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martedì 29 luglio 2025

Antonio Petrucci: Il 29 luglio 1983 un'autobomba esplode uccidendo il giudice Rocco Chinnici... Tratto da: La pelle del serpente. Ricerche sulla mafia (1860-2006)

È il 9 luglio 1983: dall’Ufficio istruzione del Palazzo di Giustizia, a Palermo, vengono emessi quattordici mandati di cattura contro mandanti e killer dell’omicidio dalla Chiesa: tra essi Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Salvatore Greco, Nitto Santapaola, Pietro Vernengo.
La risposta della mafia non si fece attendere. Il 29 luglio un’autobomba esplose uccidendo il giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione. Chinnici era stato avvisato del pericolo che correva e aveva informato le sue guardie del corpo lasciandole libere di scegliere se continuare quel pericoloso servizio. Gli uomini di scorta non vollero lasciarlo. Morirono così con lui il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta. Si salvò miracolosamente un terzo carabiniere, Giovanni Paparcuri. Nell’esplosione perse la vita anche il portiere dello stabile in cui abitava il giudice, Stefano Li Sacchi. “Palermo come Beirut” titolarono i giornali.
L’attentato a Chinnici è certamente il tentativo di bloccare la battaglia dichiarata a Cosa Nostra dall’Ufficio istruzione. Ma, a sostituire Chinnici, giunge da Firenze Antonino Caponnetto, un magistrato, siciliano d’origine, che sarà guida del pool fino al così detto maxi-processo (1986).
È lo stesso Caponnetto, nel suo libro, I miei giorni a Palermo, a ricordarci il nucleo originario del pool, cioè Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta (ed è interessante il “ritratto caratterologico” dei quattro tracciato dal loro capo).
Di questi eccellenti magistrati il più noto è Giovanni Falcone. Nato a Palermo nel 1939, Falcone era entrato in Magistratura nel 1964 e si era “fatto le ossa”, come sostituto Procuratore, a Trapani. Rientrato a Palermo nel 1978, era andato a lavorare all’Ufficio istruzione diretto da Rocco Chinnici, dove lo affiancò Paolo Borsellino. Nel 1980 Chinnici affidò a Falcone il processo contro Rosario Spatola che era diventato, partendo dal nulla, uno dei maggiori costruttori della città. Da questo momento la sua storia attraversa la storia di Palermo – una città che lui ama ma che non lo ama – una città difficile, almeno in quegli anni, dove si vive bene a patto di non entrare in rotta di collisione con la mafia.

Antonio Petrucci: La pelle del serpente. Ricerche sulla mafia (1860-2006)
Pagine 141 - Prezzo di copertina € 15,00
Il volume è disponibile: 
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna gratuita a Palermo, consegna a mezzo corriere o raccomandata postale in tutta Italia).
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