Tutti i volumi sono disponibili: dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia), su tutti gli store di vendita online e in libreria. Gli e-book sono disponibili su streetlib store e tutte le piattaforme online.

lunedì 25 giugno 2018

Giuseppe Ernesto Nuccio: Picciotti e Garibaldini.

Romanzo storico sulla rivoluzione del 1859-60, che l'autore, Giuseppe Ernesto Nuccio, dedica a Luigi Natoli quale "strenuo esaltatore di virtù siciliane". 

Ampia prefazione di Rosario Atria, dott. di ricerca dell'Università di Palermo, italianista, autore di studi sulla poesia del Due-Trecento, sulla narrativa storico-popolare dell'Ottocento, sulla lirica leopardiana, sulla narrativa del secondo Novecento. Si interessa anche di storia e letteratura archeologica di Sicilia. 

Il volume è impreziosito dalle illustrazioni dell'epoca di Alberto della Valle (1917) e dalla copertina di Niccolò Pizzorno. 

Pagine 511 - Prezzo di copertina € 22,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 

Giuseppe Ernesto Nuccio: Picciotti e Garibaldini. Romanzo storico sulla rivoluzione del 1859-60

Il romanzo Picciotti e Garibaldini di Giuseppe Ernesto Nuccio apparve in volume nel 1919, per i tipi della casa editrice fiorentina Bemporad & Figlio; a distanza di quasi un secolo, quella versione, riccamente illustrata da Alberto della Valle, torna a rivivere grazie a I Buoni Cugini editori. Inizialmente diffuso a puntate sul Giornalino della Domenica nella ricorrenza del cinquantenario della spedizione dei Mille, il lavoro di Nuccio intendeva veicolare la conoscenza, per via narrativa, di snodi significativi del nostro Risorgimento, magnificandone l'anima democratica e inserendosi all'interno di un preciso programma di formazione del carattere nazionale orientato verso un pubblico di giovanissimi lettori, figli della buona borghesia italiana, destinati a costituire la futura classe dirigente del Paese. 

Protagonisti del romanzo sono Pispisedda e altri picciotti di Sicilia, le cui vicende narrative si intrecciano con quelle di eroi e martiri come Francesco Riso, Rosolino Pilo, i fratelli Campo, i De Benedetto e numerosi altri che vollero l'Isola libera dal Borbone e Italiana. C'è poi la Palermo ottocentesca, con il suo tessuto urbano nitidamente restituito: per le sue strade, le piazze, i giardini si dipana un'azione romanzesca avvincente e ricca di pathos. Il popolo palermitano, che già nel Quarantotto s'era levato contro il tiranno, torna a combattere per conquistare la libertà e, sull'esempio delle camicie rosse guidate da Garibaldi, l'eroe che la leggenda popolare vuole discendente (e perfino fratello) di Santa Rosalia, abbraccia e fa propria la causa unitaria. 

Rosario Atria

(Dottore di ricerca dell'Università di Palermo)

mercoledì 13 giugno 2018

AA.VV. Delitti al Thriller Cafè: La brezza del mare di Piergiorgio Pulixi

“Si vive fino alla morte, altrimenti non si vive.
Si ama fino alla morte, se no non è amore”.

Roberto Plevano, Marca Gioiosa

22 Maggio 1982, ore 23:40;
“Blue Belle”, Bastia, Corsica;


L’Alfa Romeo 75 Turbo rossa inchiodò davanti al Blue Belle. Tre degli uomini a bordo si calarono i passamontagna e scesero imbracciando i fucili a pompa Remington. L’autista rimase al volante, il motore acceso, gli occhi guizzanti in cerca di volanti o auto di altre bande. Posata sulle gambe, una mitraglietta Skorpion che ballava al ritmo delle ginocchia tremanti. La fronte sudata per la tensione e la corsa sfrenata attraverso la città. Paura di essere arrivati troppo tardi. Terrore delle conseguenze. Consapevolezza che gli sbirri sarebbero giunti presto sul posto. Ansia totale.
Alla vista degli uomini armati, la folla di curiosi che si era assiepata davanti al night si disperse con urla di paura. Una delle ragazze crollò a terra. Gli altri la calpestarono nella fuga.
«Prendi tempo» ordinò Dominique Costa a René Nigro, indicando la giovane.
Nigro afferrò la ragazza per la coda di capelli castani e la tirò in piedi di peso. Le puntò la canna del fucile sotto il mento, tirandole la testa all’indietro.
«Rimani qui. Noi entriamo» disse Costa.
Nigro annuì, tenendo in ostaggio la donna e gridando ai curiosi di allontanarsi.
Il marciapiede brillava dei riflessi elettrici dei frammenti della vetrina sfondata. Prima di entrare nel locale, Dominique e Pascal Mariani scorsero il sangue che impregnava l’ingresso.
Era troppo tardi.
Contarono sei cadaveri. I corpi squarciati da proiettili di grosso calibro. Le luci stroboscopiche rendevano quello spettacolo di morte ancora più spettrale. Sangue dappertutto. Sedie e tavoli rivoltati. Bossoli per terra. Dovevano aver sparato ad altezza d’uomo, dedusse Dominique osservando i buchi alle pareti.
Con le armi puntate innanzi a loro, Costa e Mariani corsero verso la pista da ballo, imbattendosi in un altro corpo.
Sette. Una donna. Bionda.
“Ti prego, dimmi che non è lei” pensò Dominique.
Lei, la persona per cui erano stati chiamati.
Lei, l’unica sua ragione di vita.
I capelli erano impiastricciati di sangue. Un colpo alla nuca. Un’esecuzione. Cadendo a terra, la minigonna le si era sollevata. Costa non poté fare a meno di notare le mutandine di pizzo viola.
“Sta’ calmo” si disse. “Potrebbe non essere lei”.
«Voltala» ordinò a Mariani.
Pascal posò il fucile a terra. Afferrò il cadavere della ragazza per le braccia e la girò.
Lei, Giulia Buscemi, bellissima anche nella pornografia della morte.
La posò a terra con la massima delicatezza. Gli occhi già lucidi. Scariche elettriche che parevano sconquassargli le viscere. Ciò che avevano temuto più di ogni altra cosa si era concretizzato innanzi a loro.
Pascal trasse un respiro profondo, poi biascicò: «Portiamola via da qui».
Dominique si sentì morire. Vide a pochi passi da lei un altro corpo. L’ottavo. Vincent Manotti. Uno di loro. Quello che avrebbe dovuto proteggerla. Non ci era riuscito. Aveva ancora la pistola in pugno. Con la mano libera aveva cercato di raccogliersi le budella. Vincent era uno tosto. Dovevano essere stati tanti e ben armati per averlo preso di sorpresa.
«Dom?» lo chiamò Pascal, scuotendolo dall’immobilismo.
Costa riportò gli occhi su Giulia. All’anulare portava l’anello di diamanti che le aveva regalato Jean-Nicolas. Glielo sfilò e se lo mise in tasca.
«Prendimi il fucile, me la metto in spalla e la portiamo da lui» continuò Pascal.
Dominique annuì, ma mentre Pascal si apprestava a sollevare il cadavere della donna, Costa gli puntò il fucile alla nuca e fece fuoco. Ad occhi chiusi.
Quando li riaprii, il suo vecchio amico era accasciato per terra. Il colpo l’aveva decapitato. Il sangue sgorgava sul pavimento.
Trattenendo i conati, Dominique caricò un altro proiettile e puntò il fucile contro il viso angelico di Giulia Buscemi.
“Mi dispiace, Giulia, ma tu non puoi morire” pensò. Poi tirò il grilletto, rendendola irriconoscibile. E immortale.
Recuperò il fucile di Pascal e corse verso l’uscita.
«Che cazzo è successo? Stavo per entrare» disse René.
«Pascal non ce l’ha fatta» disse Dominique, aprendo lo sportello e buttando dentro i fucili. «Ce n’era uno ancora vivo e l’ha fulminato».
«Che cosa?!» gridò Nigro, serrando più forte il braccio della ragazza che urlò.
«Ora non c’è tempo. Lei viene con noi» ordinò Costa. «Apri il baule!» gridò a Philippe, l’autista.
«Che cazzo vuoi fare?» chiese Nigro, spingendo la ragazza dentro l’Alfa.
«Mi servono le birre» disse Costa, sbrigativo.
Aprì il cofano posteriore e prese una cassa di molotov. Cacciò fuori di tasca uno zippo, e diede fuoco a quattro bottiglie che lanciò dentro il locale, scatenando un incendio.
La quinta la scagliò contro un’edicola a qualche metro dal Blue Belle.
Il fuoco divampò con tutta la sua ira.
«Va’» ordinò Costa a Philippe, una volta dentro l’abitacolo.
Quando vide che l’amico non partiva, si voltò verso di lui pronto a scrollarlo e gridargli contro. Notò che Philippe stava fissando qualcosa davanti a loro. No, non qualcosa. Qualcuno. 
Una moto Benelli 750 nera si era fermata a qualche metro dalla macchina. Alla guida un uomo senza casco, i lunghi capelli neri arricciati a incorniciarli il viso tagliente.
Jean-Nicolas Bozzi.
«Giulia?» gridò il motociclista a Costa.
«Non era dentro. Non c’è… Dobbiamo andarcene» gli gridò Dominique di rimando.
Jean-Nicolas lanciò un’occhiata al Blue Belle fagocitato dalle fiamme, poi diede gas, e con una sgommata liberò la strada.
«Seguilo» disse Dominique.
Philippe finalmente accelerò, e l’Alfa rossa schizzò via in direzione contraria a quella da cui proveniva l’ululato delle sirene.
Dentro il Blue Belle, il fuoco faceva il suo sporco lavoro.
Istintivamente, Dominique infilo una mano in tasca e strinse nel pugno l’anello di Giulia.
“Mi dispiace, Jean” pensò. “Mi dispiace…”.


AA.VV: Delitti al Thriller Café
L'antologia del primo concorso letterario indetto da Thrillercafé, dove scrittori emergenti e di nome sono alle "prese" con "Almeno un morto", e corredato dai disegni di Niccolò Pizzorno e Nicola Ballerini.
Illustrazione: Niccolò Pizzorno.
Pagine 328 - Prezzo di copertina € 20,00
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it



venerdì 1 giugno 2018

AA.VV. Delitti al Thriller Café: Dalla prefazione di Romano De Marco

Oggi, anche quello che continuiamo per semplicità a definire “giallo”, ha la possibilità di erigersi a genere letterario vero e proprio, in grado di raccontare la realtà, di analizzare l’evoluzione della società e di resistere all’attacco del tempo (e il sopra citato Sciascia ne è l’esempio più calzante).
E il racconto? Beh, il racconto giallo (e sottolineo ancora quanto sia errata questa definizione…) deve essere in grado di trasmetterci suggestioni affini alla galassia “crime” (che comprende thriller, mistery, noir ecc.).  Ma scrivere racconti, come è noto, è molto più difficile che scrivere romanzi. Perlomeno scrivere dei buoni racconti.
Quelli raccolti in questa antologia sono di una qualità davvero sorprendente, soprattutto perché, in alcuni casi, sono opere di esordienti. In ciascuno di essi è possibile trovare quella scintilla, quel guizzo, quell’idea vincente che catturano l’attenzione e l’anima del lettore attraverso una atmosfera angosciante, un sottile filo misterioso, un senso di inquietudine generale.
Sono molto onorato di aver fatto parte della giuria di questo concorso e felice di aver letto i racconti finalisti. Ringrazio Thriller café di avermene data l’opportunità. Sono pronto a scommettere sul futuro di questi autori che hanno dimostrato senza ombra di dubbio di possedere quel famoso “quid” del quale tanto si parla ultimamente e che costituisce la discriminante da chi scrive per vedere il suo nome pubblicato su una copertina e chi scrive perché ha una genuina vocazione artistica e qualcosa di originale dal dire.

Romano De Marco

AA.VV.: Delitti al Thriller Café. 
Antologia del primo concorso letterario indetto da Thrillercafé, dove scrittori emergenti e di nome sono alle "prese" con "Almeno un morto". 
Con le illustrazioni di Niccolò Pizzorno e di Nicola Ballarini. 
Pagine 328 - Prezzo di copertina € 20,00