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venerdì 3 maggio 2019

Benedetto Naselli: I Misteri di Palermo

Come i romanzi dei "Misteri" scritti da vari autori per ogni città, i protagonisti vivono tutti nello stesso luogo: "scendendo sulla diritta del piano di S. Teresa, succede un magnatizio palazzo, e dalle spaziose sale, che fan bella mostra del gusto e della squisitezza dei nostri tempi andati… soprastanno al frontone d'una delle molte entrate le armi gentilizie della illustre famiglia a cui appartiene. 
Soprastanno al frontone d’una delle molte entrate, le armi gentilizie della illustre famiglia a cui pertiene. Al cominciare del presente secolo, di costa a tal palazzo, e propriamente in una viuzza che lo fiancheggiava, esistiva una casa di modesta apparenza a due piani ove si alloggiavano due famiglie cadute nell’infortunio e nelle meschinità, al pianterreno un giovane scultore colla madre, ed in soffitta due incogniti, due anonimi come direbbesi, due esseri misteriosi, due di quegli uomini infine, che escono la mattina per ritirarsi la sera, che non sono mai dimandati, che non si vedono, che sono la smania delle male lingue del vicinato, stizzantesi in tali occasioni a non poter mormorare ad occhi veggenti sul loro conto…
Il pianterreno del palazzo, abitato dallo scultore, componevasi di una sola stanza. A destra dello entrare, un  focolare in pietra, e per una scaletta di legno si saliva ad un mezzanino che ricevea la luce dalla stanza istessa. Ivi erano riposti due meschinissimi letti con pagliericci, l’uno per Genoveffa madre dello scultore, l’altro per lo stesso... 
Nella casa, al di cui pianterreno abitava il nostro Luigi, al primo piano lavorava un giovine pittore, ed al secondo la vedova con la famiglia di un impiegato morto da parecchi anni. In soffitta, come il sapete, nascondevansi Odoardo e Maria unitamente al vecchio Tom.
Il pittore chiamavasi Guglielmo. Era un uomo a trentacinque in su i trentasei anni. Magro e snello, con una bella capigliatura castagna e due occhi nerissimi che luccicavano come stelle. La di lui famigliuola componevasi di una buona moglie, vero tipo delle oneste madri di famiglia, e tre bambinelli, dei quali il più grande contava allora sei anni, e l’ultimo poppava. La casa non avea che due sole stanzette e una cucina. Il buon Guglielmo era figlio dell'arte…"
Accanto ai protagonisti ruotano altri personaggi non meno importanti, come il principe di Butera "il Principe di B... di cui abbiamo sin dal bel principio descritte la casa e la corte, era ben differente fra quanti avea compagni di stato e di fortuna. Egli era buono... ma il di lui cuore potea menomarne gli abusi e lenirne le pene, abbatterli no davvero, che niuno pensò mai scapitare in dritto o in fatto dalle avite pretese delle antiche usanze…" e il bandito Pasquale Bruno, già noto nell'omonimo romanzo di Alexandre Dumas (padre) che nel corso del romanzo assume sempre più la parte di co-protagonista. "Da bel principio credettero esser soli; ma poi fecersi accorti, che al fianco della porticina dalla quale era uscito chi li avea condotti, sedevasi un uomo, una specie di villanzone, vestito di velluto con una berretta nera posata sulla gamba sinistra. E Pietro seguitava a contemplare quel volto plebeo che la necessità colorisce e corruga, e quelle mani callose e tarchiate, che muove il bisogno di un pane e la conservazione e difesa propria; quelle mani che mosse appena procacciano un tozzo di pane al ventre o una catena ai piedi. Il villanzone accovacciato com’era, rimpicciolivasi, e parea cosa morta, nè curavasi d’altro che de’ suoi pensieri che doveano starsi ben a martello per non muoverlo affatto dalla sua positura."
Il tutto nella cornice di una Palermo ottocentesca descritta nei minimi particolari…


Benedetto Naselli: I misteri di Palermo
Nella versione originale pubblicata presso Francesco Abate nel 1852
Copertina di Niccolò Pizzorno
Prezzo di copertina € 21,00
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Disponibile presso Librerie Feltrinelli

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