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venerdì 15 novembre 2019

Nel 1938 avevi otto anni... - La civile indifferenza. Le parole della senatrice Liliana Segre fedelmente raccolte dalle sue testimonianze

Nel 1938 avevo otto anni, andavo alla scuola pubblica di via Ruffini, come una bambina qualunque.
Abitavo lì vicino.
L’unica differenza tra me e le mie compagne era che nell’ora di religione (eravamo forse in tre nelle elementari) essendo esonerate, ovviamente, correvamo in corridoio ed eravamo molto invidiate da quelle altre che dovevano stare in classe.
Arrivò come uno Tsunami, oggi si direbbe, un temporale violentissimo, lo snocciolarsi di quelle prime avvisaglie, come quando sta per venire un temporale e ci sono i tuoni lontani, i lampi... ma speriamo che forse non avverrà, non pioverà qui... le avvisaglie di un antisemitismo che non si era sentito prima in Italia, non si era recepito assolutamente.
Ed era la fine dell’estate del 1938 quando mio papà cercò di spiegarmi che non potevo fare la terza elementare in via Ruffini, perchè per le leggi razziali fasciste, vergognose, avevamo perso i diritti civili.
E fra le leggi razziali c’era il divieto di andare a scuola.
Mi sentii dire quindi con voce rotta, con voce emozionata, umiliata, da mio papà che io, come tutti i bambini ebrei, tutti gli studenti ebrei delle scuole pubbliche d’Italia, ero stata espulsa.
Espulsa...
Voi ragazzi sapete bene che cosa vuol dire essere espulsi da una scuola, alle elementari poi non ne parliamo. Bisogna aver fatto davvero  qualche cosa di molto molto grave nell’ambito scolastico.
E io, che andavo a scuola con gioia, mi sentii dire mentre eravamo a tavola e c’erano tutti e due i miei nonni:
«Sei stata espulsa dalla scuola perché noi siamo ebrei.»
Fu veramente un colpo gravissimo. Io subito chiesi:
«Ma perché? Che cosa ho fatto?»
Era un momento tremendo, era soprattutto l’espressione di queste tre persone, che mi guardavano con grande pena, con grande preoccupazione per me.
Era amore, amore e disperazione.
Da quel momento cominciai a chiedere a tutti ma perché? perché? perché? perché? Ed ero ossessiva con questo perché, al quale a quel tempo era molto difficile dare una risposta. Soprattutto perchè ai bambini, allora non si parlava così chiaramente come si parla adesso, si cercava di tenerli separati, protetti dalle brutture della vita.
E quel perché mi ha seguita poi mille volte: ma perché, perché, perché, perchè, perché io non posso più andare a scuola? Perché sono stata espulsa?
Era la colpa di essere nata. 

La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte dalle sue testimonianze. A cura di Anna Squatrito. 
Pagine 172 - Prezzo di copertina € 13,00
Foto in copertina: Maria Luisa Lamanna
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
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