Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

mercoledì 23 maggio 2018

AA.VV: Delitti al Thriller Café. Albo d'oro e ringraziamenti.

Delitti al Thriller Café: l'antologia dei racconti premiati e segnalati del 1° premio letterario organizzato da Giuseppe Pastore, anima di Thrillercafè. 

La vittoria del concorso va al racconto:
OFF di Luana Troncanetti
Di questa opera, Romano De Marco dice: “Buon racconto, scrittura sicura, trama credibile, finale a sorpresa. Denota padronanza della tecnica narrativa e della scrittura in sé.”...
Il parere di Piergiorgio Pulisci: “OFF è un racconto stillante dolore e quella affilata crudeltà che lascia in dote l’abbandono, ma al di là di questo le pagine brillano di talento e di un’impronta letteraria originale, risultato non scontato da ottenere in una manciata di pagine. Una penna incisiva da tenere sott’occhio.”
Al secondo posto:
Il giorno dei morti di Gianluca Di Matola
Di questa opera, Marilù Oliva dice: “Finale mozzafiato, scrittura interessante e non prevedibile, non pomposa ma varia, acutissima indagine psicologica attraverso la tecnica dello show – don’t tell. Un bel racconto originale che destabilizza il lettore.”
Terzo classificato:
Il cieco a gettone di Riccardo Landini
Di quest’opera, Ivo Tiberio Ginevra dice: “Il cieco a gettone è un breve racconto senza dubbio fresco ed originale. Piacevole da leggere che stimola delle profonde riflessioni sul mondo interiore dei non vedenti. Il commissario Presti è un personaggio da continuare a far vivere.”
A questi scrittori, esordienti ed emergenti, va il mio grazie e il mio plauso per averci dato fiducia e aver contribuito a un volume che spero possa rappresentare l’inizio di una nuova missione per il Thriller Café, non solo ritrovo virtuale di chi legge, ma anche polo d’attrazione per chi scrive.
E un grazie ancor più grande va ovviamente ad autori noti come Romano De Marco, Piergiorgio Pulisci e Marilù Oliva per aver fatto da super giurati al concorso, e aver impreziosito - De Marco e Pulisci - quest’opera con un personale contributo. Il loro entusiasmo nel prestarsi al progetto è per Thriller Café motivo di gran vanto, per le nuove penne riferimento e accostamento prestigioso, e per voi lettori testimonianza di ricerca di qualità da parte nostra.
Un grazie speciale devo rivolgere anche a Niccolò Pizzorno e Nicola Ballarini i due disegnatori che si sono alternati ad illustrare tutti i racconti dell’antologia arricchendola di un pregevole valore artistico.
Ringrazio anche i membri della giuria di qualità che insieme a me e all’editore hanno selezionato i racconti da proporre ai super giurati del concorso, e in particolare Monica Bartolini, Mariela Peritore e Ivan Ficano.
Dalla prefazione di Giuseppe Pastore. 

Delitti al Thriller Café
Pagine 328 - Prezzo di copertina € 20,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Sconto del 25% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

AA.VV.: Delitti al Thriller Café. Dalla prefazione di Giuseppe Pastore

Come siamo arrivati quindi a distanza di oltre un decennio a un’antologia promossa e curata da Thriller Café, è una domanda che mi sono posto, e la risposta che mi sono dato è che alla fine non è importante. Non è importante perché laddove perseveranza e competenza hanno pavimentato la strada, si tratta comunque del passato, e il web corre veloce e c’è bisogno di guardare avanti. Non importa che nel tempo il “barman” del Thriller Café si sia un po’ defilato per lasciarsi aiutare da uno staff di appassionati collaboratori; non importa che negli anni tanti visitatori abbiano imparato grazie a noi e abbiano cominciato a raggiungerci per stima e non per averci trovati su Google; non importa che marchi importanti e autori di spicco ci abbiano scelto per raggiungere un pubblico. Qualsiasi fosse la piccola coccarda che volessimo appuntarci al petto, sarebbe comunque storia. Quello che vogliamo fare invece è scrivere ogni giorno una nuova pagina e viverla con la voglia di sempre e con la consapevolezza che la nostra ragion d’essere sta nel servizio al lettore e nella capacità di supporto che gli possiamo offrire in termini di informazione e di consiglio. Ma da oggi e fino a quando questo libro avrà vita sul mercato editoriale, anche in termini di prodotto. Con questa antologia, figlia del nostro primo concorso letterario, siamo andati a colmare una mancanza che personalmente sentivo nei riguardi di voi lettori: realizzare qualcosa a vostro beneficio...

Giuseppe Pastore
www.thrillercafe.it

Delitti al Thriller Café
Pagine 328 - Prezzo di copertina € 20,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.
Sconto del 25% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it  


lunedì 21 maggio 2018

Benedetto Naselli: La camera della tortura alla Vicaria e i "tratti di corda". Tratto da: I misteri di Palermo.


Verso le ore quattordici d’Italia, Luigi seguito da numeroso stuolo di guardie e di birri fu condotto in uno stanzone, che allora giacea a primo piano sulla dritta di chi entrava nell’antico carcere. La volta era nerastra come le murate rapprese da fuliggini che coprivano alcuni antichi affreschi di storia sacra. In fondo un gran tavoliere di legno dipinto a olio guarnito di un drappo verde, e suvvi un crocifisso, una calamariera di argento e diverse carte. Ivi sedute erano tre persone. 
Il primo che stava nel mezzo, un uomo sui sessant’anni, vestito di toga, con una faccia rosso sangue, ed un paio d’occhi così furbi ed incisivi da far venire la tremarella al più astuto scorridore del mondo, ed era il regio procurator fiscale; sulla sua dritta stava il contestabile così detto, ed alla sinistra un cerusico entrambi della sua corte. Ai fianchi di costoro eravi un altro tavolo senza apparecchio su cui giacevano diversi ordegni inservienti alla tortura, e scardellini in legno e forbici e tanaglie, e ferri piatti manicati in legno, e corde e uncini. 
Fu denudato fino alla cintola ed esaminato costola per costola, braccio per braccio, e quasi arteria per arteria, né ciò vuolsi credere per umanitaria filantropia, ma sivvero per evitare delle preparazioni che in quei tempi efferati e balordi credeansi possibili ad eludere lo strazio del tormento, e quando l’esame fu compiuto nel senso della legge, il cerusico accennò colla testa al procurator fiscale che tutto era in regola e che dalla parte sua non aveva ostacoli, a frapporre l’esecuzione. 
Dopo tale assicurazione un altr’uomo, che Luigi ancora non avea visto, si avanzò, un uomo terribilmente truce, di una fisionomia però stupida e ributtante allo stesso tempo, vestito colla sua uniforme, ed era il boja. Come gli si appressò ghermendolo fra le braccia, il povero Luigi cadde in un tremendo spasimo nervoso vedendosi ridotto a tal punto di degradazione sociale, che facealo dapresso a quell’uomo così osceno e così schifoso; ma soffrì anco in pace sempre fermo nel suo proposito di vendetta, quest’altra umiliazione. 
Allora le sue braccia rivolte all’indietro vennero strettamente con tre giri di corda legate ai polsi e fu adagiato in un punto ove pendeva dal tetto una ben lunga e grossa fune a due capi raccomandata al di sopra ad una carrucola di legno. 
All’estremità dell’un capo era un uncino di ferro ricurvo quasi a mo’ di anello, che dalla sua punta fu introdotto fra mezzo i legami della corda che guardavangli i polsi, e vi restò senz’altro. 
Allora il procurator fiscale rivolto nuova volta a Luigi, dimandò: 
- Vuoi dunque dichiarare il perché assassinaste il signor Filippo?
- Io non so nulla. 
La sua negativa ancora non era ben pronunziata dalla sua bocca, e vide mancarsi il terreno di sotto ai piedi, chè con un cenno d’occhio del procuratore fiscale, il boja già avea tirata la corda, e sospingealo gradatamente in aria. 
Qui i tormenti e gli spasimi cominciarono atrocissimi per il povero Luigi. La pelle che covriva il di lui petto e le costole parea rompersi ai grandi conati che recavangli le stirature delle braccia. Le ossa scricchiolavano gradatamente, e sentiasi uno scroscio stridente, come quello di un mobile nei giorni estivi, quando le tavole e le contesture si fiaccano per i soverchi calori. La sua faccia diventava livida come pure le mani, ove abbondava il sangue arrestato nella sua circolazione. Il suo corpo stava quasi boccone, se non che ribaltava agli scherzi di un infame saliscendere che procacciavasi accuratamente alla corda che il sospingea. Fu posto quindi per la prima volta a terra, ed il contestabile al quale ora la legge riserbava l’ufficio delle interrogazioni dimandò: 
- Vuoi dire la verità?
E Luigi sotto lo strazio di quel tormento facevasi ancora forte, chè non era arrivato al punto, e rispose: 
- Io non so nulla. 
Né per questo si persuasero i custodi della esecuzione che anzi ordinarono il rinnovarsi lo esperimento con aggiungervi talune battiture di verghe sul petto, e l’ordine saria stato replicato per una buona mezz’oretta, tempo dalle leggi volutone, se Luigi spasimando sotto lo strazio di dolori acutissimi ed incomprensibili da posporsi sempre alla morte, non avesse gridato ma agonizzante, esserne lui il colpevole. Fu quindi calato nuovamente per terra, e sciolto; dichiarò la sua reità accompagnandola con la sua storia, che al sentirla, anco quei cuori duri ad ogni sentimento gentile, n’ebbero pietà…
Le autorità quindi compilarono il loro processo verbale dell’eseguito sperimento colle formole prescritte, ed il reo fu nuova volta chiuso al carcere duro, per quindi ratificare alla presenza di tutta quanta la regia Corte la sua dichiarazione, alla quale era riserbato il giudizio e la condanna. 
E Luigi rifinito di forze e martoriato da acutissimi dolori, straziato nella mente e nel corpo, fu lasciato peggio che un animale, sul giaciglio che offriagli il nudo terreno privo d’ogni soccorso, con la funesta speranza d’una rovina sicura e imminente. Vedi quanto i tempi che oggi si decantano morali e migliori che i nostri non sono, erano fitti nella barbarie e negli stravizi d’uno smodato uso di legge, che alla fin fine non arrivava mai allo scopo, sendo che dalle atrocità tutti rifuggivano o non poteano sopportare, prescegliendo sempre la colpa e quindi la morte, per togliersi col soffrire di un attimo, la continuità di prolungati dolori.


Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. 
Nella versione originale pubblicata per la prima ed unica volta nel 1852.
Copertina di Niccolò Pizzorno
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 





Benedetto Naselli: La tortura. Tratto da: I misteri di Palermo.


Riandate colla mente tutti i tempi trascorsi, atteggiatevi reverenti alla pietà dimentichi del bene che il progresso appresta ai vostri cuori, ed obliate i conforti del presente. Volgete attorno lo sguardo lacrimoso rimembrando che nati da polvere in polvere vi dissolverete, fate senno sulle umane colpe e le inique scelleratezze, e mille e mille spettri vedrete sorgere intorno giganteggiando nella oscurità del sepolcro. Le loro membra sono irrigidite sotto la potenza di un fremito convulsivo che chiamasi tetano, stringono le pugna, hanno irti i loro capelli, gli occhi spalancano come ossessi, e la pupilla gli trema: le loro braccia sono rotte o slogate, le loro mani grondano sangue dalle unghia spezzate, e sangue stampano sul terreno, che gli brucia i piedi scoverti di pelle: i loro polsi sono roventati dall’applicazione di un ferro omicida, le loro membra sono rannicchiate, e par che una fiamma alitasse perpetua a loro dintorno: dalle gole contratte e attenuate par che vogliano evocare un grido, terribile è lo sforzo ma non ci arrivano, e si risolve in singhiozzo. Li ravvisate voi? 
Frugate quindi nei volumi della storia, interrogate i monumenti, gli archi dei sotterranei, le scale delle ecatombe, gli anditi delle latomie, i recessi dei castelli, le creste delle torri: dimandatene perfino i secoli stessi, e v’insegneranno il modo di conoscerli a prima giunta. Scavate la terra, indagate nei musei, nei penetrali reconditi di privati gabinetti, e fra mezzo le archeologiche preziose reliquie di storia, che fan bella mostra del maschio sapere, dalle opere e dai fasti dei nostri antenati, vi sarà dato di scorgere strumenti che la più fitta e la più ributtante barbarie potea solo speculare e adoprare, e il letto di Procuste e il toro di Falaride e il bacio della Vergine, e più in qua, le scadelline di legno, i lardi fuocati, gli arruotatori alle pareti, le funi ai tetti, i ferri a vite. Eran queste ispirazioni al genio tormentatore, e queglino i tormentati stessi. 
Ancora uno sforzo! Alzate potente la vostra voce ad evocare il grido delle tombe e dimandate quanti innocenti perirono allo strazio fatale, quanti si accusarono al ferale apparecchio o ne perirono d’affanno e di spavento, ed un eco lontano lontano riporterà migliaia e migliaia di nomi al vostro orecchio che contristeranno l’anima vostra, maledicendo la nostra polvere, che nata per sperdersi, sollevata dalle bufera delle passioni ti cieca dell’intelletto, e ti vizia il cuore o te lo guasta. 
La tortura!... Nata sotto al tiranneggio in Sicilia, visse e morì. Quindi risorse minacciante la seconda volta, variando nelle forme all’alito della viceregenza spagnuola e della inquisizione. 
L’infelice Luigi soggiacque anch’egli al peso di questa satanica inspirazione, né potè esimersela, pel costante pensiero al suo infame persecutore rivolto...

Benedetto Naselli: I misteri di Palermo. 
Nella versione originale pubblicata per la prima ed unica volta nel 1852.
Pagine 274 - Prezzo di copertina € 21,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia. Da una recensione di Amazon del 20 maggio 2018

www.amazon.it

Nella terra del sole che sboccia è un romanzo fortemente psicologico, sentimentale che mette a nudo le più profonde emozioni umane.
È un manuale di vita che riesce a colpire nel profondo quegli intelletti che vivono la vita nell'attesa che tutto possa andare come hanno sempre desiderato, per il meglio, a discapito delle circostanze e di tutto il contorno che ci circonda che fa da muro, da barriera e che pone limiti che a volte non è possibile superare.
Quando ciò che vogliamo, che desideriamo o anche quando ciò che ci ha fatto star bene si estingue, come le ultime fiamme di un falò nella notte scura, prevale un senso di tristezza, di smarrimento e di vuoto che difficilmente si riesce ad arginare o gestire.
Solo chi vive alla giornata, con un livello di intelligenza pressapoco basso non è affetto da tali dubbi, paure, insicurezze, rimpianti, un po' come il personaggio di Fazzoletto che di certo non arricchisce la vita di chi gli sta intorno ma allo stesso tempo è più apprezzato di chi invece potrebbe avere molto di più da dimostrare e fidatevi che nella realtà ce ne stanno parecchi come lui.
Il libro, nella sua scorrevolezza, è un insieme di stili ed è davvero bello poter leggere i cambi tra l'aulico e il volgare, tra il filosofico e il soprannaturale, tra il reale e l'irreale uno dietro l'altro.
I personaggi nel romanzo hanno tutti un impatto personale non solo sulla storia ma soprattutto sul protagonista stesso, Albatro, il quale subisce un cambiamento interiore durante la narrazione che lo porta a capire infine che le relazioni umane dipendono da più fattori oltre che dal semplice "volersi bene", come accade con la sua compagna Julie.
Perché nella vita si può sbagliare e non sempre si riesce o si vuole aggiustare ciò che si è rotto.
Il più delle volte la volontà arriva quando ormai è troppo tardi e a quel punto non si è più in grado di farlo perché col tempo si cambia e non si può riparare un qualcosa che il tempo ha trasformato.
Proprio il tempo insieme alla ricerca della felicità è una tematica del libro.
Saremmo disposti a pagare qualunque prezzo pur di riavere una parte di tempo che abbiamo perso se ciò potesse ridarci una parte di felicità che abbiamo perso lungo il nostro cammino e qui le illusioni incontrano le aspettative che inesorabilmente si infrangono.
Il libro riporta due storie collegate e intrecciate tra loro da una parte le emozioni scaturite dalla vita dell'uomo, dall'altro l'umanità che si può ritrovare nella semplicità della vita di un animale nello specifico di un cane.
Perché si, a volte i cani, sono più umani di noi.
Le metafore e le allegorie sono uno spunto di riflessione per chi riesce a coglierle e insieme al misticismo filosofico, ci fanno capire che la felicità non è unica, ma la si può ritrovare anche in altri contesti, "solo attraverso la tristezza si può ritrovare la strada per la felicità" anche se il sentiero è tortuoso e ci si perde di tanto in tanto.
È davvero stupefacente come l'autore sia riuscito ad emozionare e a toccare con gentilezza tasti dolenti, scostando un po' quelle nuvole cupe da quel sole che ricerchiamo ma che solo a noi c'è dato di vedere o ignorare.
Il libro è profondo e merita più volte la lettura, sia per godersi un buon libro in una giornata tranquilla, sia in quei momenti in cui ci si sente persi e non avendo nessuno a cui appoggiarsi, può essere un'ancora di salvezza.


Marco Gregò: Nella terra del sole che sboccia. 
Pagine 230 - Prezzo di copertina € 17,50
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online
Sconto del 15% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it