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mercoledì 20 novembre 2019

Era la colpa di essere nata. Tratto da: La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte dalle sue testimonianze.

Espulsi furono tutti gli ebrei dalle cariche pubbliche, insegnanti, professionisti, persone che avevano qualche grado nell’esercito, che lavoravano nei Ministeri. Perfino i libri adottati nelle scuole di colti professori ebrei furono cancellati, furono tolti dalle biblioteche comunali, furono tolti dai programmi scolastici.
Le leggi razziali furono infinite, lunghissime, e andavano dalla impossibilità di tenere piccioni, di vendere stracci se non di lana a quella  di non poter fare l’orefice, il bidello.
Qualunque cosa era vietata.
La fantasia di chi le redasse fu così sfrenata, che era veramente difficile trovare una branca qualsiasi in cui fosse possibile stare.
Si veniva cancellati dagli elenchi del telefono, si veniva cancellati dagli albi professionali, si diventava di colpo cittadini di serie B per poi pian piano...
Mi ricordo che una volta venne a casa la maestra, la mia maestra di prima e seconda elementare, ma non per trovare me, semplicemente perché l’aveva convocata mio papà che le aveva chiesto:
«Venga a casa a trovare la mia bambina, provi a dirle lei una parola di conforto...»
Lei venne a casa, non mi abbracciò. La sentii che diceva:
«Io cosa c’entro? Non è mica colpa mia, non le ho fatte io le leggi razziali!»
E quello fu l’inizio dell’indifferenza, di quel «Se una cosa non mi riguarda e riguarda l’altro, non me ne importa niente.»
Cambiai scuola e andai in un istituto privato  che mi accettò.
Andando lì, passavo dalla mia vecchia scuola.
Di tutte le bambine furono solo tre indimenticabili, che continuarono ad aprirmi la loro casa alle piccole feste, agli incontri per giocare, che mi telefonarono...
Tutte le altre sparirono nell’indifferenza.
Era molto dura passare da lì e vedere questi gruppetti di bambine che mi segnavano col dito e dicevano:
«Quella lì è la Segre, non può più venire a scuola perché è ebrea...»
Sono sicura che non sapessero che cosa significa essere ebree.
I banchi vuoti dei bambini espulsi non fecero sensazione.
Cancellati nell’indifferenza generale.
E cominciò nella mia famiglia, come in tutte le famiglie ebraiche, quel senso di farci sentire diversi: noi che eravamo italiani, patrioti... per esempio mio papà e mio zio erano stati ufficiali nella Prima Guerra mondiale e si sentivano italiani profondamente. Venne restituita loro la tessera di ufficiali in congedo. Quella di mio papà diceva: “Alberto Segre di razza ebraica viene cancellato dalle file degli ufficiali in congedo.”
Dopo che erano stati in trincea, dopo che avevano combattuto per la loro Italia!
Poi, man mano che le leggi razziste, molto severe, venivano applicate ecco che veramente per gli ebrei, italiani ebrei, cominciò una vita estremamente difficile anche dal punto di vista economico.



La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte dalle sue testimonianze. A cura di Anna Squatrito
In appendice una selezione delle principali leggi razziali del 1938, in particolare quelle relative alla difesa della razza italiana nelle scuole. 
Pagine 172 - Prezzo di copertina € 13,00
Disponibile su Ibs e in tutti i siti di vendita online. 
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it

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