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venerdì 20 maggio 2016

fra' Domenico Spatola: In libertà d'amore... - A Lucio Dalla, menestrello dell'amore.


 
A Lucio Dalla, menestrello dell’amore
 
“Quanto è profondo il mare”
del vivere e donare,
progetto del piacere
di condividere vere
speranze dell’amare
e inabissarle... in mare.
A ragguagliar misteri,
veri
e appalesanti vita,
mai per te finita,
di tua celebrità
che sprizza umanità.
Cantasti “la scia di un’elica”,
a inseguire sogno
di libertà e, a bisogno,
allarmasti il mondo:
“Attenti al lupo!”.
Raccontasti, mai cupo,
“dell’anno che verrà”
gioie tue di note,
a noi dote
d’italico vanto,
e fu tuo canto
ultimo a speranza
di non devianza,
e, oltre dolore,
menestrello fosti
dell’amore.

Fra' Domenico Spatola


In libertà d'amore... - poesie di Fra' Domenico Spatola.
Prezzo € 12,00 - Spedizione gratuita
Per informazioni: ibuonicugini@libero.it

giovedì 19 maggio 2016

Guarda come si uccide di Ivo Tiberio Ginevra - il Booktrailer


 

Giovanni Meli detto l'Abate nella collana a lui dedicata: traduzione in italiano delle poesie a cura di Francesco Zaffuto

Per chi non ha dimestichezza con il siciliano e per i siciliani che hanno dimenticato tanti antichi modi di dire viene disposta una traduzione in italiano a fronte; non una traduzione poetica, solo letterale per dare un aiuto, il lettore potrà ritornare agevolmente sul verso di Meli per sentirne la sonorita. Qualche nota aggiuntiva è stata posta con un richiamo per i passi più controversi. Sono stati evitati esegesi e commenti molto lunghi perchè la poesia va goduta senza eccessi di preordinate interpretazioni.
Per la traduzione in iitaliano si è fatto riferimento: alle note dell'edizione del 1814; al dizionario delle voci oscure che l'editore Roberti di Palermo inserì in calce alla edizione delle poesie di Meli del 1838; in qualche caso al dizionario del Mortillaro, e infine a qualche mia antica memoria di siciliano; per qualche errore di traduzione mi assumo la colpa, per il piacere della lettura ringraziare Meli.
 
Francesco Zaffuto.

Giovanni Meli detto l'Abate: collana dedicata alle sue opere a cura di Francesco Zaffuto. - Biografia del poeta.

Nato a Palermo il 6 marzo 1740 e deceduto nella stessa città il 20 dicembre 1815, è stato uno dei più grandi poeti iraliani e si è espresso per le opere più importanti in lingua siciliana.
il padre Antonio meli, di professione orefice, e la madre Vincenza Torriquas non erano di certo ricchi. Giovanni Meli dovette conciliare la sua passione per la letteratura con l'esercizio di una professione, e scelse quella di medico.
L'epoca storica in cui visse Meli è una delle più complesse e travagliate dello scenario europeo, e piena di grandi rivolgimenti: dalla rivoluzione francese alle campagne napoleoniche, fino ad arrivare al riassetto europeo del 1815 con il congresso di Vienna.
Meli fu educato presso le scuole dei padri Gesuiti e si appassionò giovanissimo agli studi letterari e filosofici, trovò ispirazione nel pensiero illuminista dell'epoca, raggiunse la notorietà aderendo al movimento letterario dell'Arcadia con una dimensione tutta sua e con l'uso della lingua siciliana.
Raggiunse la celebrità nel 1762 col poemetto La Fata galante; la fata incontrata da Meli gli proponeva, sotto forme di fiabe mitologiche, tematiche filosofico-sociali.
Dal 1767, Meli esercitò la professione di medico per cinque anni nel paesino di Cinisi, dove era chiamato l'Abati, perchè vestiva come un prete.
L'abito scuro del prete e l'abito del medico allora non erano tanto differenti e Meli continuò ad usare l'abito scuro per introdursi nei conventi dove si recava come medico; continuò a farlo anche quando si trasferì a Palermo.
Si descriveva lui stesso fisicamente brutto e continuava ad andare in giro vestito da Abate; ma era sensibile alla bellezza femminile, non mancò di amare e corteggiare donne ed a molte dedicò Odi e Canzonette.
Con le Elegie del suo poema La Bucolica crebbe la sua fama e divenne conteso dalle dame dell'aristocrazia palermitana nei loro salotti: veniva particolarmente apprezzata la sua arguzia e la sua galanteria. Meli, però, andava ben oltre: la sua poesia era spesso intrisa di riflessioni filosofiche; in particolare con il poema Origini di lu munnu, esaminò tutte le correnti filosofiche dentro un quadro allegorico-mitologico.
La sua opera è estesa: dalla Bucolica alle Satire; dalle Odi alla bellezza femminile alle poesie di riflessione politica e morale; fino ai suoi interventi in filosofia, medicina e scienza.
Nel 1787 pubblicò la raccolta delle sue opere in cinque volumi col titolo di Poesie Siciliane. Sempre nel 1787 ebbe la cattedra di chimica all'Accademia degli studi di Palermo e venne chiamato a far parte come socio onorario delle più importanti accademie italiane come quella di Siena (1801) e quella peloritana di Messina.
Una testimonianza dell'impegno sociale di Meli è l'aver fondato nel 1790 l'Accademia Siciliana, insieme a intellettuali come Francesco Paolo di Blasi, Giovanni Alcozer, Francesco Sampolo ed altri; fondazione che tra l'altro si occupò di studiare lo stato dell'agricoltura e della pastorizia nel regno di Sicilia.
Non fu mai ricco e spesso le difficoltà lo costrinsero a bussare alla porta dei potenti. Nel 1810 il re Ferdinando gli concesse una pensione annua, poi successivamente sospesa.
Nel 1814 Meli curò per l'editore Interollo di Palermo la ripubblicazione di tutte le sue opere poetiche; in tale occasione inserì la raccolta Favuli Murali, dove prendendo spunto da Esopo e Fedro, aveva costruito un poema morale con fine arguzia e umorismo tutto siciliano.
Sull'essere stato Abate o no, si è dibattuto tanto tra i biografi. Agostino Gallo, primo biografo del Meli, scrisse che nell'ultimo anno della sua vita prese gli ordini per avere in assegnazione un'abazia in Palermo. Tesi confutata dalla ricerca storica di Edoardo Alfano che, con il suo studio pubblicato nel 1914, dimostrava la totale assenza di menzione sulla presa degli ordini di Meli nei documenti degli archivi della chiesa palermitana.
Certo fu lo stesso Meli che affermò in un suo memoriale poetico di aver preso gli ordini: nel settembre del 1815 inviò al duca d'Ascoli il memoriale affinchè lo presentasse al Re per perorare l'affidamento di un'abazia in Palermo.
G.A. Cesareo, nella sua biografia su Meli (1924 La bita e l'arte di Giovanni Meli) parla di "bugiola" diffusa dello stesso poeta, e così la spiega: "Certo, la nomina non sarebbe stata improvvisa; qualche sentore n'avrebbe egli avuto anche prima: se fosse necessario, sarebbe sempre stato in tempo per mettersi in regola. Ma prendere gli ordini sacri quando ancora non aveva alcuna fondata speranza di conseguire il suo intento, e mentre tutti in Palermo riconoscevano che viveva in concubinato con una vedova dalla quale aveva avuto figlioli, gli doveva saper male. E non lo fece...".
La "cicala" Meli non rinunciò alla vita e a tutti gli aspetti della sua bellezza, volle vivere e poetare, nella sobrietà, nella pace e nella giustizia: e se Meli dice che "dintra di l'arma" (dentro la sua anima)è Abate, non dice una bugia, se si considera il suo rigore morale e il profondo senso di cristianità che è riuscito a legare con il suo pensiero illuminista.
Meli portò quel modesto abito scuro che era comune ai medici e agli abati, esercitò la sua attività di medico per cinque anni in provincia di Palermo (e forse quell'appellativo di Abate iniziarono a darglielo in quel paese); a Palermo continuò a portare quell'abito scuro e modesto che lo distingueva dagli uomini della sua epoca (fine settecento) che si ornavano di parrucche, merletti e calze di seta.
Morì a Palermo il 20 dicembre 1815, in Europa si era conclusa l'avventura napoleonica e si chiudeva l'epoca che si era aperta con la rivoluzione francese.
Francesco Zaffuto
 
Nella foto: statua di Giovanni Meli esposta al Palazzo delle Aquile di Palermo
Prezzo € 10,00 - Pag. 103 - Spedizione gratuita - Disegni di Dafne Zaffuto
 
 

venerdì 13 maggio 2016

Guarda come si uccide di Ivo Tiberio Ginevra

Guarda come si uccide è un thriller poliziesco con la giusta profondità dei personaggi all'interno di scene rapide e convulse, dove la caratteristica di pensieri dilatati vivono dentro la dinamica "azione-reazione-motivazione" tipica del genere thriller. Questi elementi sono tutti presenti in Guarda come si uccide, con il preciso inserimento della parte "umana" che è sempre la fase più delicata perchè deve essere misurata, ma ficcante per non togliere aria agli episodi che respirano grazie a un tocco di leggerezza nel dramma.
Gianpaolo Zarini
 
Prezzo di copertina € 12,00 - Sconto 15%
Per informazioni: ibuonicugini@libero.it 

giovedì 12 maggio 2016

Fra Domenico Spatola: In libertà d'amore... - raccolta di poesie.


Mothya 
Vento dal mare,
profumato a salsedine,
soffia a rincorsa
tra fronde d’ulivi,
argentei a captare
del sole colori,
e piega pampini,
flessi da uva abbondante
che s’offre a viandante
di pace, in respiro
verace di Storia
che in pietre scolpisce
a passioni speranza
dell’animo in bisogno
che, a sollievo,
racconta il suo sogno.



In libertà d'amore... - raccolta di poesie di fra' Domenico Spatola
www.ibuonicuginieditori.it

Prezzo di copertina € 12,00 - Spedizione gratuita
Per ulteriori informazioni: ibuonicugini@libero.it


 

Collana dedicata alle opere di Giovanni Meli detto l'abate

 
Tutte le poesie siciliane che Giovanni Meli scrisse sugli uccelli con traduzione in italiano a cura di Francesco Zaffuto. Disegno in copertina di Dafne Zaffuto.
 
L'aquila è la regina ma il piccolo regolo la batte, il gufo si crede un gran cantante, il merlo spesso fa la parte del saggio e le allodole sono un po' sciocchine, il grosso struzzo non può volare e invidia l'aquila ma all'amor proprio non vuole rinunciare.
Sono tanti gli uccelli delle Favole dell'Abate Meli e portano con sè pregi e difetti degli uomini; dal razzismo dei corvi neri all'adulazione del pappagallo, dalla saggia pazienza del tordo alle chiacchiere dannose delle cornacchie; ci sono uomini usignolo che amano l'arte e uomini che preferiscono il raglio dell'asino.
Qui sono raccolta le favole morali dove il Meli parla espressamente di uccelli.
Francesco Zaffuto
 
Prezzo di copertina € 10,00 - Spedizione gratuita.
Per ulteriori informazioni: ibuonicugini@libero.it
 

 

Fra' Domenico Spatola e la sua prima raccolta di poesie: In libertà d'amore... edita I Buoni Cugini Editori

 
Domenico Spatola è il frate cappuccino della parrocchia “Santa Maria della Pace” di Palermo.
In città lo conoscono tutti per le sue molteplici attività sia sul campo ecclesiastico che in quello musicale, come docente di Armonia, Analisi musicale, Organo complementare e Canto gregoriano del Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” ma, soprattutto, lo conoscono per la continua attività in favore dei più poveri, ai quali egli dedica da sempre la sua missione sacerdotale (la mensa dei poveri della Missione San Francesco presso i locali del Convento dei Cappuccini di Palermo è infatti una realtà da lui voluta, che garantisce un pasto giornaliero e altri servizi ai bisognosi).
In pochi però conoscono il poeta attento e sensibile che si cela nell’animo di Fra’ Domenico Spatola.
Questa raccolta di versi lo fa conoscere al grande pubblico anche come poeta. Un poeta vero, che loda la vita e la bellezza. Un vero servo dell’Amore.

Con queste parole Fra' Domenico presenta la sua raccolta di versi:

Frammenti di idee,
immagini dall’infinito dell’anima,
libertà di vita,
aneliti di speranza
amore per il cuore che,
nella quotidianità,
sognando bellezza,
scopre sempre nuovi germi di felicità
e consapevoli risposte
al senso della vita
donata, anche a fatica
e perciò posseduta in pienezza...
Tali gli ideali dove intingo
la penna della fantasia.

Fra' Domenico Spatola