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martedì 25 giugno 2024

Rosalia Pignone Del Carretto: La grotta dei Beati Paoli. Tratto da: Un vero amore ovvero I Beati Paoli. Romanzo storico siciliano.


Traversata la vasta piazza del Capo, volsero a destra e giunsero sullo spiazzo che è innanzi al tempio, intitolato ai santi Cosimo e Damiano. Oltrepassata l'antica chiesa e confrateria dei neri, mettendosi pel vicolo detto degli Orfani, riuscirono in una piazzetta, nel cui mezzo ergeva il suo alto tronco un noce, i cui rami, spogli di fronde, agitati dal soffiare del vento che furioso erasi levato, scricchiolavano cupamente. Non anima viva quivi vedevasi, e pure si notava come un lontano rumore di passi che parea sorgere dalle viscere della terra.
L'ora notturna, l'oscurità del deserto loco, il mugghiare del tuono precursore dello scoppiare dell'uragano che solo di tratto in tratto interrompea quel silenzio, il tremendo stato dell'animo in cui acerba tenzone muovevansi il dovere, l'onore, ed un puro ma cieco amor di patria, tutto insomma straziava e faceva rabbrividire l'infelice Corrado, che con vacillante passo seguiva il suo compagno. La pioggia cadea a rovescio, e le dense tenebre che coprivano il cielo mal consentiano procedere più oltre, quando al balenar di un lampo scorsero una porticina.
Appressaronsi ad essa: ad un lieve segno dell’uomo del mantello si schiuse, lasciando appena uno stretto adito, talchè piegando il corpo per metà poterono a stento entrare. Varcata quella soglia funesta, udirono lentamente rinchiudersi, dietro di loro, l'uscio.
L'oscurità quasi intieramente invadea quel luogo rischiarato debolmente dall’incerta luce di una lampada che pendeva dalle volte ed ardea appiè dell'immagine del crocefisso Redentore del mondo. Inoltrandosi per un lungo e stretto corridojo, dalle cui mura stillanti acqua, pendevano armi di ogni maniera, dalla carabina del micheletto, al pugnale dell’assassino, e lasciando a destra una vasti sala cinta di vecchi armadii ed ingombra di tavole coperte di carte e di libri, penetrarono in una ampia grotta. L'umidità che tramandavano le pareti di essa, resa più sensibile dal freddo dell’invernale stagione, penetrò nelle membra dei due nuovi arrivati e di griciori e di sussulti nervosi le agitò. Di forma ellittica era quella, diremo, sala, il suolo ineguale e le pareti erano interamente ricoperti di tela nera. Numerose nicchie simili agli stalli di un coro la cingevano intorno, ed in quelli erano assisi uomini in lunghe vesti nere pari a toghe, con il capo coperto della gorra dei magistrati spagnuoli .
In fondo alla grotta, sopra un piedistallo di pietra nera ergevasi la statua della Giustizia che con la destra librava l’equa sua bilancia e teneva con la sinistra la spada sguainata. Gli occhi della Giustizia erano sbendati quasichè si volesse dimostrare che in quel luogo i giudizii che si emettevano, erano chiari e sicuri. Appiè della effigie della moderatrice di ogni civile comunanza; erano gettati mucchi di armi, antitesi perfetta di ciò che voleasi simboleggiare con la immagine della ministra delle leggi, della dispensatrice del premio e della pena. Avvegnacchè se gli esatti giudizi hanno d’uopo talvolta del sussidio della forza per essere posti in atto, non è però che nella forza o dalla forza sola, dovranno vantare il loro dritto.
Dalla volta della grotta, pendeva una grossa lampada che di tremula e rossiccia luce rischiarava quei volti fieri e minacciosi. Come furono entrati, Corrado e la sua guida, questa si appressò ad un uomo che dal seggio più elevato che occupava e da un cappello a larghe tese che portava sulla testa, sembrava essere il capo di quella misteriosa adunanza, e gli susurrò qualche parola all’orecchio. Come l’ebbe udito, colui rivolgendosi a Corrado:
- Fratello, – disse, – il cielo qui ti manda: siedi ed ascolta.
Il capo della setta:
Il capo, Prospero, Corrado, Guido e pochi altri fratelli rimasero ancora in quell'oscuro e tremendo loco. 
- Siamo soli – disse il primo, poichè ebbe attentamente ascoltato morire l'eco lontani dei leggieri passi dell'ultimo uscito dalla grotta. – Si, ora n’è dato parlare apertamente e conoscerci fra noi – Così dicendo, egli si tolse il cappello, e tutti gli altri lasciarono cadere il cappuccio che ne celava in parte le sembianze. Ma qual fu la sorpresa dell'improvvido Corrado ravvisando nel capo di quella orribile setta un avvocatuccolo, vero azzeccagarbugli, il quale avea contribuito, o per malizia o per ignoranza, allo sperpero del già gramo retaggio del padre suo?
Tra un falso amico ed un uomo cupido ed intrigante, cosa poteva sperare di bene? M troppo tardi, lo ripetiamo, egli facea tali inopportune ed istrazianti riflessioni... 



Rosalia Pignone Del Carretto: Un vero amore ovvero I Beati Paoli. Romanzo storico siciliano. 
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice M. Savastano nel 1876 (Napoli)
Prefazione di Massimo Bonura.
Copertina di Niccolò Pizzorno 
Pagine 210 - Prezzo di copertina € 20,00
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