Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

giovedì 27 ottobre 2022

Monica Bartolini: Alle loro Eccellenze. Recensione di Elisabetta Mastrocola

 
Per i Buoni Cugini Editori è uscito l’ultimo libro di Monica Bartolini, ALLE LORO ECCELLENZE.
Giallo storico ambientato nella Roma Umbertina del 1888 vede protagonista il giovane Ispettore Carlo Alberto Ferrero. Piemontese, appena arrivato da Torino, reduce da una dolorosa situazione familiare, nell’impatto con l’ingestibile carattere del popolo romano impara già dai primi giorni a muoversi nell’ambiente capitolino fra popolani genuini, altoborghesi, gente di malaffare, politici e prelati. Tutti legati fra loro da fili sottili, che riconducono sempre a chi quei fili li controlla e li tira: le Loro Eccellenze!
La stesura dell’opera ha richiesto un vasto e approfondito lavoro di ricerca legislativa, storica, urbanistica, linguistica e biografica, tutto esaurientemente documentato. Se Ferrero, il corpo di polizia e alcuni personaggi minori sono figure di fantasia, i componenti delle due famiglie protagoniste ma non antagoniste, i Varesi e i Bartolini, seppur divise dagli alti confini del ceto sociale, che nella fantasia permette comunque dei contatti – contatti che facilmente avrebbero potuto esserci nello storico – sono reali e rappresentano le radici famigliari di Monica Bartolini e del marito Marco Varesi, compagno di vita. I fatti raccontati, raccolti dalle testimonianze di padri, zii e nonni non sono puramente casuali ma assolutamente veritieri.
La lettura del romanzo, scritto per buona parte in dialetto romanesco, suggerisce interessanti riflessioni di carattere antropologico, ma lo fa con ironia e leggerezza, offrendo al lettore una suggestiva panoramica sulla bonaria astuzia e l’arguzia del romano verace, capaci di aprire un nuovo orizzonte nel pensiero dell’attento, corretto e misurato Ispettore Carlo Alberto Ferrero che riuscirà, nonostante le difficoltà volontariamente poste dalle Loro Eccellenze, a risolvere brillantemente il caso, e a dare un senso alle sue scelte, almeno momentaneamente.
https://elisabettamastrocola.com/2022/10/26/alle-loro-eccellenze/
Il volume è disponibile: 
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su tutti gli store di vendita online e nelle migliori librerie. 

martedì 18 ottobre 2022

Giulia e Antonio Petrucci: Guglielmo ne udì delle belle quel pomeriggio... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo.

Un saggio del comportamento medio degli esseri umani, di fronte ad una faccenda complicata come quella dell’inquinamento, Guglielmo l’aveva già avuto nei giorni precedenti l’inaugurazione. Un gran numero di persone, infatti, gli aveva telefonato per informarsi della situazione, altri erano andati a trovarlo di persona. Ma niente aveva potuto dargli un’idea di ciò che sarebbe successo quel pomeriggio.
Dopo l’ora di pranzo, era cominciato l’afflusso di coloro che venivano esclusivamente per assistere all’inaugurazione. Una parte si portava il costume e faceva anche il bagno ma l’altra, la maggiore, veniva soltanto per ballare o per veder ballare gli altri. Alcuni arrivavano in anticipo, quando l’orchestra non aveva ancora cominciato a suonare e di solito, non sapendo come ingannare il tempo, prendevano posto ad uno dei tavoli del bar e consumavano il gelato. Ma quell’anno c’era la possibilità di passare il tempo in un modo più interessante: si poteva cercare l’ingegnere Guiscardi per domandargli com’era finita quella storia dell’inquinamento, per poi spiegargli la propria opinione.
Se solo Guglielmo avesse immaginato una cosa del genere, probabilmente sarebbe andato a nascondersi, per tornare fuori solo nel momento culminante della festa, quando tutti erano impegnati a divertirsi. Ma lui, s’è già detto, non aveva avuto la possibilità di sospettarlo e ingenuamente era rimasto bene in vista, vicino all’entrata. 
Questo errore lo espose ad una vera e propria tortura.
Le più aggressive e preoccupate erano le madri. In genere, tutti quelli che avevano bambini erano spaventatissimi, ma i padri si accontentavano delle assicurazioni dell’ingegnere che l’acqua non avrebbe fatto male ai loro piccoli e se andavano soddisfatti. Le madri, invece, arrivavano anche alle minacce. Se il loro Ninni o Titti o Cicci avesse preso qualche brutta malattia, avrebbero sporto denuncia a questo o a quello e fatto passare guai alla famiglia Guiscardi! Guglielmo era molto abile a non dar peso alle minacce, e le imboniva un po’ con le sue teorie scientifiche. Alla fine quelle concludevano con un “Beh, se lo dice lei, vuol dire che sarà vero, ma si ricordi quello che ho detto...” e finalmente lo lasciavano in pace.
I più fastidiosi erano quelli che venivano lì proprio per il gusto di far sapere a qualcuno cosa ne pensavano. Liberarsene non era facile, perché non volevano un dialogo, ma semplicemente un uditorio.
Guglielmo ne udì delle belle, quel pomeriggio. Qualcuna era anche ragionevole:
– Veda, caro ingegnere, per me nessuno ha centrato veramente il problema: è il porto, mi creda, il porto quello che può uccidere questo mare. Il porto è troppo vicino. Verrà un giorno che le città portuali dovranno chiudere tutti i loro stabilimenti balneari...
Qualche altra decisamente strampalata:
– Io sono del parere che questi batteri di cui si parla supernutriscano i pesci. Dovremo guardarci da uno sviluppo eccezionale della fauna marina. Immagini dei crostacei giganteschi...
I più simpatici, invece, erano quelli che venivano lì soltanto per dimostrare la loro solidarietà alla famiglia Guiscardi:
– Sa, noi non ci abbiamo mai creduto, ingegnere, a tutta questa storia. Fantasie dei giornalisti, dice mio marito. Quando ero bambina io e mi sono ammalata agli occhi, il medico mi ha detto: vai a fare i bagni al Lido Guiscardi, e sono guarita subito. Altro che acqua inquinata!


Giulia e Antonio Petrucci: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo. 
Romanzo ambientato nella Palermo degli anni '60.
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su tutti gli store di vendita online e nelle migliori librerie. 

lunedì 17 ottobre 2022

Giulia e Antonio Petrucci: Era uno dei primi Stabilimenti balneari della città... Tratto da: L'estate dei microbi. Accadde a Romagnolo.

Non era nervoso, ma lo tormentava un antico senso di tristezza, di inutilità. Nella sua testa si era fermato un pensiero: anche riottenendo la licenza, non sarebbe riuscito a salvare lo Stabilimento. 
Una parola gli risuonava dentro: decadenza. Perché la realtà era quella. Da anni, ormai, il vecchio lido era in una decadenza lenta, progressiva, dalla quale nessuno lo avrebbe ripreso. Per farlo, avrebbe dovuto salvare anche un’epoca, un modo di vivere...
Lo aveva costruito suo padre. Un giorno, quell’uomo nato e cresciuto nell’interno dell’isola, era arrivato sulla costa e aveva guardato per la prima volta il mare. Lo aveva guardato a lungo, con stupore e commozione, come un dono gettato improvvisamente ai suoi piedi da una mano sconosciuta. E aveva deciso che il mare sarebbe stato la sua fortuna.
Lo aveva costruito tra le perplessità della gente, che lo considerava un matto o un illuso. 
Era uno dei primi Stabilimenti balneari della città, un esperimento nuovo, un tentativo che sembrava destinato al fallimento in un’epoca tanto puritana. Eppure era attecchito.
L’alta società cittadina, curiosa e a suo modo spregiudicata, era stata attratta dalla novità. Le madri, arrivate dapprima solo per sorvegliare i figli, gli uomini per incontrarsi tra loro e fare dello sport. Poi, tutti avevano preso coraggio. Un sistema di botole ben congegnato assicurava alle donne una discesa in acqua al riparo da sguardi indiscreti, e dal canto loro gli uomini più audaci sapevano trovare mille modi per incontrarle, una volta in acqua. Ecco che quello diventava sempre più luogo d’incontri, una piattaforma sociale per chi volesse introdursi in un determinato ambiente bene, un centro di affari, di matrimoni, in genere di vita. Ed era diventato il mezzo per l’elevazione sociale della famiglia Guiscardi.
Dal suo paese, don Vincenzo – il professore aveva il suo stesso nome – aveva portato con sé la piccola moglie, la sua sposa bambina di soli sedici anni, dagli occhi nocciola e dai capelli neri. Forse, la piccola donna aveva capito, ancor più di lui, l’importanza di quanto stava accadendo. Aveva intuito che la fortuna non stava solo nel fatto che la gente affluiva sempre più numerosa e che gli incassi si facevano sempre più alti: quello era un momento destinato, prima o poi, a finire. La fortuna vera stava nelle possibilità che quel momento apriva all’avvenire dei suoi figli.
Dalla strada dell’Università c’era passata per caso, nei primi tempi del suo soggiorno a Palermo. Non sapeva neanche cosa fosse l’Università. L’aveva colpita la grandezza, l’austerità di quel palazzo dalla gradinata di marmo e l’ampio cortile chiuso tra colonne. Qualcuno le aveva spiegato che lì la gente andava a studiare, e da lì si usciva dottori, avvocati, ingegneri. E lei, che aspettava il primo figlio, aveva detto a se stessa che tutti i suoi figli avrebbero salito quella scala e passeggiato in quel cortile. Aveva detto a se stessa che sarebbero stati dottori, avvocati, ingegneri.
Senza lo Stabilimento il suo sogno non avrebbe mai trovato attuazione. Ma lui cresceva, frequentato dalla gente più ricca e colta della città. Tra quella gente i suoi figli sarebbero cresciuti, e bisognava che non fossero inferiori, bisognava dar loro la possibilità di guardare gli altri dritto negli occhi, e poi ancora al di là di loro. I suoi figli dovevano essere padroni dell’avvenire. Dovevano essere in grado di cambiare il mondo, di migliorarlo, di dominarlo. 
La morte di don Vincenzo, avvenuta quando il più piccolo dei suoi figli era ancora un bambino, l’aveva gettata nella disperazione. Sola, doveva dar da mangiare a cinque ragazzi, vestirli, farli studiare. Guardava il mare e piangeva, convinta che non ce l’avrebbe mai fatta. 
Ma il mare era sempre lì, come un amico, a darle conforto. In estate riusciva a mettere da parte tanto da poterci vivere tutto l’inverno, anche se non splendidamente. E poi c’era Federico, il maggiore dei suoi figli, a darle una mano. Senza Federico, forse, non ce l’avrebbe fatta, ma quel ragazzo mite, serio, taciturno era diventato il suo pilastro. Spontaneamente, in casa aveva preso il posto del padre e tutti sapevano di poter contare su di lui. Aveva continuato a studiare da solo, senza alcun aiuto, e intanto lavorava per portare in casa un po’ di denaro. Quando lei era disperata, le diceva soltanto: non ti preoccupare, li faremo studiare tutti, li faremo laureare tutti. E aveva mantenuto la promessa, rinunciando per molti anni ad una vita propria per sostenere quella dei fratelli. Si era sposato vicino ai quarant’anni, quando aveva realizzato il sogno di sua madre.
Suo padre, sua madre, suo fratello Federico... Ora Enzo si rendeva conto che erano tre persone vissute in un mondo diverso, che non esisteva più. La democrazia, loro, l’avevano sognata, l’avevano cresciuta nei loro pensieri, erano riusciti a realizzarla con l’entusiasmo ingenuo, con la fiducia totale delle menti pure e semplici. Avevano creduto veramente nella possibilità di un mondo migliore, dove ognuno contasse per quello che è e sa fare. Sua madre e Federico avevano anche assistito alla realizzazione di questo mondo. Dopo la guerra, una realtà nuova si era offerta ai loro occhi, e avevano potuto concepire la realizzazione delle loro più elevate ambizioni. Sua madre, per prima, aveva voluto che Federico si desse alla politica, per diventare deputato nel nuovo parlamento. Lei pensava che quello fosse il coronamento del suo sogno, credeva meraviglioso che uno dei suoi figli, domani, fosse chiamato alla direzione delle cose pubbliche. E quelli, intanto, erano stati anche gli anni di maggiore fortuna per il lido. Gli anni più brillanti, più esplosivi. Si ballava ogni sera, si rideva, si faceva l’amore, si litigava, si viveva pienamente per dimenticare la guerra, la morte, la paura... Quasi fosse il simbolo di quella rinascita, della nuova fede nell’avvenire, nella libertà...
Ma dopo, cos’era successo? Cos’era cambiato?


Giulia e Antonio Petrucci: L'estate dei Microbi. Accadde a Romagnolo... 
Romanzo.
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Disponibile su tutti gli store online e nelle migliori librerie. 


Venerdì 21 ottobre presentazione del libro L'Estate dei Microbi. Accadde a Romagnolo di Giulia e Antonio Petrucci.

 


sabato 8 ottobre 2022

Monica Bartolini: "Alle loro Eccellenze". Romanzo storico-poliziesco. Il nuovo volume della Collana Sbirri & Sbirrazzi edita I Buoni Cugini.

“È arrivato er Ministro de la giustizzia” disse qualcuno degli operai assiepati fuori il cantiere, schernendo quella figura austera con il nastro tricolore ad armacollo. 
A Boccetto, poi, quel Piemontese non stava piacendo per niente. Perché usava quel quadernuccio? Le guardie che conosceva lui non scrivevano mai, menavano solo. Chi era mai questi da essere tutto a rovescio?

Non c’è luogo e momento storico della storia dell’Italia unita che mi affascini di più se non la Roma di fine XIX secolo. Alla nascita della nuova Capitale del Regno sabaudo, infatti, sono legate circostanze politiche ed economiche di portata epocale per la nostra Nazione, sottese ai grandi mutamenti che la città subì per uniformarla ai canoni urbanistici delle altre capitali europee, vicende che sono narrate nel romanzo con dovizia di particolari storici. Quello, però, rappresenta solo lo sfondo di un’investigazione poliziesca di altri tempi, con procedure antesignane delle moderne tecniche forensi alle quali, invece, ho attinto a piene mani per l’investigazione del Maresciallo (ormai Luogotenente) Piscopo in Per interposta persona. Un esempio su tutti riguarda la salvaguardia dell’integrità della scena del crimine, concetto ai giorni nostri arcinoto, ma mai normato da legge italiana prima del 1865, quando si presentò la stringente necessità di disciplinare l’unificazione di tutto l’apparato amministrativo del neonato Regno, comprese quindi le procedure di Pubblica Sicurezza. L’art. 17, comma 1, Allegato B della c.d. “legge Rattazzi”, disponeva che: “La Forza Armata che proceda a qualunque arresto, od intervenga sul luogo del commesso reato, è specialmente incaricata di sorvegliare a che sino all’intervento dell’Autorità competente non venga alterato lo stato delle cose; si presteranno però frattanto i necessari soccorsi a chi può averne d’uopo.” Ecco perché i due militari che intervengono sulla scena del crimine nei pressi di Porta Pinciana, custodiscono i luoghi nell’attesa che arrivi il Funzionario di Polizia Giudiziaria, come leggerete tra qualche pagina. Immaginare scenari criminali in una Roma completa mente trasfigurata rispetto a quella moderna è stata per me una sfida ma, parimenti, un immenso piacere. Mi auguro che valga altrettanto per voi lettori. (Dalla prefazione dell'autrice) 

Monica Bartolini: Alle loro Eccellenze. Romanzo storico-poliziesco.
Pagine 198 - Prezzo di copertina € 18,00
Disponibile dal catalogo prodotti al sito https://www.ibuonicuginieditori.it/store/product/monica-bartolini-alle-loro-eccellenze-romanzo-storico-poliziesco
Disponibile su Amazon Prime e tutti gli store online.
In libreria.