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martedì 25 agosto 2020

Giambi Leone: Il gabbiano. Tratto da: Il morso del cane.

Non ricordo che giorno fosse. Un’estate impietosa aveva carbonizzato la pelle e asciugato i polmoni degli operai delle Autostrade. Di certo non era un giorno fresco e non induceva a credere che la calura stesse volgendo al termine. La strada correva sempre più violenta sotto le gomme della mia auto. Anche quel mese sarebbero stati almeno quattromila i chilometri che avrei percorso. Conoscevo ogni buca, ogni irregolarità, ogni piccola depressione di quel manto autostradale, gli alberi e ogni linea di quel paesaggio che, mutando lentamente aspetto insieme alla diversa posizione del sole, all’ora del giorno e alla stagione, finiva per ripetersi sempre uguale, sotto il mio sguardo programmato ma vigile. 
Una vecchia Mercedes Benz 240 giallo sabbia con il tetto stracolmo di tappeti, il cielo tagliato dalla sferzata di una poiana in picchiata, un camion rugginoso carico d’uva che aspergeva residui odoranti di mosto, due bionde strafiche su una decappottabile nera, lo sborone di turno con il suo Hummer con vetri oscurati... Un film visto e rivisto. Tutto normale. Un cliché dal gusto sfumatamente onirico.
La mia auto procedeva a memoria, né troppo lenta né troppo veloce, carica di me e dei soliti flussi inesauribili di pensieri, a cornice di quel quadro.  Solita vita. Solito me. Solito tutto. Cafoni agli sportelli degli uffici pubblici. Bollette da pagare. Cartelle esattoriali buttate in un cassetto con cosciente disattenzione. Telefonate di creditori scalpitanti con narici sbarrate come tori di Pamplona. Debitori con il cerume nelle orecchie. False promesse. Lavori sottopagati. Multe elevate da vigili urbani che si accanivano sugli automobilisti. Discussioni e litigi inutili, in quella che mi ostinavo a chiamare famiglia, sempre e solo per soldi e altre rotture di cazzo, prevedibili, normali, mal gestite. Ogni cosa, ogni giorno. Ogni santo maledetto giorno, condito dalla consueta nausea esistenziale, in altre parole, quella spia rosso fuoco sempre accesa, quel triangolo lampeggiante nel cruscotto neuronale, sempre allerta e sempre proclive a frantumare quell’esile attaccamento al reale condiviso, sempre tesa a farmi vivere ogni istante, bello o brutto, con la gioia e la serenità d’animo di chi riceve gratuitamente pedate nei coglioni, di quelle ben assestate. Cataste deformi di pensieri noir instabili, controllati a fatica e con sapienza repressi, uccisi e tenuti sotto sale perché impossibili da condividere con altri umani. Sensazioni di inadeguatezza sociale e psichica dal putrido odore di morte, al limite dello svenimento...

Giambi Leone: Il morso del cane. Collana Albatro Randagio.
Pagine 230 - Prezzo di copertina € 18,00
Disponibile a Palermo presso La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour), La Nuova Bancarella (di fronte La Feltrinelli), Libreria Sciuti (Via Sciuti 91/f)
Disponibile a Castellammare presso Libreria D'Angelo, Corso Garibaldi.
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
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