E
in così dire fatto cenno coll’occhio a uno dei due che l’accompagnavano, e spinta
con la mano la porta che fe’ vacillare sulle gambe la buona Genoveffa
senz’altro, fu con i suoi compagni nello studio di Luigi. Allora alla porta
comparvero due nerboruti facchini che fatto inchino colle loro berrette
aspettavano dall’algozilio un cenno per dar di mano alle masserizie, sendochè
erano molto pratici per tali faccende e sempre erano attaccati alle falde
dell’abito del signor Ottavio, così chiamavasi l’uomo della parrucca.
La
povera vecchierella a quelle parole e quella vista impietrì. Un lavacro scesele
dapprima dalle testa alle piante, e rosseggiò la sua fisionomia cupamente
bordata da colori giallognoli; quindi impallidì, e fu ad esser presa da così
fatta convulsiva tremarella che non poteansi su lei fissare gli occhi senza
esser costretti a chiuderli, o far girare il capo. Tentò più d’una volta,
metter fuori un prego, una dimanda; ma la lingua erale rimasta sì ferma in gola
che non prestossi all’idea, cominciò a voler dunque supplire co’ gesti e colle
mani quanto non potea colla bocca, ed ora l’uno, or l’altro di quei personaggi,
ghermendoli ora pel braccio, ora pel lembo dell’abito, intendea persuadere a
sostare da quello svaligiamento, che già talune masserizie eran sulla strada, e
le vicine avean fatto cerchio alla porta; ma niuno ardiva parlare, tanto
spaventevole era in quei tempi la vista di quell’algozilio, che valeva quasi
quanto una versiera o il diavolo. Queglino però seguivano i fatti loro.
L’algozilio diritto in mezzo allo studio, confortava con parole fredde e
stizzose la vecchierella, i facchini mettevan sulla strada le masserizie.
Quando vidde poi ad uno di costoro in mano il suo avito crocifisso che usciva
già dalla casa, fu allora superiore a se stessa. Rialzossi, volea colle mani
ghermirlo, pronunciò le parole, madre di
Dio!... e cadde ginocchioni ai piedi del signor Ottavio abbracciandogli le
ginocchia, e bagnandoli di lacrime, e stringendoglieli e mormorando talune
mezze parole che non aveano un suono chiaro ed intelligibile. Ma quegli era
forte abbastanza da star saldo in faccia a questi piagnistei che chiamava
d’uso. Indurito il cuore alla continuità di queste sensazioni, si erano resi
così abituali, che non lo commovevano, non lo spaventavano, e poi egli non era
che un inflessibile esecutore della legge e nulla più. Questa parola alla quale
si danno sensi così diversi, per quanto diverse sono le intelligenze di chi la
fa osservare, che ha tanti suoni, per quanto sono i casi su’ quali debbesi
applicare, che ha migliaia di eco nei cuori di migliaia che la rendevano in
quei tempi coi loro sofismi e colle loro fantasmagorie, oscura ed ingiusta, in
mano di quel tanghero, era interpretata alla lettera. Per lui la legge non
ammetteva dimani: l’impero non era che all’oggi.
Ogni
dilazione un delitto di lesa giustizia, ogni agevolezza ingiuria al suo
ministero, al di lui carattere. Stava adunque fermo nella sua positura, mentre
che l’infelice rejetta, esalava l’anima ai suoi piedi, guardando con occhi
esterrefatti l’uscita del lavoro del figlio al quale avean già dato mano, e
s’impazientivano per gli ordegni che avean dovuti adattare e pel peso.
Allora
un ultimo grido emerse dall’anima di lei, e fu il grido dell’agonia e della
disperazione...
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