un delitto di lesa giustizia, ogni agevolezza ingiuria al suo ministero, al di lui carattere. Stava adunque fermo nella sua positura, mentre che l’infelice rejetta, esalava l’anima ai suoi piedi, guardando con occhi esterrefatti l’uscita del lavoro del figlio al quale avean già dato mano, e s’impazientivano per gli ordegni che avean dovuti adattare e pel peso.
Allora un ultimo grido emerse dall’anima di lei, e fu il grido dell’agonia e della disperazione...


Benedetto Naselli: I misteri di Palermo
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Nessun commento:

Posta un commento